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DI ALCUNI MONUMENTI DEL CULTO DOLICHENO
DISSEPPELLITI SULL' ESQUILINO.
(Tav. XXI).
Il dissolvimento e la caduta dell' antico politeismo romano,
se fu avventurosa cagione che moltissime genti, abbandonando
le vie dell'errore, s'indirizzassero al salutevole rifugio del cri-
stianesimo, aperse anche il varco a diverse idolatrie dell'Oriente,
che mentre colla mistica e pomposa loro simbolica intendeano
a tranquillar le coscienze, sapeano poi colla pieghevolezza di
loro morale procacciarsi un gran numero di proseliti per tutto
l'orbe romano. Un cosiffatto rivolgimento verso l'idee religiose
e verso i riti dell' Oriente avvenne massimamente circa il tempo
degli Antonini. E se il più diffuso e il più tenace dei nuovi
culti non ha dubbio che fosse quello di Mitra, un altro che
pur di se lasciava non poche tracce nel mondo antico si è quello
del Giove Dolicheno; al quale appartengono i monumenti del-
l' Esquilino che qui divulghiamo, e che prendiamo a dichiarar
brevemente.
II. culto di Giove Dolicheno, che togliea il nome da Doli-
chene, città della Commagene 1 — ond' è che talfiata egli è detto
«
1 Strabo Geogr. XVI p. 749. — Che dalla città di Dolichene prendesse
il nome questo Giove lo attesta Stefano Bizantino; il quale dopo aver ri-
cordato la città di Aoài^tjvtj nella Siria aggiugne: ISvixòv SoXr/aìot; 'Levi;
o't S'sVixwp'Q' SoXi^yìvoì XÉyovrcci (Lib. I, p. 235). Il Giraldo nella sua clas-
sica Bistorta deorum fu il primo a ricordare un Giove Dolicheno serven-
dosi di quel passo di Stefano Bizantino (Syntag. II. Lugd. Batav. 1696 p. 111).
Lagnavasi a ragione il Maffei che dall' opere di quel dottissimo ferrarese
tutti abbiano attinto di continuo, il più delle volte senza neanche citarlo
DI ALCUNI MONUMENTI DEL CULTO DOLICHENO
DISSEPPELLITI SULL' ESQUILINO.
(Tav. XXI).
Il dissolvimento e la caduta dell' antico politeismo romano,
se fu avventurosa cagione che moltissime genti, abbandonando
le vie dell'errore, s'indirizzassero al salutevole rifugio del cri-
stianesimo, aperse anche il varco a diverse idolatrie dell'Oriente,
che mentre colla mistica e pomposa loro simbolica intendeano
a tranquillar le coscienze, sapeano poi colla pieghevolezza di
loro morale procacciarsi un gran numero di proseliti per tutto
l'orbe romano. Un cosiffatto rivolgimento verso l'idee religiose
e verso i riti dell' Oriente avvenne massimamente circa il tempo
degli Antonini. E se il più diffuso e il più tenace dei nuovi
culti non ha dubbio che fosse quello di Mitra, un altro che
pur di se lasciava non poche tracce nel mondo antico si è quello
del Giove Dolicheno; al quale appartengono i monumenti del-
l' Esquilino che qui divulghiamo, e che prendiamo a dichiarar
brevemente.
II. culto di Giove Dolicheno, che togliea il nome da Doli-
chene, città della Commagene 1 — ond' è che talfiata egli è detto
«
1 Strabo Geogr. XVI p. 749. — Che dalla città di Dolichene prendesse
il nome questo Giove lo attesta Stefano Bizantino; il quale dopo aver ri-
cordato la città di Aoài^tjvtj nella Siria aggiugne: ISvixòv SoXr/aìot; 'Levi;
o't S'sVixwp'Q' SoXi^yìvoì XÉyovrcci (Lib. I, p. 235). Il Giraldo nella sua clas-
sica Bistorta deorum fu il primo a ricordare un Giove Dolicheno serven-
dosi di quel passo di Stefano Bizantino (Syntag. II. Lugd. Batav. 1696 p. 111).
Lagnavasi a ragione il Maffei che dall' opere di quel dottissimo ferrarese
tutti abbiano attinto di continuo, il più delle volte senza neanche citarlo