ARCHEO LO G ICA MUNÌ CIP A LE
119
m. 109 dal canto S. 0. del ninfeo di Severo Alessandro, chia-
mato comunemente i trofei di Mario. Nel medesimo luogo, e
quasi ad un tempo col monumento di cui si ragiona, tornò in
luce anche una vasca marmorea di forma quadrilunga; e parte
di una grande tazza di marmo greco, riccamente ornata e di
squisitissimo intaglio, della quale sperasi ancora poter ricupe-
rare i frammenti che mancano. Nobilissimi luoghi erano questi :
e nuovi trovamenti ad ogni tratto ne vengono moltiplicando le
pruove.
Il nostro monumento, destinato — siccome vedremo —
all'uso di ricca ed elegante fontana, presenta la forma di quel
vaso da bere, in che degenerò col tempo il primitivo corno po-
torio, e che i greci denominarono rhyton. E scolpito in marmo
greco di grana minuta: dal plinto all' estremità dell' orifizio ha
un'altezza di m. 1,17; ed altrettanto dalla testa di animale,
che ne forma la punta, fino alla opposta curva esterna del corno.
Se ne vegga alla tav. XII la riproduzione fototipica nello
stato attuale ; ed alla tav. XIII n. 6 la figura delineata nel suo
vazioni fatte in contrario dal prelodato archeologo ci sembra che una sol-
tanto avrebbe realmente del peso, qualora si riscontrasse esatta : quella cioè
della piccolezza dei gradi dell' emiciclo. Ma, lasciando stare che su quei
gradi si siede benissimo , essi corrispondono alle misure assegnate da
Vitruvio , anzi le trapassano. Non ci fermiamo adesso a dimostrarlo, pe-
rocché è nostra intenzione di dare in altra occasione nuovamente la pianta
di queir edifizio-. comparandola con altre di edifizì consimili : massime
avendovi più recenti lavori apportato qualche leggera varianza. Varianza
che può anche avere alquanto modificato il nostro giudizio , ma nel senso
soltanto , che in luogo di tener quella sala siccome addetta più propria-
mente alle recitazioni, cotanto in uso presso i romani, inclineremmo a cre-
dere che avesse anche in genere potuto servire come teatro domestico, e
come odéo. Il Comune di Eoma, per cura di questa Commissione archeo-
logica, ha fatto eseguire il necessario ristauro di quel monumento ; e prov-
vederà quantoprima anche a munirlo di una stabile copertura, a tutela delle
pitture che ancora in parte vi si conservano. Per mala sorte sembra che la
parte dell' edifizio costituente il postscenium debba rimanerne distaccata per
circostanze dipendenti dalla nuova destinazione de1 luoghi. Ma si cercherà di
evitar questo sconcio, se sarà possibile.
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m. 109 dal canto S. 0. del ninfeo di Severo Alessandro, chia-
mato comunemente i trofei di Mario. Nel medesimo luogo, e
quasi ad un tempo col monumento di cui si ragiona, tornò in
luce anche una vasca marmorea di forma quadrilunga; e parte
di una grande tazza di marmo greco, riccamente ornata e di
squisitissimo intaglio, della quale sperasi ancora poter ricupe-
rare i frammenti che mancano. Nobilissimi luoghi erano questi :
e nuovi trovamenti ad ogni tratto ne vengono moltiplicando le
pruove.
Il nostro monumento, destinato — siccome vedremo —
all'uso di ricca ed elegante fontana, presenta la forma di quel
vaso da bere, in che degenerò col tempo il primitivo corno po-
torio, e che i greci denominarono rhyton. E scolpito in marmo
greco di grana minuta: dal plinto all' estremità dell' orifizio ha
un'altezza di m. 1,17; ed altrettanto dalla testa di animale,
che ne forma la punta, fino alla opposta curva esterna del corno.
Se ne vegga alla tav. XII la riproduzione fototipica nello
stato attuale ; ed alla tav. XIII n. 6 la figura delineata nel suo
vazioni fatte in contrario dal prelodato archeologo ci sembra che una sol-
tanto avrebbe realmente del peso, qualora si riscontrasse esatta : quella cioè
della piccolezza dei gradi dell' emiciclo. Ma, lasciando stare che su quei
gradi si siede benissimo , essi corrispondono alle misure assegnate da
Vitruvio , anzi le trapassano. Non ci fermiamo adesso a dimostrarlo, pe-
rocché è nostra intenzione di dare in altra occasione nuovamente la pianta
di queir edifizio-. comparandola con altre di edifizì consimili : massime
avendovi più recenti lavori apportato qualche leggera varianza. Varianza
che può anche avere alquanto modificato il nostro giudizio , ma nel senso
soltanto , che in luogo di tener quella sala siccome addetta più propria-
mente alle recitazioni, cotanto in uso presso i romani, inclineremmo a cre-
dere che avesse anche in genere potuto servire come teatro domestico, e
come odéo. Il Comune di Eoma, per cura di questa Commissione archeo-
logica, ha fatto eseguire il necessario ristauro di quel monumento ; e prov-
vederà quantoprima anche a munirlo di una stabile copertura, a tutela delle
pitture che ancora in parte vi si conservano. Per mala sorte sembra che la
parte dell' edifizio costituente il postscenium debba rimanerne distaccata per
circostanze dipendenti dalla nuova destinazione de1 luoghi. Ma si cercherà di
evitar questo sconcio, se sarà possibile.