32 ETRURIA MARITTIMA
e che si conviene di riconoscerlo in quello ora denominato Bieda, quantunque eziandio
si rinvengano molte reliquie di sepolcri scavati nei monti adiacenti alla stessa località
secondo il metodo tenuto dai più vetusti etruschi, e quantunque si veda annoverata
Blera da Strabonc tra le piccole città dell' Etruria esistenti al suo tempo, e così da
Plinio ricordati i blerani tra i popoli della stessa regione, pure non si rinviene alcun auto-
revole documento storico che ne contesti il vetusto stato di sua prosperità, e solo si
conosce da qualche iscrizione che nel tempo dell'impero romano aveva dei curatori che
ne amministravano il governo municipale (56). Sussistono a poca distanza ruderi dei
ponti e di altre opere che appartenevano alla via Claudia che transitava per lo stesso luogo.
Non si può lasciare questa esposizione storiea senza far cenno del luogo ora oc-
cupato dalla città di Viterbo e suo territorio, non perchè si voglia esso appropriare ai
tarquiniensi, ma perchè è compreso nella regione presa a considerare in questo quinto
partimento. Ed a riguardo di tale luogo è da osservare che, quantunque si sia voluto
attribuire ad esso la riunione di quattro delle più rinomate città dei vetusti etruschi,
quali erano quelle distinte con i nomi di Fano di Voltumna, presso al quale solevano
tenere le grandi congregazioni i popoli dell'Etruria, di Arbano, di Vetulonia e di Lon-
gola, sull'appoggio principale delle quattro lettere iniziali che stanno nello stemma di
quella città, e di altri documenti immaginati precipuamente dall'Annio Viterbese, pure
si conviene ora, secondo più studiate ricerche, di riconoscere in quel luogo la corri-
spondenza di Surrina, di cui soltanto si trova fatta menzione in alcune iscrizioni del-
l'epoca imperiale ora considerata (57). Non però si deve dedurre da questa opinione
che quel luogo stesso non fosse stato in modo ragguardevole abitato dagli antichi etru-
schi; giacché sussistono resti di alcune tombe formate secondo la vetusta struttura che
contestano la esistenza di alcun antico popolo: ma poi non si può appropriare ad esso
alcun nome se- non colle memorie degli ultimi tempi imperiali. Contestano eziandio
essere stato in modo ragguardevole abitato lo stesso luogo in questa epoca le reliquie
precipuamente di mura e di un ponte dell'antica via Claudia che transitava da vicino.
In diversi altri luoghi della parte della regione etrusca, compresa nelle attinenze dei
tarquiniensi, si trovano bensì memorie particolari di essere stati abitati nell'epoca ora
considerati, ma non sussistono notizie che meritano di essere prese in considerazione
in questa esposizione storica, e perciò se ne pone fine per passare all'esposizione topo-
grafica della medesima regione.
(5G) Strabone Lib. V. e. 4. Plinio Hist. Lib, HI. e. 8. Schiassi nella Guida- del Musco di Bologna pag. 3f. riferisce una
iscrizione con l'indicazione di CVRATARI . OCRICVLANORVM . CVRATORI . BLERANORVM. Da alcune osservazioni poi spe-
cialmente fatte dal professore Orioli, precipuamente sull'autorità di alcune iscrizioni etruschc riferite dal Lanzi e citate nel primo
suo indice, alla voce PHLERE, giudicò di potere stabilire che Phlera doveva essere dagli antichi denominato quel luogo. (Ann.
dell'Istit. di Corrispondenza Archeologica Ann. 1833 p. 19).
(57) Le memorie sulle indicate varie opinioni di Viterbo furono principalmente esposte dal Mariani nella sua opera De
Etruria Metropoli, quae Turrhenia, Turscnia, Tuscania, alque Beterbon dieta est. E quindi anche più ampiamente dal Bussi nella
sua Storia della Città di Viterbo. Le più probabili ed accurate appropriazioni poi si devono agli studj del professore Orioli che
coll'appoggio delle iscrizioni, già pubblicate dal Muratori alla pag. CCI e MLXXXI1I e dal Marini nei monumenti Arvali pag. 424,.
ha creduto di riconoscervi la corrispondenza dell'antica Surrina. ( Nouvcl. Ann. Inst. 183G p. 41 e memorie lette nell'Instituto,
nel decembre 1847).
e che si conviene di riconoscerlo in quello ora denominato Bieda, quantunque eziandio
si rinvengano molte reliquie di sepolcri scavati nei monti adiacenti alla stessa località
secondo il metodo tenuto dai più vetusti etruschi, e quantunque si veda annoverata
Blera da Strabonc tra le piccole città dell' Etruria esistenti al suo tempo, e così da
Plinio ricordati i blerani tra i popoli della stessa regione, pure non si rinviene alcun auto-
revole documento storico che ne contesti il vetusto stato di sua prosperità, e solo si
conosce da qualche iscrizione che nel tempo dell'impero romano aveva dei curatori che
ne amministravano il governo municipale (56). Sussistono a poca distanza ruderi dei
ponti e di altre opere che appartenevano alla via Claudia che transitava per lo stesso luogo.
Non si può lasciare questa esposizione storiea senza far cenno del luogo ora oc-
cupato dalla città di Viterbo e suo territorio, non perchè si voglia esso appropriare ai
tarquiniensi, ma perchè è compreso nella regione presa a considerare in questo quinto
partimento. Ed a riguardo di tale luogo è da osservare che, quantunque si sia voluto
attribuire ad esso la riunione di quattro delle più rinomate città dei vetusti etruschi,
quali erano quelle distinte con i nomi di Fano di Voltumna, presso al quale solevano
tenere le grandi congregazioni i popoli dell'Etruria, di Arbano, di Vetulonia e di Lon-
gola, sull'appoggio principale delle quattro lettere iniziali che stanno nello stemma di
quella città, e di altri documenti immaginati precipuamente dall'Annio Viterbese, pure
si conviene ora, secondo più studiate ricerche, di riconoscere in quel luogo la corri-
spondenza di Surrina, di cui soltanto si trova fatta menzione in alcune iscrizioni del-
l'epoca imperiale ora considerata (57). Non però si deve dedurre da questa opinione
che quel luogo stesso non fosse stato in modo ragguardevole abitato dagli antichi etru-
schi; giacché sussistono resti di alcune tombe formate secondo la vetusta struttura che
contestano la esistenza di alcun antico popolo: ma poi non si può appropriare ad esso
alcun nome se- non colle memorie degli ultimi tempi imperiali. Contestano eziandio
essere stato in modo ragguardevole abitato lo stesso luogo in questa epoca le reliquie
precipuamente di mura e di un ponte dell'antica via Claudia che transitava da vicino.
In diversi altri luoghi della parte della regione etrusca, compresa nelle attinenze dei
tarquiniensi, si trovano bensì memorie particolari di essere stati abitati nell'epoca ora
considerati, ma non sussistono notizie che meritano di essere prese in considerazione
in questa esposizione storica, e perciò se ne pone fine per passare all'esposizione topo-
grafica della medesima regione.
(5G) Strabone Lib. V. e. 4. Plinio Hist. Lib, HI. e. 8. Schiassi nella Guida- del Musco di Bologna pag. 3f. riferisce una
iscrizione con l'indicazione di CVRATARI . OCRICVLANORVM . CVRATORI . BLERANORVM. Da alcune osservazioni poi spe-
cialmente fatte dal professore Orioli, precipuamente sull'autorità di alcune iscrizioni etruschc riferite dal Lanzi e citate nel primo
suo indice, alla voce PHLERE, giudicò di potere stabilire che Phlera doveva essere dagli antichi denominato quel luogo. (Ann.
dell'Istit. di Corrispondenza Archeologica Ann. 1833 p. 19).
(57) Le memorie sulle indicate varie opinioni di Viterbo furono principalmente esposte dal Mariani nella sua opera De
Etruria Metropoli, quae Turrhenia, Turscnia, Tuscania, alque Beterbon dieta est. E quindi anche più ampiamente dal Bussi nella
sua Storia della Città di Viterbo. Le più probabili ed accurate appropriazioni poi si devono agli studj del professore Orioli che
coll'appoggio delle iscrizioni, già pubblicate dal Muratori alla pag. CCI e MLXXXI1I e dal Marini nei monumenti Arvali pag. 424,.
ha creduto di riconoscervi la corrispondenza dell'antica Surrina. ( Nouvcl. Ann. Inst. 183G p. 41 e memorie lette nell'Instituto,
nel decembre 1847).