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Apuleio.

V alerti
fiacco •
Gnidio <■

Apuleio.
M art tiriti*

sra Imagine de ì Dei
Et Apuleio Fà , che Iside steìTa così parla della FuaFesta . Là mi»
religione comincierà dimane per durare poi eternamente, & essen-
dogià mitigatele tempestedeirinuerno, & Fatto il maredi turba-
to,& tempestoso quieto & navigabile,i miei Sacerdoti misacrifi-
cherano vna picciola nauicella adimostratione del mio passaggio «
Alla quale cosa hebbero anco Forsè mente alcuni popoli della Ger
mania , li quali,come riferisce AlelTandro Napolitano, adorauano
vna Liburna,che è certa sorte di nane piccioia,& veloce, & potre-
mo forsè dire,che fo(Te,come hoggi sono i bergantÌni,oUero le fre-
gate,credendo,che folle quella la vera imagine di Iside , il cui Si-
mulacro,dice Eliano,che in Egitto haueua il capo cinto , & coro-
nato di vn Serpente,& il medesimo lì legge appresib di Valerio Flac
co,che le dà parimente il ciembalo in mano.Ouidio, quando la fa
apparire in sogno a Theletusa,così la dipinge, mettendo con lei
alcuni altri anchorà de i Dei dello Egitto^
A Theletufa a meza notte apparue
D'Inaco la figliuola accompagnata
Da be' mi sieri] con non finte larue
Da due corna la fronte hauea fognata
La qual di bianche -, e di mature s iche
Con vaghezza mirabile era ornata »
Anubi ì che con 'voci à buoni amiche »
Cagninamente latrai e'I feltro portai
Che gli pofero in man le genti amiche •
Tubaste finta , & Api , e chi conforta
Le perfine al filentio era con lei
Al bel tacer con man facendo fiori a *
L quei i che Van con dolorofi homei
Cercando fempre , ofiri, che fu pollo
Poi da la moglie fra gli eterni Dei «
£ le fono i Serpenti >et Si ri accoflo
Apuleio medesimàmente finge di hauerla villa in sogno già qua
do egli era A sino,& così la descriue che molto bene si può vedere,
ch’ella era la Lunata quale quelli di Egitto con adombrati miste-
uj adorauano. Onde Marnano, fa che Filologia entrata nell’or-
be della Luna vede quivi i ciembali,che tante volte hò già nomi-
nati9
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