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Volume I.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Teorica

vuoisi dal Zaccaria ( Stona letteraria d'Italia, ed.
Venezia ijj}, t. V, p. )ój; Diss. di Storia ecclcs.
Roma, 179;, toni. Ili, p. 24)') fatta dipingere dal
bel principio, ricostruendosi la Basilica da Valen-
tiniano, Teodosio ed Arcadie a cui die compimento
nel 4i) l'Imperatore Onorio. Le pitture però vi
possono essere state poste circa il 417: dappoiché
Innocenzo I, die'egli, è l'ultimo Papa dipinto sul
lato meridionale senza titolo di santo. Altri pensano
che questa serie di Papi l'abbia messa Papa Leone:
ma pare a me, come ho esposto altrove, esser più
probabile che ne sia Fautore Papa Zosimo (Vedi
voi. III, pag. 2)). Egli è d'uopo far notare, che, non
ostante questa divergenza di opinioni, tutti con-
veniamo in ciò che più importa, esser cioè le pre-
dette pitture del secolo quinto. Ed è poi una vera
fortuna, che le abbiamo sott'occhio, laddove il Bian-
chini, il Marangoni e quant' altri le hanno studiate
e divulgate per le stampe, non le poterono esami-
nare da vicino. Stando adunque all'autorità di esse,
che è gravissima per l'età e il luogo dove furon
dipinte, noi dovremo riconoscere antichissima es-
sere la tradizione della fascia episcopale introdotta
da S. Lino, come al secolo duodecimo affermava
Rupcrto di Duits (De divin. off. e. 27). Perocché egli
è il primo che chiaramente vi si vede esserne
adorno (tav. 108, 2), e non solo sopra Fornero de-
stro, come, sebbene con molta incertezza, lo espresse
il Marangoni (Op. cit. p. ?), ma, siccome è sulla
pittura, anche sul sinistro. Puossi adunque conchiu-
dere, che questa forma di pallio era già in uso
quando quei primi ritratti e busti furono dipinti (1).
Che se vi aggiugneremo il vetro che rappresenta
Papa Liberio (tav. 188, /), noi saremo giunti a
mezzo il secol quarto, al qual tempo non arrivano
di certo i monumenti delle altre chiese, e dimostrar
possiamo, che il pallio sacro, a molti doppii pie-
gato, adoperavasi in Roma molto innanzi a S. Gre-

gorio Magno, egualmente che il pallio disteso e
affibbiato sul petto.

Per la qual cosa chiaro apparisce che a stabilir
la prima origine di questa fascia episcopale noi
possediamo monumenti di certa età, anteriori al
musaico di Eufrasio in Ravenna. Se quindi alcuno
crede che Angelo Rocca ha dimostrato essere questa
fascia di greca origine, noi certamente non saremo
di questa opinione. Il solo argomento che egli al-
lega si è che i Greci mai non l'usarono d'altra
forma, quando invece i Latini, die'egli, n'ebbero
una in forma di circolo, dal mezzo della quale sì
alla schiena e sì davanti al petto pendeva vertical-
mente una striscia. Ciò è verissimo: nonpertanto
non vi ha verun antico monumento che vaglia a
dimostrarne l'origine nella Chiesa greca, e però
a provare che i Latini debbano necessariamente
averla copiata dai Greci. Gli esempii, che avrebbe
potuto allegare il Rocca, sono di tarda età, quando
già si erano introdotte due nuove maniere di pallii
sacri. Imperocché v'era il pallio in forma di rombo,
che il Papcbrochio (De pali pont. in propri. Mai)
dice essere venuto in uso tra il secolo X e F XI,
e quello in forma di cerchio, che gli pare nato al
secolo XII, e ne cita in prova il musaico di S. Maria
trastiberina. Ma il primo in forma di rombo era
già in uso al secolo nono : di che è prova sicura il
maraviglioso altare d'argento dorato con la storia
di S. Ambrogio, posto dal Vescovo Angilberto nella
Basilica di S. Ambrogio in Milano nella prima metà
del secolo IX, ove S. Ambrogio e Angilberto stesso
vestono il pallio sacro della forma predetta, con due
larghe strisce pendenti l'una al dorso e l'altra da-
vanti : del secondo poi danno ampia conferma le
pitture della sotterranea Basilica di S. Clemente,
anteriori al secolo XII. E quando vennero in uso,
furono comuni alle due Chiese, la greca e la latina,



(i) E sommamente necessario avvertire di guardarsi dal prendere
per pallio episcopale un ornato delle casule, del quale abbiamo esempio
in S. Asterio prete, nel musaico di S. Venanzio: sulla cui penula o
casula è cucita una striscia davanti, e un'altra ve ne dovea essere di
dietro, le quali partono da una fascia in l'orma di cerchio, cucita attorno

allo sbocco del collo. Quest'ornato non è pallio episcopale, ma ne imita
la l'orma ora romboidale, come nel dittico di Cremona dei santi Teo-
doro ed Acacio, ora circolare, le quali due l'orme furono adoperate pei
pallii assai più tardi. Vedi Mauro Sarti, De l'eteri casula diptycha,
Faventiae, iy53, e. Ili, ì; 5 e segg.

IO* —
 
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