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https://doi.org/10.11588/diglit.4667#0155
LIBRO TERZO
DEL SIMBOLO
CAPITOLO PRIMO
ORIGINE DEL SIMBOLO
I
1 simbolo è un segno visibile, dal quale argo-
mentiamo alcuna cosa che ai sensi non è manifesta.
Vi ha dei segni naturali, come il fumo è segno
del fuoco ; e dei segni soprannaturali, come il mi-
racolo è segno della virtù superiore alla natura :
e però nella Scrittura anche i miracoli sì dicono
segni. Vi ha dei segni, dei quali ci è maestra
l'esperienza: cosi quando vediamo un cane a noi
noto, che suole accompagnare il suo padrone, noi
facciamo congiettura che il padrone tosto arri-
verà. Segni convenzionali diciamo quei che sono
stabiliti dal mutuo consenso, qual fu il funicelle
rosso messo da Raab fuori della finestra di sua casa.
L'apprendere un oggetto che non vediamo, per
mezzo di un oggetto che vediamo, è conseguenza
di un confronto o collazione che fa il nostro in-
telletto; e poiché i Greci dicono av/xfèaXkeiv ciò
che noi diciamo confrontare, indi è nato che il
cy\[x£Ìov, segno che noi conferiamo, si prenda per
av/xfioXov, simbolo. Ma, quando si vuol parlare
propriamente, il simbolo, ov/j.(ìo\ov, è solo quel
segno nel quale l'intelletto scorge un'analogia con
altra cosa, sia che derivi dalla natura, come la co-
lomba è simbolo della semplicità, l'agnello della
mansuetudine; sia che abbia origine dalla illazione
fondata sopra principii certi. Tal è il significato
che la Chiesa ammaestrata da Cristo dà agli av-
venimenti dell'antico Patto; i quali tutti, come
scrive S. Paolo, erano figura, simbolo di ciò che
doveva avverarsi nel nuovo Patto : omnia in figura
contingebant illis. Niente v'è di più chiaro del-
l'esempio allegato del funicello rosso: perocché la
storia racconta che esso fu un segnale convenuto
fra le spie di Giosuè e la donna di Ierico, che
diede loro alloggio, affinchè nell'assalto e nella
presa della città quella casa fosse risparmiata e
ne andassero salve le persone: ma i SS. Padri vi
— i5i —
DEL SIMBOLO
CAPITOLO PRIMO
ORIGINE DEL SIMBOLO
I
1 simbolo è un segno visibile, dal quale argo-
mentiamo alcuna cosa che ai sensi non è manifesta.
Vi ha dei segni naturali, come il fumo è segno
del fuoco ; e dei segni soprannaturali, come il mi-
racolo è segno della virtù superiore alla natura :
e però nella Scrittura anche i miracoli sì dicono
segni. Vi ha dei segni, dei quali ci è maestra
l'esperienza: cosi quando vediamo un cane a noi
noto, che suole accompagnare il suo padrone, noi
facciamo congiettura che il padrone tosto arri-
verà. Segni convenzionali diciamo quei che sono
stabiliti dal mutuo consenso, qual fu il funicelle
rosso messo da Raab fuori della finestra di sua casa.
L'apprendere un oggetto che non vediamo, per
mezzo di un oggetto che vediamo, è conseguenza
di un confronto o collazione che fa il nostro in-
telletto; e poiché i Greci dicono av/xfèaXkeiv ciò
che noi diciamo confrontare, indi è nato che il
cy\[x£Ìov, segno che noi conferiamo, si prenda per
av/xfioXov, simbolo. Ma, quando si vuol parlare
propriamente, il simbolo, ov/j.(ìo\ov, è solo quel
segno nel quale l'intelletto scorge un'analogia con
altra cosa, sia che derivi dalla natura, come la co-
lomba è simbolo della semplicità, l'agnello della
mansuetudine; sia che abbia origine dalla illazione
fondata sopra principii certi. Tal è il significato
che la Chiesa ammaestrata da Cristo dà agli av-
venimenti dell'antico Patto; i quali tutti, come
scrive S. Paolo, erano figura, simbolo di ciò che
doveva avverarsi nel nuovo Patto : omnia in figura
contingebant illis. Niente v'è di più chiaro del-
l'esempio allegato del funicello rosso: perocché la
storia racconta che esso fu un segnale convenuto
fra le spie di Giosuè e la donna di Ierico, che
diede loro alloggio, affinchè nell'assalto e nella
presa della città quella casa fosse risparmiata e
ne andassero salve le persone: ma i SS. Padri vi
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