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LIBRO NONO

ANNALI DELL'ARTE CRISTIANA

SECOLO V.

DALL'ANNO 4oo AL *oo IN CIRCA.

(Anno 4o3 in circa.)
S. AGOSTINO.

s.

Agostino scriveva nel lib. XXII, cap. 7} con-
tro Fausto circa il 4oo, che il sacrifizio di Abramo
tanto ripetutamente decantato e dipinto per tutto,
dovrebbe ferire gli orecchi e gli occhi di quel Ma-
nicheo : Factum ita nobile tot linguis cantatimi tot
locis pictum et aures et oculos dissimulantis feriret.
Al tempo medesimo, nel primo dei due libri De
consensu Evangelistarum, al capo io, dice che assai
frequenti erano quelle pitture parietarie nelle quali
si vedeva Cristo coi due Apostoli Pietro e Paolo,
e che gì' impostori che avevano finto un carteggio
del Signore con quei suoi due Apostoli, non ne
avevano tratto l'argomento dai sacri codici, ma da
quelle pitture: Christum et discipulos eius non in
sanctis codicibus sed in pictis parietibus quaesierunt.

Sembra certo che per festeggiare la traslazione
delle reliquie di S. Stefano, si fosse in Ippona
dipinto il suo martirio. S. Agostino pare ne additi
la pittura al popolo raccolto in quella Basilica,
quando scrive {Sermo CCCXVI, e. V): Dulcissima
pictura haec est, ubi videtis sanctum Stephanum

lapidari; videtis Saulum lapidantium vestimento ser-
vantem... die tunc agnus erat, Me autem lupus erat:

modo autem ambo agni sunt.

S. PAOLINO DI NOLA.

Ponzio Meropio Paolino fu uomo di alto legnag-
gio, di amenissimo ingegno e, quel che è più, di
santa vita. Il suo nome grecanico è Meropio: na-
cque a Bordeaux e fu discepolo di Ausonio ; ebbe
un consolato suffetto; tolse a consorte Terasia, si
fé'battezzare l'anno }8o: indi, mortogli il figlio,
da ricchissimo che era si fece povero distribuendo
le sue sostanze ai poveri, visse in continenza colla
moglie da monaco, poi fu ordinato prete, passò in
Italia ove conobbe S. Ambrogio, e a Roma Papa
Siricio. Passando di là a Nola impiegò ciò che gli
rimaneva in edificare chiese dal 4o2 al 4o4, e di
poi fu eletto Vescovo.

Al 4o2 rispose a Sulpicio Severo (Epìst. XXX,
ed. Murat. pag. 18 5, 186) che dimandava da lui
un suo ritratto e della moglie: egli se ne scusò
con molta umiltà; indi l'anno seguente Ao) scri-
vendo a lui di nuovo (Ep. XXXII), si rammarica

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