I.
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'tire
trasPonm
flume quelle
>se*> «Ìsole
tettante dm
'votare ehi
rno, quando
ite di p^
ria già da
ono un alte
Ulisse die*
, Jccortosi
ili colà si
vergini ri-
sola Nau-
netto., stette
, che non
ginocchia,
he gli ®&
iste perdi
;se lena?'
a p& &*
m
lui favole. La nobile verginella risponde alfa,
strani ero con somma gentilezza, e lo informa
dell'esser suo, e dell' isola nella quale è capi-
tato? ed ordina alle ancelle che in, vece di fug-
gire vengano esse pure a porgere qualche ristoro,
col cibo («. 209) a quel misero; e dopo averlo re-
frigerato lo condussero, ad un lavacro uelfiume%
oy egli volle nettarsi dalla salsedine lasciatagli
dalle acque marine, e coprissi della veste di che
JYausicaa gli àvea fatto dono. JPallade che non
soleva mai abbandonar quelV eroe, lo decoro,
in quell'istante di non ordinaria bellezza, che
non sfuggi agli qcchi della principessa che prò-
(eggevalo, e volle eh et venisse alla reggia, se-
guendo colle ancelle il di lei carro\fin presso alla
città (y, 255), ma non più oltre, perchè il volgo,
non avesse luogo di mormorare, o almen supporre
che fosse costui lo scelto, sposo, ma fermatosi
ad un destinato luogo venisse, dopo ch'ella da
qualche momento fosse già tornata al padre .
Allora egli pure entri nella città,e giunto al palaz-
zo del re, che facile è il ravvisarlo per la sua ma-
gnificenza, cerchi d'insinuarsi dalla regina ( v.
5o5)y ed a lei chieda soccorso per tornare solleci~
tamente alla patria, e non dubiti che certamente
sarà esaudito ; e cosi Ju fatto ; sicché Ulisse
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flume quelle
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'votare ehi
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, che non
ginocchia,
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lui favole. La nobile verginella risponde alfa,
strani ero con somma gentilezza, e lo informa
dell'esser suo, e dell' isola nella quale è capi-
tato? ed ordina alle ancelle che in, vece di fug-
gire vengano esse pure a porgere qualche ristoro,
col cibo («. 209) a quel misero; e dopo averlo re-
frigerato lo condussero, ad un lavacro uelfiume%
oy egli volle nettarsi dalla salsedine lasciatagli
dalle acque marine, e coprissi della veste di che
JYausicaa gli àvea fatto dono. JPallade che non
soleva mai abbandonar quelV eroe, lo decoro,
in quell'istante di non ordinaria bellezza, che
non sfuggi agli qcchi della principessa che prò-
(eggevalo, e volle eh et venisse alla reggia, se-
guendo colle ancelle il di lei carro\fin presso alla
città (y, 255), ma non più oltre, perchè il volgo,
non avesse luogo di mormorare, o almen supporre
che fosse costui lo scelto, sposo, ma fermatosi
ad un destinato luogo venisse, dopo ch'ella da
qualche momento fosse già tornata al padre .
Allora egli pure entri nella città,e giunto al palaz-
zo del re, che facile è il ravvisarlo per la sua ma-
gnificenza, cerchi d'insinuarsi dalla regina ( v.
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tamente alla patria, e non dubiti che certamente
sarà esaudito ; e cosi Ju fatto ; sicché Ulisse