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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0404
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288

divisero i giovanetti V uno e Valtro incaìnmi*
nati alle proprie case. Neil'atto che Telemaco
era per lasciare il lido argivo sopraggiunse a
lui un indovi no. che discende a dalla famosa stir-
pe di Melampo (v. 2 25), e qui Omero narra di
Melampo e di JYeleo le principali avventure, e
quelle d''Antifate e del fratello, d'Anfiarao disce-
so da loro ed amato oltremodo da Giove e da
Febo, il quale, per avarizia di sua moglie, perì a
Tebe, e quelle altresì di Manzio e de'suoi figli
Clito e Polifide e gli amori di Olito con £ Au-
rara ( v. 25o) e Varte del vaticinio che avea
Polifide, Figlio di costui fu Teoclimeno che pre-
sentassi a Telemaco, e interrogollo di sua con-
dizione, dopo di che, gli espose la propria, e pre-
gollo che l' accogliesse nella sua nave, e V ot-
tenne. Pallade mandò a que' naviganti propizio
il vento, ma quando all' imbrunir della sera fu-
rono alle coste dell' Elide presso gli Epei (v.2^7),
temeva, il figlio d Ulisse di non sapere schivar
le insidie dei proci.

Frattanto Ulisse ch'era a mensa con Eu-
meo propose d'andare alla città, mendicando la
vita per non essere all'ospite suo di soverchio
aggravio, proponendosi di, offrirsi specialmen-

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