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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0420
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502

lemaco stando nella sua nave. Mentre così m~
gionavano la madre, il figlio e lo straniero in*
dovino, i proci davanti alla casa divertivansi
a lanciar dischi e dardi ( v. 160 ), finché en-
trarono a mensa, e frattanto s9 affrettavano a
venir dai campi alla città Ulisse ed EumeOj
essendosi caricato il vecchio del rozzo zaino, e
tenendo un ruvido bastone in mano . Cammìn
facendo s"incontrarono in un capraio nominato
Melanzio ( v. 212), che appena li vide loro disse
aspre villanie, che facean fremere Ulisse, il quale
a stento si trattenne dal prenderne aspra vendet-
ta , poiché ardì Melanzio di darli un calcio in
una coscia, Eumeopregava il cielo che tornasse in
Itaca Ulisse, onde prendere di questi oltraggi
vendetta, e rimproverò il capraio detta sua pe-
tulanza, e n ebbe a vicenda aspre parole. Ma
il capraio, men lento al cammino, giunse per
tempo alla città e portatosi ove banchettavano
ì proci, s assise tra loro dirimpetto ad Euri-
maco suo confidente ( v. iby ) e pronti i ser-
vi e le ancelle portavangli di che saziarsi col
cibo.

Ulisse ed il pastore giunsero al regio al-
bergo più tardi, ed arrestaronsi ad ascoltare
il suono della cetra colla canzone da Femio-

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