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Inghirami, Francesco [Hrsg.]
Galleria Omerica o raccolta di Monumenti antichi (Band 3) — [S.l.], 1836

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https://doi.org/10.11588/diglit.3666#0479
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348

mente sarebbesi piegato, ma fu vano tentativo
di molti, poiché non corrispondeva la forza del-
le lor braccia. Da tal cimento s*astenevano i
proci JEurimaco, ed A ntinoo, ch'erano i primi
di grado e di valore ( v. 186 ).

Intanto uscirono dal palazzo idue pastori
Eumeo, e Filezio, e dopo loro Ulisse, e riuni-
tisi, domando il vecchio ai pastori se soprav-
venendo improvvisamente al cospetto loro U-
lisse, avrebbero preso il partito di sua difesa, o
di quella de* proci, e tosto dichiararonsi a favore
del loro padrone legittimo. Quando egli fu assi-
curato dell'animo loro favorevole, si dette a co-
noscere per queir Ulisse che tanto bramavano,
e fatte a quefidi larghe promesse per la fé -
deità loro, volle convincerli della sua presenza,
col mostrare ad essi la cicatrice lasciatagli
dalla ferita eh! ebbe dal cinghiale sul monte
Parnaso, quando era alla caccia coi figli di
Autolieo ( v. 2&0 ). Piangevano essi per te-
nerezza baciandoli e mani ed omeri e testa ,
ma Ulisse frettoloso li prego di sospendere le
lacrime per non essere scoperti dai proci , e
quindi concertò di tornare seco loro nella sala
della reggia . L' eroe ordino ad Eutneo che a
un dato segno recar gli dovea-Varco e la fa-

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