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DELL’ ISTORIA DI VERONA
ove dell’Isloria di Verona si tratti , men-
tre Tappiamo, come due di quelli primarii
lumi delle Latine lettere furono appunto
di quello paese nativi.
Sopra inconcussò fondamento posando a-
dunque, a gli Euganei , ed a’ Reti doverli
riferire la Città nollra , non si vuol lasciar
d’avvertire, come sembra però, aver Pli-
nio in tal luogo voluto indicar quelle origi-
ni particolari di ciascuna Città, delle qua-
li continuata tradizione era rimasa, e dal-
le quali l’ingrandimento loroavea forsepre-
so comincia mento; non già quella primiti-
va, ed oscura, che secondo il consenso di
gravilììmi Scrittori a molte delle più anti-
che Città d’Italia fu comune , cioè dagli
Etrusci, che noi però nel Ragionamento
sopra di elsi già publicato, abbiam chiama-
ti Itali primitivi. Mostrammo in elso assai
probabile, che cosloro da quelle genti pro-
cedellèro , le quali sletterò un tempo nel
Canaan; e tal complesso di congetture ci
venne fatto di por quivi insieme per conva-
lidar tal sentenza, e fondate su tanta uni-
formità d’inslituti, di coslumi, di gover-
no, di lingua, e di nomi d’uomini, e di
Città, che insigni Letterati dotte Disserta-
zioni in favore, e per conferma di tal pen-
siero si son modi a scrivere. L’ antico gri-
do, che follerò venuti di Lidia, nacque da
equivoco, per essersi nell’ antichissìme età
confusi talvolta, e tisati promiscuamente i
A4.szw. nomi di Lidia, ed’Alia, come da Erodo-
to si può raccogliere , ove dice , che Alio
fu Re di Lidia, e che alla terza parte del
mondo diè il nome; e dagli Scoliasli d’ A-
ad Ub. i. pollonio Rodio, ove dicono che la Lìdia fi
chiamava prima Afta-,e da Seneca, chescris-
«d iielu. se arrogarli 1’Alia l’origine de’Toschi; e
o 6- da Sello Ruffo, che chiamò la Lidia fede
antica de' Regni , il che alla Lidia regione
non competea certamente: come non com-
peteva a’ suoi abitanti, l’edere slati i primi
a coniar monete, nè sedere slati i primi a
far barche, e ad entrar’ in mare, che da
Erodoto, e da Isidoro a’ Lidi si attribuì ;
ma ben competeva a’ Fenicii, e a gli altri
Cananei. Perciò Dionigi Alicarnasìèo tro-
vando , che con gli abitanti della region
particolare detta poi Lidia non aveano i
Toscani relazione alcuna nè per lingua, nè
per inslituti, giudicò falsa la fama dell’ es-
ser venuti di Lidia gli Etrusci. Or quella
gente in progresfo di tempo, ma però aliai
prima che Roma, secondo il commi grido,
siedisicallè, occupò l’Italia da un capo all’
altro, cioè dall’Alpi allo Fretto di Sicilia,
di che i nomi dell’uno e l’altro de’nostri
mari, e Dionisio , Livio, Plutarco, Ser-
vio , ed altri Scrittori sanno teslimonianza.
Come tra cosloro niente monche tra’ Gre-
ci fionderò le bell’arti, e come da edi più
che da’ Greci prendesser poseia i Romani
gl’ inslituti loro, e la disciplina > abbiam
brevemente esposlo in detto Ragionamen-
to, e dalle antichità Etrusche slampate di
freseo a Firenze ampiamente si può racco-
gliere. Quelli, che vennero di qua dall’ A-
pennino, occuparono tutta la pianura tra ’l
mare, e i monti. e tutto il lungo tratto di
qua dal Po, come da Livio singolarmente
s’ impara; e si di vi sero in dodici tribù, o
Republiche , come di là dall’ Apenni-
no , e di là dal Tevere ancora avean fatto.
Non esfondo improbabile , che altrettante
Città edificassoro, non è mancato chi abbia
voluto indovinar quali fodero . Tomaso j,4. r. 5.
Dempslero ne’ suoi libri dell’ Etruria per «
una di esie assognò Sarmione nella penisola
del noslro lago di Garda; ma i suoi moti-
vi per verità son ridevoìi. Che una di quel-
le dodici principali fossè Verona, come il
Panvinio suppose, non si può con sicurez- Ant. Ver.
za affermare, benché il fito lo persuada i'az- 141
per più ragioni: ma è bensì tanto più veri-
sìmile, che tal sito inosforvato da cosloro
non rimanesse, e che a moltiplicare in elio
le abitazioni, e per conseguenza a dar prin-
cipio a quella Città, non lasciassoro di por
mano: poiché il giro, e il ripiegar dell’A¬
dige, che abbraccia il giu sio spazio d’una
Città da tre parti, veniva a coslituire un
luogo molto agevole a esfcr reso sicuro dagl’
insoiti, c quali naturai Fortezza; e il tro-
varli appunto, ove finalmente ha termine
da quella parte il lunghissimo giogo de’
monti, fa participar quello sito, e de’ co-
modi, e dell’ampiezza del piano, e della
delizia, e del benefizio de’ colli. Egli è no-
to, cornei superiori luoghi frequentati fu-
rono avanti degl’inferiori, poiché ne’primi
tempi le pianure lontane da’ monti veniva-
no ad esfcr dall’acque, e da’fiumi non an-
cor regolati, nè per umana industria conte-
nuti, occupate facilmente , e coperte. Con-
corre a far creder tenuto da quella pri-
ma gente quello tratto, l’essersi disotterra-
to anche nel paese noslro qualche monu-
mento Etrusco, e di quell’ antichissìme, e
ignote lettere inciso: parimente l’antica, e
comune opinione, la qual ben traspira in
Catullo , ove per la fama in que’ tempi ,
che di Lidia venuti fosfcro i T oschi, chia-
ma Lidio il noslro Iago, come per l’islessà Lydì™
ragione Lidio da Virgilio , e da Stazio si
chiamò il Tevere, e Lidia da Rutilio Nu-
maziano si chiamò la Toscana. Aggiunga-
li , che pochi anni sono due Iscrizioni si so-
no scavate, l’una a S. Ambrogio, l’altra pò-
co lontano da Fumane, le quali ci hanno
seo-
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DELL’ ISTORIA DI VERONA
ove dell’Isloria di Verona si tratti , men-
tre Tappiamo, come due di quelli primarii
lumi delle Latine lettere furono appunto
di quello paese nativi.
Sopra inconcussò fondamento posando a-
dunque, a gli Euganei , ed a’ Reti doverli
riferire la Città nollra , non si vuol lasciar
d’avvertire, come sembra però, aver Pli-
nio in tal luogo voluto indicar quelle origi-
ni particolari di ciascuna Città, delle qua-
li continuata tradizione era rimasa, e dal-
le quali l’ingrandimento loroavea forsepre-
so comincia mento; non già quella primiti-
va, ed oscura, che secondo il consenso di
gravilììmi Scrittori a molte delle più anti-
che Città d’Italia fu comune , cioè dagli
Etrusci, che noi però nel Ragionamento
sopra di elsi già publicato, abbiam chiama-
ti Itali primitivi. Mostrammo in elso assai
probabile, che cosloro da quelle genti pro-
cedellèro , le quali sletterò un tempo nel
Canaan; e tal complesso di congetture ci
venne fatto di por quivi insieme per conva-
lidar tal sentenza, e fondate su tanta uni-
formità d’inslituti, di coslumi, di gover-
no, di lingua, e di nomi d’uomini, e di
Città, che insigni Letterati dotte Disserta-
zioni in favore, e per conferma di tal pen-
siero si son modi a scrivere. L’ antico gri-
do, che follerò venuti di Lidia, nacque da
equivoco, per essersi nell’ antichissìme età
confusi talvolta, e tisati promiscuamente i
A4.szw. nomi di Lidia, ed’Alia, come da Erodo-
to si può raccogliere , ove dice , che Alio
fu Re di Lidia, e che alla terza parte del
mondo diè il nome; e dagli Scoliasli d’ A-
ad Ub. i. pollonio Rodio, ove dicono che la Lìdia fi
chiamava prima Afta-,e da Seneca, chescris-
«d iielu. se arrogarli 1’Alia l’origine de’Toschi; e
o 6- da Sello Ruffo, che chiamò la Lidia fede
antica de' Regni , il che alla Lidia regione
non competea certamente: come non com-
peteva a’ suoi abitanti, l’edere slati i primi
a coniar monete, nè sedere slati i primi a
far barche, e ad entrar’ in mare, che da
Erodoto, e da Isidoro a’ Lidi si attribuì ;
ma ben competeva a’ Fenicii, e a gli altri
Cananei. Perciò Dionigi Alicarnasìèo tro-
vando , che con gli abitanti della region
particolare detta poi Lidia non aveano i
Toscani relazione alcuna nè per lingua, nè
per inslituti, giudicò falsa la fama dell’ es-
ser venuti di Lidia gli Etrusci. Or quella
gente in progresfo di tempo, ma però aliai
prima che Roma, secondo il commi grido,
siedisicallè, occupò l’Italia da un capo all’
altro, cioè dall’Alpi allo Fretto di Sicilia,
di che i nomi dell’uno e l’altro de’nostri
mari, e Dionisio , Livio, Plutarco, Ser-
vio , ed altri Scrittori sanno teslimonianza.
Come tra cosloro niente monche tra’ Gre-
ci fionderò le bell’arti, e come da edi più
che da’ Greci prendesser poseia i Romani
gl’ inslituti loro, e la disciplina > abbiam
brevemente esposlo in detto Ragionamen-
to, e dalle antichità Etrusche slampate di
freseo a Firenze ampiamente si può racco-
gliere. Quelli, che vennero di qua dall’ A-
pennino, occuparono tutta la pianura tra ’l
mare, e i monti. e tutto il lungo tratto di
qua dal Po, come da Livio singolarmente
s’ impara; e si di vi sero in dodici tribù, o
Republiche , come di là dall’ Apenni-
no , e di là dal Tevere ancora avean fatto.
Non esfondo improbabile , che altrettante
Città edificassoro, non è mancato chi abbia
voluto indovinar quali fodero . Tomaso j,4. r. 5.
Dempslero ne’ suoi libri dell’ Etruria per «
una di esie assognò Sarmione nella penisola
del noslro lago di Garda; ma i suoi moti-
vi per verità son ridevoìi. Che una di quel-
le dodici principali fossè Verona, come il
Panvinio suppose, non si può con sicurez- Ant. Ver.
za affermare, benché il fito lo persuada i'az- 141
per più ragioni: ma è bensì tanto più veri-
sìmile, che tal sito inosforvato da cosloro
non rimanesse, e che a moltiplicare in elio
le abitazioni, e per conseguenza a dar prin-
cipio a quella Città, non lasciassoro di por
mano: poiché il giro, e il ripiegar dell’A¬
dige, che abbraccia il giu sio spazio d’una
Città da tre parti, veniva a coslituire un
luogo molto agevole a esfcr reso sicuro dagl’
insoiti, c quali naturai Fortezza; e il tro-
varli appunto, ove finalmente ha termine
da quella parte il lunghissimo giogo de’
monti, fa participar quello sito, e de’ co-
modi, e dell’ampiezza del piano, e della
delizia, e del benefizio de’ colli. Egli è no-
to, cornei superiori luoghi frequentati fu-
rono avanti degl’inferiori, poiché ne’primi
tempi le pianure lontane da’ monti veniva-
no ad esfcr dall’acque, e da’fiumi non an-
cor regolati, nè per umana industria conte-
nuti, occupate facilmente , e coperte. Con-
corre a far creder tenuto da quella pri-
ma gente quello tratto, l’essersi disotterra-
to anche nel paese noslro qualche monu-
mento Etrusco, e di quell’ antichissìme, e
ignote lettere inciso: parimente l’antica, e
comune opinione, la qual ben traspira in
Catullo , ove per la fama in que’ tempi ,
che di Lidia venuti fosfcro i T oschi, chia-
ma Lidio il noslro Iago, come per l’islessà Lydì™
ragione Lidio da Virgilio , e da Stazio si
chiamò il Tevere, e Lidia da Rutilio Nu-
maziano si chiamò la Toscana. Aggiunga-
li , che pochi anni sono due Iscrizioni si so-
no scavate, l’una a S. Ambrogio, l’altra pò-
co lontano da Fumane, le quali ci hanno
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