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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro primo
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0019
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LIBRO

/coperto un nome all’antica Geografia pri-
ma ignoto, e ci hanno insognato, come i
popoli di quella parte del noli ro distretto,
ch’or diciamo Valpolicella, si chiamarono
vsfl in- a tempo de’ Romani Arufnates; nella qual
tr'v1, voce par di riconoscere vestigio Etrusco, sa-
pendosi , che Arnns fu nome in quella na-
zione molto usitato, così e/sendosi detto il
L,v‘ i-1. fratello diLucumone, e l’un de’Tarquinii,
‘»Ca>n>i. e narrando Plutarco , che così chiamossi
quel Tosco , il qual condusse i Galli per
vendetta in Italia, quando pa/Tarono a Chiu-
si. Sembra ancora, che foibe collume spe-
zialmente Etrusco l’aver Dei locali, cioè
particolari, e Urani, non solamente in ogni
inAprfog, gente, ma in ogni luogo : alquanti però ne
recita Tertulliano affatto ignoti fuor di quel
popolo , da cui erano venerati. Apparisce
quest’ in/lituto nell’ istessa parte del nostro
territorio poc’anzi mentovata: poiché ab-
biamo in una delle sudette Iserizioni la Dea
Udij'na, ed abbiamo in altra pur dagl’istesi
v.lns.m. si coip venuta7 il Dio Cadano, nè l’un nè
l’altro de’quali da Romani, o in verun’ al-
tra parte si sa che conosciuto folle; e i qua-
li nomi nè Latini sono, nè Greci, nè di
Settentrional linguaggio . Non manchereb-
be qualche investigazione su quelli nomi,
ma son cose tanto arbitrarie, ed incerte,
che non è d’alcun danno il lasciarle . Dica-
Llr. si il medesimo del nome Ibamna , che abbia-
mo in lapida trovata nell’alta cima del col-
le di S. Giorgio, e che pur viene dall’ istesi
so Ottavio Capitone, il quale alla Dea Udisna
o simulacro, o Cappella eresse negli Arus-
nati . Anche il Dio Cuslano dall’istessa fa-
miglia fu venerato, la quale nel diventar
Romani quelli paesi, nomi Romani avrà poi
assunti. Col nome Ibamna si vede quello di
Sqnna , impronunziabile, perchè non avrà
il lapidario con lettere Latine saputo espri-
mere il suono orientale, e /Laniero. Le an-
tiche Iscrizioni, che avverrà di citar più
volte , e che saranno la maggior parte, o
non più stampate, o non più riferite con
verità, ed esattezza, potrà chi legge, ve-
derle a piè dell’ultimo libro per ordine, non
essendosi voluto andar con esse rompendo il
ragionamento. Delle pietre medesime le più
si cu/lodiscono nel nuovo, e publico Mu-
seo .
Non è dunque da credere, eh’ escluda
Plinio quella primitiva origine, quando at-
tribuisee Verona a gli Euganei, ed a’Reti;
ma che quelli nomi adduca, come ritenuti
dalla tradizione dopo la mischianza di que-
lle genti , e dopo l’ampliamento per esse a Ve-
rona avvenuto; il che non credendoli a Man-
tova occorso, delle Città meramente Tos-
cane quella sola diss’ egli esser rimasa a suo
Ver. Illufir. Parte I.

PRIMO. 6
tempo. Tal’ essere il suo sentimento può
dedurli dal dir lui, che gli antichi sbocchi
del Po nella Venezia erano /tati lavorati da’ t.3. c. 16.
Toschi. Ora degli Euganei serivo Tito Li- Hb. *.
vio, come occupando elsi quel tratto dipae-
se, ch’è fra ’l seno Adriatico, e l’Alpi, ne
furono diacciati dagli Heneti, venuti sotto
Antenore di Passagonia, dopo aver perdu-
to a Troia il lor Re. Conila certamente,
che si ritiraron gli Euganei ne’ monti, e in
essi rimasero, come si può raccoglier da Pli-
nio, il quale tra le genti Alpine gli nomi-
na, e Ipezialmente nelle valli Bresciane. Il l. 3. aio.
dir Plinio altresì, che fu degli Euganei Ve-
rona, mostra chequi ancora una parte di
loro si ricoverò, come in luogo non lontano
da’ monti, e per benefizio del fiume facile,
come accennammo, ad esser difeso. Se 1’
Hypfitbìlla di Catullo era originaria di qui,
potrebbe crederli d’ Euganea diseendenza,
essendo nome Greco vezzeggiativo, fatto da
Hypficlea, siccome di Batbycles è diminutivo
Ratbyllus : lignificava il primo nome alta
vlorita , il secondo profonda.
Non dilsimile fu il motivo, che fece di
nuovo ampliar Verona dai Reti. Regnando
in Roma Tarquinio Prisco, i Galli a tan-
ta moltitudine venuti, che per nodrirgli non
ballavano più i lor paesi , cominciarono a
valicar 1’ Alpi. Condotti da Belloveso in
gran numero, scacciaronogli antichi abitan-
ti da buona parte della più fèrtil pianura,
e nel paese,che si chiamava anche per l’in-
nanzi degl’Insubri, edisicaron Milano: tan-
to si ha da Tito Livio. Poco dopo seguen- w, 5.
do l’istessa traccia, sceso novamente dall’
Alpi una truppa di Galli Cenomani,laqua- Liv-Cen°-
le col favore ed aiuto dell’ istesso Belloveso ZZT
più innanzi trapanando, quel tratto occu-
pò, in cui come Plinio insogna, Cremona, A 3-c-
e Brescia poi sorsero. Gli Etrusci profughi bXTT’
presero, come gli Euganei, la via de’mon- Cenomana-
ti; e perchè in tal ritirata ebbero Reto per ,u,n agr0'
duce, la denominazione di Reti ne riporta- tf- c-z°-
tono. Colloro fabnearon Irento, e molto
ampiamente nel tener dell’ Alpi poi si difi
fulcro; ma il primo luogo, in cui parte di
loro per la fortezza del sito cercasse asilo,
impariam da Plinio, che fu Verona, dove
la cognazione de’ più antichi abitatori è cre-
dibile gli fàcessè ricevere di buon grado.
Ora necessario è ragionar de’ Veneti, no-
me più fortunato di ruttigli altri. In vano
per una mera confacenza di vocabolo fu chi
gli sospettò derivati dalla Gallia Belgica, e
da’ lidi dell’Oceano, per lo che in due ma-
niere se ne parlava, come dice Strabono; Hb. 5.,
mentre di taleespedizione in tutta l’antichi-
Ità menzione non si trova alcuna ; e si ha da
Livio, come sletterò su bAdriatico, quan-
A 2, do
 
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