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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Prima): Contiene L'Istoria Della Città E Insieme Dell'Antica Venezia: Dall'Origine Fino Alla Venuta In Italia Di Carlo Magno — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Dell'istoria di Verona
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Libro secondo
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https://doi.org/10.11588/diglit.62317#0032
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DELL* ISTORIA DI VERONA 31

Lìv. lìb. avendo non pertanto degl’ Insuòri , e de’
P/'ff in- £enornani il vittorioso Console trionfato .
cenema- Con quella vittoria nmalero finalmente i
< indetti popoli sottomessi. De’ Cenomani pe-
rò in avvenire non si trova più nell’ Isloria
nè pure il nome; se non pochi anni dopo,
allorché avendo il Pretor della Gallia senza
giusto motivo tolte loro ? armi, querelan-
dosene a Roma in Senato, le riebbero, e
fu in pena richiamato dal governo il Pre-
tore .
Or veggiam de’ Veneti , quali mirabil
cosa è, che quando, e come venisfero alla
divozion de’ Romani, nè in verun Ilio rico
si legga, nè alcun finora si sia dato pende-
rò d’investigare . Quelli ancora, e Verona
con elsi, ne’ medesimi quattro anni , che
precedettero alla seconda guerra Punica ,
noi crediam, che palsalTero sotto Romani.
C’ inclina a così credere l’osservare nell’E-
^»y.Z.zo. pi tome Liviana, come dopo sottomessi i
Galli, e avanti la venuta d’ Annibaie, fu-
ron debellati gl’litri, situati di là da’ Ve-
neti: benché per verità sia credibile fòdero
1^.3. quelli assittiti per mare, riferendo Eutro-
pio, che aveano infettate a modo di Corsa-
ri le navi frumentarie de’Romani. Ci muo-
ùb. s. ve ancora più il vedere in Silio Italico an-
noverata la Venezia insieme con l’altre par-
ti d’Italia sottopotte a’Romani, che con-
tribuiron gente avanti la battaglia di Can-
ne: e molto più il non veder parola in Ti-
to Livio d’un così grande, e così impor-
tante aumento di Stato ; la qual cosa di-
mostra secondo noi, ch’egli avea ciò riferi-
to ne’librismarriti,dove le cose si narrava-
no alla seconda guerra Punica antecedute .
Nell’anno 568 si conosce con sicurezza la
Venezia tutta già soggetta a’Romani, per
aver’essi impedito ad una truppa di Tran-
salpini pattati nel territorio, che fu poi A-
quileiese, di edificar quivi. Dalla motta d’
Annibaie al detto tempo racconta Livio a
disteso, e con diligenza quanto di notabile
a’Romani avvenne: non è dunque mai da
credere, che sfuggito gli fotte un tanto in-
grandimento , e 1’ acquitto di così illuslri
Città, e tanto più, che si trattava anche
della patria sua , essendo appunto lui di
quella regione nativo. Maniferto è però?
indizio , che il racconto di quello fatto
cadeva nel suo vigesimo libro dal tempo in-
volatoci .
Quello è quanto al tempo ; ma quan-
to al modo, quali per certo abbiam noi,
che non per forza d’armi, ma per volon-
taria dedizione all’imperio Romano s’in-
corporaflero i Veneti . Primo indizio ci
par di trarne dal non vederli il lor no-
me ne’ fatti trionfali ; e poiché tanto i

marmine fon mutilati, ancor maggiore,
dal non farne menzion’alcuna Polibio, il
quale nel secondo libro le guerre alla Pu-
nica seconda precedute , tocca diligente-
mente . Non avrebbe ancora l’Epitome
di Livio trapassàta in silenzio cotal conqui-
sla, se per guerra fòsse avvenuta , come
non vi trapassò poco apprettò il sòggio-
gamento delFIstria ; poiché le guerre non
sogliono da gli Storici anche ne’compendj
traicurarsi . Così Floro di Guerra Veneta
non fà motto. Ma prova in oltre più cer-
ta ne dà il collume inalterabile de*Roma-
ni , che in que’secoli non portaron mai
l’armi centra chi che sia , se non provoca-
ti, e non le avran però motte centra Vene-
ti lor perpetui collegati, ed amici. Di-
mostrazione in fine certissima ne fà l’offer-
vare, come Colonia non fu condotta allo-
ra, nè per centotrent’anni appresso di qua
dal Chiesio; dal che apparisee , che non fu
acquattata la Venezia per forza d’armi; in-
sognandoci Appiano , che Roma nelle re- b?/.ca-
gioni dentro bAlpi in tal guisà Aggiogate
costumò di far Colonie in vece di Fortezze,
mandandovi Cittadini suoi, per abitar nel-
le Città, o di nuovo quivi fabricate, o co*
propri abitanti divise ; il che non poten-
doli eseguire senza torre a i popoli buona
parte del lor terreno, instituto de’giusii
Romani fu, di non mandar Colonie se non
in paesi prima nimici , e fatti di lor ragio-
ne per gius di guerra ; di che le Colonie
nella cisalpina Gallia condotte spezialmen-
te fanno sède . Narrando lo Storico , che L;v
nell’anno 565 fu condotta Colonia Latina ager cactus
a Bologna, soggiunge subito; il terreno si
era tolto a’Galli Boj. Qsservisi adunque, rat.
come nelle parti di qua fu unicamente edi-
ficata , e fatta Colonia Aquileia ; ma ol-
tre che quello era paese non de’Veneti,ma
de’Carni, avvertali ancora come fu terrea
di conquida : poiché nel 568 uno stuolo di.
Transalpini, penetrati per bosehi, e disu-
sate vie sin pretto al sito , ove, come dice
10 Storico, poi fu Aquileia , se ne impos-
sessò, e cominciò a fabricarvi una piccola ubinane
Città : cóstoro da Livio son detti Galli ;
potrebbe darli con tutto ciò fosser venuti
di men lontano , poiché il nome di Galli,
come quel di Celti, fu dato anticamente
talvolta a tutti i popoli transalpini : ma forsè
ancora fu gente siaccata dall’Alpi Galliche.
Mandarono i Romani a doler serie; ma nel?
anno 571 continuava tuttavia il lavoro: ordi-
narono però al Pretore Lucio Giulio d’im-
pedirlo anche con l’armi occorrendo, e di
cacciargli : così fu satto, accorsovi anche
11 Console Claudio Marcello ; senza però
spogliar colloro, nè offèndergli, essendo.si
seusati
 
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