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D ELL’ ISTORI A DI VERONA
100
capo Brescia : poiché se Brescia era picco-
la Città, e Verona grande, ed uguale alla
Metropoli degl’ Insuòri, quando 1’ una e 1’
altra fòdero ilare de’ Cenomani, la grande
sarebbe lènza dubbio siata lor Capitale,
non la piccola. Nè si dica, che a tempi d’
Augnilo potea forsè esfere scemata Brescia,
c cresciuta Verona, poiché abbiam veduto
fin ne’ tempi d’Annibaie distinguer Silio Ita-
lico Verona tra le circostanti, e abbiam ve-
duto insegnar Polibio, che fino nel sommo
fiorir de i Cenomani confine tra queste due
Città essendo il Chiedo, delle 40 miglia di
paese, che sono tra l’una e l’altra, trenta
ne avea Verona, e dieci Brescia.
Altro non meno evidente argomento dall’
ideilo confronto di Strabene, e di Livio
risulta ; imparandoli dal secondo , come
quella Republica non avea che Brescia, e
villaggi; poiché narra, che il Console Ce-
tego per informarli della disposizione, evo-
Hb.y-L. lontà de i Cenomani, mandò ne’lor Vici,
Cenimi Brescia , che della gente era capo.
norum 9 Ecco però che non potea mai elser sotta
Rrixiam- Brescia, e tra i lor Vici Verona, eh’ era sì
JX'JX gran Città. Potrebbe opporli, che qual-
tn erat. che volta anche le Città far chiamate Vi-
icg. 1. d. ci, mentre dice Ulpiano per cagion d’esem-
cenfibut pio, c{ie jj vìco de» Patavicesi (il qual però
Tiìi. in non fu Padova, come dottissimo Autore ha
Sev‘ creduto, ma piccol luogo in Dacia) impe-
trò da Severo gius di Colonia ; e di Sirmio
si tiene folle chiamato Vico da Vittore ne’
in Devo. Cesari.Ma lasciando, chei Patavicesi ces-
sarono allora d’elser Vico, e che in Vitto-
re non va inteso esser nato Decio in Sìrmio
Vico, come anche il Cellario intese, ma in
Ài.r. s. un yìC0 de' Sìrmiefi, non servirebbero a nul-
la esempi di balla età. Bisogna ossèrvare il
lignificato ,e l’uso eh’ebbeseinpre la voce
Vico nel buon secole, e singolarmente in Li-
vio medesimo. Non una o due volte, ma
forsè quaranta adopra egli quello vocabolo,
e sempre nel suo naturai senso per terre, e
luoghi aperti, e così vìe ani, e vicatim. E
slato creduto fosser Città Galliche alcuni
da lui chiamati Vici, perchè disse essere
slati espugnatr, ma così parla egli anche d’
to. un villaggio di Laconia , e di quelli del Pa-
dovanooccupati da un’incursione di Greci.
E slato addotto 1’ esempio di Fornii, e di
Regillo, chiamate da alcun altro Città, e da
Livio Vici; e diClastidio, quali ei dissen-
ta da se medesimo, e lo chiami una volta
Città, ed una Vico. Ma avveniva antica-
mente quell’islesso, che tuttora avviene.
Un luogo, che sia piccola Città, o Terra
grande, or sarà detto Terra, or Città, il
che dipende ancora dall’uso de’ paesi ; per-
chè molti luoghi abbiam nello Stato Vene-
to, che in altre parti sarebbero Città, e qui
non sono. Ma siccomenon per quello saran-
no mai dette Borghi, o Cartella Padova,
nè Verona, perchè sono dirtinte , e molto
ampie Città; così potea bensì accadere tal
varietà di denominazione in Foruli, inCla-
rtidio, in Regillo, che quai luoghi si fodero,
il mostrano i nomi tutti e tre diminutivi;
ma non potea darli, che fodero per ca-
gion d’ esempio riporto tra Vici Verona,
o Milano, mentre impariamo dal Geogra-
fo , eh’ erano grandi, ed iliurtri Città, e su-
periori all’ altre de’ lor contorni. Ci sia per-
mertò d’aggiungere, cornei non può impu-
tarli a Livio dissenso da se medesimo, per
aver chiamato Clartidio una volta Oppìdo,
un’altra Vico-, prima perchè così potea se-
condo diverti ri (petti chiamarli, e però Cit-
tà lo chiamò Polibio, Vico Plutarco; e così
Fornii detto Vico in antica lapida predò 1’
Olstenio, e da Strabene rupe, e da Servio
Città-.dipoi perchè la voce oppidum, ben-
ché sia siata usata più volte nell’ istesiò li-
gnificato di Città, più spetfo però , e pro-
priamente , dice Aldo il giovane , signìfica ingurf
qualche cofa di meno .Vìi cpaesto vocabolo ben
parlò Papia, conchiudendo valer Città picco- civitat
la : e così lo rendono le Glose in Greco. Cice-
rone chiamò il rozo stile oppidano. Li 24 •7soà/ xvtov„
luoghi degli Arecomici siotto Nimes fur det- ,n Brut0’‘
ti vici da Strabono, oppidi da Plinio. Scùs-
sie quelli, che 846 oppidi profetava Pom-
peo d’aver presi nella Spagna citeriore : An- mal. 6.
tonio Agoflini nel riferir quello passo, sag-
giamente disse 846 vici. Ammian Marcel-
lino narra, che nell’Isauria oltre a molti op- j 6 g
pidì erano due Città. In somma nè Livio si
contradisse, nè sarebbe senza espressa con-
tradizione il voler che tra’ vici de’ Cenoma-
ni si fosse annoverata una Città, non me-
zana, e d’ambigua condizione, ma cosìdi-
rtinta, e così nobile qual veggiam dal Geo-
grafo, che fu Verona.
E poiché l’Istoria antica, come si sarà ben*
osiervato finora, non è come la moderna,
che si può da chiunque sia con la lettu-
ra di semplici, e volgari narrative compren-
dere , ma abbisogna di profonda intelligen-
za delle lingue dotte,e di siotti! raziocinio,
e d’eruditediscuslioni, e ricerche, sulcom-
plelso degli antichi Scrittori, e de’ monu-
menti fondate ; non tralasceremo di con-
sumar qui alcuni altri punti in quello pro-
posito, all’ universal cognizione dell’ Anti-
chità non poco importanti. E slato ultima-
mente scritto da erudita penna, nella voce
Caput attribuita a Brescia da Livio, con-
tenerli virtù di lignisicare, che avertè siotto
di se altre Città: così altri scrivendo d’al-
tro, gran cose dedussèro da tal voce;quan-
do
D ELL’ ISTORI A DI VERONA
100
capo Brescia : poiché se Brescia era picco-
la Città, e Verona grande, ed uguale alla
Metropoli degl’ Insuòri, quando 1’ una e 1’
altra fòdero ilare de’ Cenomani, la grande
sarebbe lènza dubbio siata lor Capitale,
non la piccola. Nè si dica, che a tempi d’
Augnilo potea forsè esfere scemata Brescia,
c cresciuta Verona, poiché abbiam veduto
fin ne’ tempi d’Annibaie distinguer Silio Ita-
lico Verona tra le circostanti, e abbiam ve-
duto insegnar Polibio, che fino nel sommo
fiorir de i Cenomani confine tra queste due
Città essendo il Chiedo, delle 40 miglia di
paese, che sono tra l’una e l’altra, trenta
ne avea Verona, e dieci Brescia.
Altro non meno evidente argomento dall’
ideilo confronto di Strabene, e di Livio
risulta ; imparandoli dal secondo , come
quella Republica non avea che Brescia, e
villaggi; poiché narra, che il Console Ce-
tego per informarli della disposizione, evo-
Hb.y-L. lontà de i Cenomani, mandò ne’lor Vici,
Cenimi Brescia , che della gente era capo.
norum 9 Ecco però che non potea mai elser sotta
Rrixiam- Brescia, e tra i lor Vici Verona, eh’ era sì
JX'JX gran Città. Potrebbe opporli, che qual-
tn erat. che volta anche le Città far chiamate Vi-
icg. 1. d. ci, mentre dice Ulpiano per cagion d’esem-
cenfibut pio, c{ie jj vìco de» Patavicesi (il qual però
Tiìi. in non fu Padova, come dottissimo Autore ha
Sev‘ creduto, ma piccol luogo in Dacia) impe-
trò da Severo gius di Colonia ; e di Sirmio
si tiene folle chiamato Vico da Vittore ne’
in Devo. Cesari.Ma lasciando, chei Patavicesi ces-
sarono allora d’elser Vico, e che in Vitto-
re non va inteso esser nato Decio in Sìrmio
Vico, come anche il Cellario intese, ma in
Ài.r. s. un yìC0 de' Sìrmiefi, non servirebbero a nul-
la esempi di balla età. Bisogna ossèrvare il
lignificato ,e l’uso eh’ebbeseinpre la voce
Vico nel buon secole, e singolarmente in Li-
vio medesimo. Non una o due volte, ma
forsè quaranta adopra egli quello vocabolo,
e sempre nel suo naturai senso per terre, e
luoghi aperti, e così vìe ani, e vicatim. E
slato creduto fosser Città Galliche alcuni
da lui chiamati Vici, perchè disse essere
slati espugnatr, ma così parla egli anche d’
to. un villaggio di Laconia , e di quelli del Pa-
dovanooccupati da un’incursione di Greci.
E slato addotto 1’ esempio di Fornii, e di
Regillo, chiamate da alcun altro Città, e da
Livio Vici; e diClastidio, quali ei dissen-
ta da se medesimo, e lo chiami una volta
Città, ed una Vico. Ma avveniva antica-
mente quell’islesso, che tuttora avviene.
Un luogo, che sia piccola Città, o Terra
grande, or sarà detto Terra, or Città, il
che dipende ancora dall’uso de’ paesi ; per-
chè molti luoghi abbiam nello Stato Vene-
to, che in altre parti sarebbero Città, e qui
non sono. Ma siccomenon per quello saran-
no mai dette Borghi, o Cartella Padova,
nè Verona, perchè sono dirtinte , e molto
ampie Città; così potea bensì accadere tal
varietà di denominazione in Foruli, inCla-
rtidio, in Regillo, che quai luoghi si fodero,
il mostrano i nomi tutti e tre diminutivi;
ma non potea darli, che fodero per ca-
gion d’ esempio riporto tra Vici Verona,
o Milano, mentre impariamo dal Geogra-
fo , eh’ erano grandi, ed iliurtri Città, e su-
periori all’ altre de’ lor contorni. Ci sia per-
mertò d’aggiungere, cornei non può impu-
tarli a Livio dissenso da se medesimo, per
aver chiamato Clartidio una volta Oppìdo,
un’altra Vico-, prima perchè così potea se-
condo diverti ri (petti chiamarli, e però Cit-
tà lo chiamò Polibio, Vico Plutarco; e così
Fornii detto Vico in antica lapida predò 1’
Olstenio, e da Strabene rupe, e da Servio
Città-.dipoi perchè la voce oppidum, ben-
ché sia siata usata più volte nell’ istesiò li-
gnificato di Città, più spetfo però , e pro-
priamente , dice Aldo il giovane , signìfica ingurf
qualche cofa di meno .Vìi cpaesto vocabolo ben
parlò Papia, conchiudendo valer Città picco- civitat
la : e così lo rendono le Glose in Greco. Cice-
rone chiamò il rozo stile oppidano. Li 24 •7soà/ xvtov„
luoghi degli Arecomici siotto Nimes fur det- ,n Brut0’‘
ti vici da Strabono, oppidi da Plinio. Scùs-
sie quelli, che 846 oppidi profetava Pom-
peo d’aver presi nella Spagna citeriore : An- mal. 6.
tonio Agoflini nel riferir quello passo, sag-
giamente disse 846 vici. Ammian Marcel-
lino narra, che nell’Isauria oltre a molti op- j 6 g
pidì erano due Città. In somma nè Livio si
contradisse, nè sarebbe senza espressa con-
tradizione il voler che tra’ vici de’ Cenoma-
ni si fosse annoverata una Città, non me-
zana, e d’ambigua condizione, ma cosìdi-
rtinta, e così nobile qual veggiam dal Geo-
grafo, che fu Verona.
E poiché l’Istoria antica, come si sarà ben*
osiervato finora, non è come la moderna,
che si può da chiunque sia con la lettu-
ra di semplici, e volgari narrative compren-
dere , ma abbisogna di profonda intelligen-
za delle lingue dotte,e di siotti! raziocinio,
e d’eruditediscuslioni, e ricerche, sulcom-
plelso degli antichi Scrittori, e de’ monu-
menti fondate ; non tralasceremo di con-
sumar qui alcuni altri punti in quello pro-
posito, all’ universal cognizione dell’ Anti-
chità non poco importanti. E slato ultima-
mente scritto da erudita penna, nella voce
Caput attribuita a Brescia da Livio, con-
tenerli virtù di lignisicare, che avertè siotto
di se altre Città: così altri scrivendo d’al-
tro, gran cose dedussèro da tal voce;quan-
do