101
LIBRO
do ella veramente nè pure ha forza di
provar Città quel luogo llessò , che così
vien detto. La voce Caput trasportata nel-
la Geografia serva per l’appunto 1’ istessò
valore, che ha nel suo primitivo, e natu-
rai senso : e però siccome in quello non ha
virtù di lignificar per se cosa grande, ma
di distinguere sopra l’altre parti; e si di-
ce in riguardo a’membri, che compongono
il corpo di qualunque animale, talché u-
gualmente si dice capo quel dell’ elefan-
te, e quello della formica; così ove di pae-
si si parli, Capo si dice ogni principal luo-
go; e tanto si usa quello vocabolo per la
Metropoli d’un gran Regno, come per pic-
cola Città, che primeggi in una Regione ;
o per Terra, che d’alcuna Comunità com-
polla di più villaggi sia matrice . Possiam
riconoscere quella verità facilmente in Li-
vio stesio . Ove tratta d’ Annibaie , che
passò l’Alpi, e della resillenza fatta in cer-
ta parte da’Galli, narra egli , come dopo
Liv.i.ii- d’avergli fugati, prefi ilCaflello, ch'era Ca-
Caftelium po di quella regione , e i circolanti Vici ; ec-
pwf efu si c0 voce Caput appropriata a luogo, che
rogioni^ non avea se non vici siotto di -se, e che non
erat, vi- era città.Erana afferma Cicerone, che fos-
ctimieftos le Amam Caput, cioè di monte molto po-
polato, e che meritò d’essere aggredito dal
Cic : Preside della Cilicia: non per tanto nè avea
' s* siotto di sie che Vici,nè era più che un gran
Vico. Ma nell’ifiessò paese, ch’ora è terri-
torio Bresiciano, altro luogo fu detto Caput
da Plinio. Vorrem noi per quello dire, che
sovrastalse a Brescia, ed avessie Città lòtto
di se? Veggasi ove Plinio tratta dell’Alpi,
e de’ monti annessi : nominati gli Euganei
soggiugne : Capo di e fi è Stono!. Nell’ alto
Capaim- Val Sabia si ha in oggi Vellone, Ter-
rnmSso- ra grande. Il sito, il nome,e l’altre circo-
danze compruovan l’opinione di due Scrit-
tori Bresciani, che sia cotella l’antico Sto-
nos. Nomina gli Stoni Strabono, come pic-
cola gente pressò i Trentini. Stono! è voce
Greca poetica , che secondo noi è quanto
dire antica, e vale anguflia , luogo fretto ;
onde ben s’adatta a luogo di montagna, e
mostra l’origine Euganea. Antichi sepolcri
di lettere Greche incili, dice Tacito, che
<?r. crm. correa fama vederli ancora a’confini della
Rezia. Forsè composero tal nome i Latini
da vetus, o da verfus Stono!, come sui Tren-
tino da pene! lucum si fece Peluco . Ma in
siomma quello luogo fu Capo de gli Euga-
nei Alpini, e pure nè Brescia, nè altra Cit-
tà ebbe siotto di se, nè fu mai elso Città.
Se Brescia ne folsie,e fossè murata nel tem-
po, in cui veggiam da Livio, che sovralla-
va a’ Vici de’ Cenomani, ed era Capo di
tal gente, nè si potrebbe affermar, nè ne-
Ver, Illufir. Parte!.
Q~U I N T O.
102
gare : ma farebbe creder di no l’uso anti-
co de’Galli, e spezialmente Cisalpini, de’
quali dice Polibio in universale, che abita-
si xar« *»•
àrtl-
. orà-
* keu/jiévxu.
[ar ,àirxv-
- ri; ,-à?
stxouv W-
[iitSov.
Mor. Gsr.
Nulla!
Germane,
rum popu-
lee urber
tabi tari
sati: no-
tum e fi.
vano Vici non murati ; e de’quali dice Stra-
bone, che abitavano tutti in Vici, e che Milano J's X“T“
llesso però anticamente altro non era che xiwt.
un Vico, quando gl’ Insuòri l’edificarono . fi- 5™;
Accorda l’uso degli antichi Germani, ch‘
era in origine la nazion medesima : o-
gnun fa, dice Tacito, cheipopoli Germanici
non abitano Città alcuna, e segue narrando
la forma de’ Vici loro .
Ala siotto i Romani Città di considera-
zione era già Bresicia lènza dubbio, e ben-
ché non da uguagliare a Verona, o a Mila-
no, Colonia fu però di molto credito. Si
accrebbe poi, e s’illustrò di molto, quan-
do le furono incorporate , e sottoposte le
Valli; con che dilatò più d* altrettanto il
territorio suo, e la giurisdizione. Quando
ciò avvenissè, none llato rintracciato an-
cora . A tempo di Plinio era già certamen-
te avvenuto, perchè nel trattar de’popoli
Alpini, quando viene allegati Euganee di l-v ozo.
condifion Latina, delle quali 34 oppidi, che
qui vuol dir Terre, aveva annoverato Catone,
nominati i Triumpilini, e i Camuni, cioè
la Valtrompia, e la Valcamonica, segue;
e più altri fimili attribuiti a' Municipii confinan- compares-
ti, cioè alle predirne Città. Un tal parla- ‘sisi'ss^fifi
re indicar sembra, che non si fòlle ciò fat- attributi
to gr andissimo tempo avanti. Le genti monta-
ne per la ferocia dell’indole, e per 1’ animo
che suol’ aggiungere la dissicoltà de i liti ,
diedero sipesso che fare a’ Romani, e ardi-
rono di provocargli, rubando, e depredan-
do gli adiacenti paesi. Elsi però dopo aver-
le non una sola volta battute , e repressè,
le privarono finalmente in pena de’ lor Ma-
gistrati, e alle vicine Città le subordinaro-
no. Bella pruova abbiam di quello in una
Iscrizion di Trieste , nella qual si legge co-
me i Carni ( vuol’ intenderli de i montani )
e i Catali, erano dall’ Imperadore Antoni-
no Pio siati attribuiti, cioè dati, e sogget-
tati alla lor Republica , ficcome quelli, che
avean meritato d'effer così trattati. Tratta-
mento silmile meritarono sopra degli altri i
popoli abitanti ne’ monti, che sono al pre-
serite Bresciani, e i lor vicini non meno,
per aver provocate l’armi Romane più vol-
te. Toccammo già, come fin nel sello lè-
ccio, pet quanto pare poterli dalle Lega-
zioni raccogliere, vinse i Camuni Tiberio
Gracco. L’anno 636 Quinto Marzio Con- ni,. 62.
sole efpugnò Stono!, che parrebbe doverli in- Ston<>s
tendere della siopranominata Terra , ben-
che nell’Epitome Liviana si spieghi della expugna-
gente. Nel 738 presero l’armi i Camuni, v,t‘
e i Venoni, genti Alpine, come le chiama
G 2> D iQ"’
Gw.488.
I. attri-
buti Rei-
publica no.
Jlr a, prout
qui rni-
ruijstnt
tali a.
LIBRO
do ella veramente nè pure ha forza di
provar Città quel luogo llessò , che così
vien detto. La voce Caput trasportata nel-
la Geografia serva per l’appunto 1’ istessò
valore, che ha nel suo primitivo, e natu-
rai senso : e però siccome in quello non ha
virtù di lignificar per se cosa grande, ma
di distinguere sopra l’altre parti; e si di-
ce in riguardo a’membri, che compongono
il corpo di qualunque animale, talché u-
gualmente si dice capo quel dell’ elefan-
te, e quello della formica; così ove di pae-
si si parli, Capo si dice ogni principal luo-
go; e tanto si usa quello vocabolo per la
Metropoli d’un gran Regno, come per pic-
cola Città, che primeggi in una Regione ;
o per Terra, che d’alcuna Comunità com-
polla di più villaggi sia matrice . Possiam
riconoscere quella verità facilmente in Li-
vio stesio . Ove tratta d’ Annibaie , che
passò l’Alpi, e della resillenza fatta in cer-
ta parte da’Galli, narra egli , come dopo
Liv.i.ii- d’avergli fugati, prefi ilCaflello, ch'era Ca-
Caftelium po di quella regione , e i circolanti Vici ; ec-
pwf efu si c0 voce Caput appropriata a luogo, che
rogioni^ non avea se non vici siotto di -se, e che non
erat, vi- era città.Erana afferma Cicerone, che fos-
ctimieftos le Amam Caput, cioè di monte molto po-
polato, e che meritò d’essere aggredito dal
Cic : Preside della Cilicia: non per tanto nè avea
' s* siotto di sie che Vici,nè era più che un gran
Vico. Ma nell’ifiessò paese, ch’ora è terri-
torio Bresiciano, altro luogo fu detto Caput
da Plinio. Vorrem noi per quello dire, che
sovrastalse a Brescia, ed avessie Città lòtto
di se? Veggasi ove Plinio tratta dell’Alpi,
e de’ monti annessi : nominati gli Euganei
soggiugne : Capo di e fi è Stono!. Nell’ alto
Capaim- Val Sabia si ha in oggi Vellone, Ter-
rnmSso- ra grande. Il sito, il nome,e l’altre circo-
danze compruovan l’opinione di due Scrit-
tori Bresciani, che sia cotella l’antico Sto-
nos. Nomina gli Stoni Strabono, come pic-
cola gente pressò i Trentini. Stono! è voce
Greca poetica , che secondo noi è quanto
dire antica, e vale anguflia , luogo fretto ;
onde ben s’adatta a luogo di montagna, e
mostra l’origine Euganea. Antichi sepolcri
di lettere Greche incili, dice Tacito, che
<?r. crm. correa fama vederli ancora a’confini della
Rezia. Forsè composero tal nome i Latini
da vetus, o da verfus Stono!, come sui Tren-
tino da pene! lucum si fece Peluco . Ma in
siomma quello luogo fu Capo de gli Euga-
nei Alpini, e pure nè Brescia, nè altra Cit-
tà ebbe siotto di se, nè fu mai elso Città.
Se Brescia ne folsie,e fossè murata nel tem-
po, in cui veggiam da Livio, che sovralla-
va a’ Vici de’ Cenomani, ed era Capo di
tal gente, nè si potrebbe affermar, nè ne-
Ver, Illufir. Parte!.
Q~U I N T O.
102
gare : ma farebbe creder di no l’uso anti-
co de’Galli, e spezialmente Cisalpini, de’
quali dice Polibio in universale, che abita-
si xar« *»•
àrtl-
. orà-
* keu/jiévxu.
[ar ,àirxv-
- ri; ,-à?
stxouv W-
[iitSov.
Mor. Gsr.
Nulla!
Germane,
rum popu-
lee urber
tabi tari
sati: no-
tum e fi.
vano Vici non murati ; e de’quali dice Stra-
bone, che abitavano tutti in Vici, e che Milano J's X“T“
llesso però anticamente altro non era che xiwt.
un Vico, quando gl’ Insuòri l’edificarono . fi- 5™;
Accorda l’uso degli antichi Germani, ch‘
era in origine la nazion medesima : o-
gnun fa, dice Tacito, cheipopoli Germanici
non abitano Città alcuna, e segue narrando
la forma de’ Vici loro .
Ala siotto i Romani Città di considera-
zione era già Bresicia lènza dubbio, e ben-
ché non da uguagliare a Verona, o a Mila-
no, Colonia fu però di molto credito. Si
accrebbe poi, e s’illustrò di molto, quan-
do le furono incorporate , e sottoposte le
Valli; con che dilatò più d* altrettanto il
territorio suo, e la giurisdizione. Quando
ciò avvenissè, none llato rintracciato an-
cora . A tempo di Plinio era già certamen-
te avvenuto, perchè nel trattar de’popoli
Alpini, quando viene allegati Euganee di l-v ozo.
condifion Latina, delle quali 34 oppidi, che
qui vuol dir Terre, aveva annoverato Catone,
nominati i Triumpilini, e i Camuni, cioè
la Valtrompia, e la Valcamonica, segue;
e più altri fimili attribuiti a' Municipii confinan- compares-
ti, cioè alle predirne Città. Un tal parla- ‘sisi'ss^fifi
re indicar sembra, che non si fòlle ciò fat- attributi
to gr andissimo tempo avanti. Le genti monta-
ne per la ferocia dell’indole, e per 1’ animo
che suol’ aggiungere la dissicoltà de i liti ,
diedero sipesso che fare a’ Romani, e ardi-
rono di provocargli, rubando, e depredan-
do gli adiacenti paesi. Elsi però dopo aver-
le non una sola volta battute , e repressè,
le privarono finalmente in pena de’ lor Ma-
gistrati, e alle vicine Città le subordinaro-
no. Bella pruova abbiam di quello in una
Iscrizion di Trieste , nella qual si legge co-
me i Carni ( vuol’ intenderli de i montani )
e i Catali, erano dall’ Imperadore Antoni-
no Pio siati attribuiti, cioè dati, e sogget-
tati alla lor Republica , ficcome quelli, che
avean meritato d'effer così trattati. Tratta-
mento silmile meritarono sopra degli altri i
popoli abitanti ne’ monti, che sono al pre-
serite Bresciani, e i lor vicini non meno,
per aver provocate l’armi Romane più vol-
te. Toccammo già, come fin nel sello lè-
ccio, pet quanto pare poterli dalle Lega-
zioni raccogliere, vinse i Camuni Tiberio
Gracco. L’anno 636 Quinto Marzio Con- ni,. 62.
sole efpugnò Stono!, che parrebbe doverli in- Ston<>s
tendere della siopranominata Terra , ben-
che nell’Epitome Liviana si spieghi della expugna-
gente. Nel 738 presero l’armi i Camuni, v,t‘
e i Venoni, genti Alpine, come le chiama
G 2> D iQ"’
Gw.488.
I. attri-
buti Rei-
publica no.
Jlr a, prout
qui rni-
ruijstnt
tali a.