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Miziołek, Jerzy
Muse, Baccanti e Centauri: i capolavori della pittura pompeiana e la loro fortuna in Polonia — Varsavia, 2010

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https://doi.org/10.11588/diglit.22411#0040

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V. I "Desseins enluminés des peintures trouvées à Herculanum" conservati
nel Gabinetto delle Stampe della Biblioteca dell'Università di Varsavia

26. Rilegatura del Voi. 513, Gabinetto delle
Stampe della Biblioteca Universitaria — GR
BUW. Come abbiamo notato (si veda il com-
mento all'ili. 5) il re poteva seguire le pub-
blicazioni sugli scavi nelle città vesuviane
almeno dal 1763 quando ottenne dal monar-
ca del Regno di Napoli i primi volumi de
Le Antichità di Ercolano; nel 1795 il re fece
copiare le Attitudes of Lady Hamilton, quindi
un anno dopo la loro pubblicazione (si veda
p. 15).

Vorrei ringraziare i colleghi del Gabinetto
delle Stampe della Biblioteca dell'Università
di Varsavia per le informazioni riguardanti
Voi. 513.

Il grande volume della collezione del re Stanislao Augusto Po-
niatowski, indicato dalla segnatura: Zb. Król. (Collezione Reale)
Voi. 513 e intitolato Desseins enluminés des peintures trouvées à Her-
culanum consta di 38 acquerelli a colori dedicati ai più bei dipinti
parietali scoperti nel Settecento dagli archeologi a Ercolano, Pom-
pei e Stabia. Non è noto quando questi acquerelli, rilegati insie-
me con cinque incisioni colorate di dipinti della Domus Aurea
ed eseguiti negli anni Settanta del XVIII secolo da un polacco,
Franciszek Smuglewicz, e due italiani, Vincenzo Brenna e Marco
Carloni, siano entrate a far parte della collezione reale. Forse fu-
rono comperate, come le incisioni del Castello di Łańcut, da o per
il tramite di Moszyński. Ad ogni modo, le cornici e la rilegatu-
ra, tipiche della biblioteca reale, sono senz'altro settecentesche
(ili. 26). Ma chi ne fu l'autore e dove furono eseguite? Forse nella
bottega romana di Ludovico Mirri; l'ipotesi vale anche per le inci-
sioni, rilegate congiuntamente, dei dipinti della Domus Aurea.
Ma è un'ipotesi da sottopporre, insieme con altre, riguardanti la
tecnica di esecuzione dei dipinti pompeiani (acquerello? incisione
a colori?), a un'approfondita verifica possibilmente nell'ambito di
uno studio monografico del Volume 513. Ancora una curiosità sul
conto del Mirri: negli archivi romani si è conservato un piccolo
annuncio della sua casa editrice, apparso nel 1784 sull'Antologia
Romana che segnalava la pubblicazione di una serie di incisioni
a colori con figure mitologiche ispirate alle Antichità di Ercolano.
Stando all'annuncio, le incisioni dovevano essere venti. Mirri, con
altri artigiani e commercianti della sua cerchia, poteva visiona-
re con relativa facilità tanto i dipinti riportati in luce dagli scavi
vesuviani, quanto le incisioni prodotte a Portici, presso il Museo
Ercolanense, dalla cosiddetta Scuola di Portici diretta dal romano
Camillo Paderni (Herculanese Museum 2008; Fornellino 1999).

V. I "Desseins enluminés des peintures trouvées à Herculanum"conservati nel Gabinetto delle Stampe
 
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