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Miziołek, Jerzy
Muse, Baccanti e Centauri: i capolavori della pittura pompeiana e la loro fortuna in Polonia — Varsavia, 2010

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https://doi.org/10.11588/diglit.22411#0080

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Conclusione

70. A: Giovan Battista e Francesco Piranesi, Teatro
di Ercolano, incisione, 1784; B-C: Teatro sull'acqua
a Łazienki, 1790 circa, Varsavia.

Milioni di turisti visitano ogni anno Ercolano e Pompei (nel
2008 due milioni nella sola Pompei). Ogni anno si pubblicano
centinaia di nuovi libri e articoli su case, ville, pitture, sculture
e sulla fortuna della cultura vesuviana, senza contare le ricostru-
zioni tridimensionali di templi, ville, Museo di Portici da ultimo
anche del Foro di Pompei (Capasso 2005, Herculanese Museum
2008). Molto rimane ancora da scoprire, molto di quanto scoperto
in 250 anni (tra l'altro il teatro e la Villa dei Papiri di Ercolano)
deve essere ancora mostrato al pubblico e studiato approfondita-
mente. Ma anche se parzialmente coperti dai pomici e lapilli del
vulcano, i capolavori vesuviani non hanno mai cessato di ispirare
l'arte. Nel 1790, nella residenza estiva del re Stanislao Augusto
Poniatowski a Łazienki, nel cuore di Varsavia, fu costruito un te-
atro a imitazione di quello di Ercolano, allora appena riportato alla

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