DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.1474#0052
5a ■• ^
•
Il tutto vi è distribuito con una naturalezza tale, cne 1' occhio
allorché si ferma in questa facciata, in cui non vedesi che puro mar-
mo, resta incantato della nobiltà e bellezza dell'edifizio, e della mi-
rabile distribuzione delle parti.
La sommità della sacciata non è terminata , e solo in una meda-
glia fatta coniare da Sigismondo Malatesta vedesi come doveva essere.
Questa medaglia la diamo alla Tav. XI ( a ) sotto quella d'Isotta.
Al di sopra della cornice si vede il cominciamento dell' altra
sabbrica che doveva essere sovrapposta. Ivi, sopra pilastri scanalati,
è incominciato un arco corrispondente alla grandezza dell' arco di sot-
to , ed ove per un' ampia finestra riceve molta luce la navata della
Chiesa .
Alla brevemente descritta maestosa facciata corrispondono le rivol-
te dei due fianchi del Tempio, ove l'ingegnoso architetto dovendo
rimanere tra i confini prescrittigli dalla fabbrica vecchia interna, con
invenzione invero singolare eresse in ciaschedun d' essi sul basamento
tanti grandi archi, sostenuti da grandiosi pilastri isolati. Questi sianchi
tutti di marmo , come tutto 1' esteriore del Tempio, sono in tutte le
loro parti degni della magnificenza degli antichi Romani, e possono
essi soli bastare a conciliare e sostenere la riputazione a qualunque
grande architetto.
La fiancata verso settentrione restando dalla parte ^ chiostro dei
Canonici, non è visibile, se non a chi si por*» a bella posta alla Sa-
grestia. L'altro fianco a mezzo giorno resta del tutto scoperto, e fa
superba pompa di se stesso. Anche questo ha sette nobili arcate, e
negli intervalli degli archi sonovi degli specchi rotondi di porfido, con-
tornati da festoni consimili a quelli della facciata, e che danno una
grazia particolare al fabbricato.
Sotto ognuna delle arcate vi è una grand'urna, lavorata come le
antiche r^ane a tutta di marmo d'Istria, coli' iscrizione in sronte, e
servir dovevano per collocarvi le ceneri di quei Letterati illustri, che
( a ) Vedesi in questa medaglia quale doveva essere la sacciata del Tempio, se
sosse stata terminata ; e vi si scorge V effigie del Principe Sigismondo personaggio noto
pel sovrano principato, per le imprese militari, pe' suoi amoreggiamene, e per que-
sto samoso Tempio.
•
Il tutto vi è distribuito con una naturalezza tale, cne 1' occhio
allorché si ferma in questa facciata, in cui non vedesi che puro mar-
mo, resta incantato della nobiltà e bellezza dell'edifizio, e della mi-
rabile distribuzione delle parti.
La sommità della sacciata non è terminata , e solo in una meda-
glia fatta coniare da Sigismondo Malatesta vedesi come doveva essere.
Questa medaglia la diamo alla Tav. XI ( a ) sotto quella d'Isotta.
Al di sopra della cornice si vede il cominciamento dell' altra
sabbrica che doveva essere sovrapposta. Ivi, sopra pilastri scanalati,
è incominciato un arco corrispondente alla grandezza dell' arco di sot-
to , ed ove per un' ampia finestra riceve molta luce la navata della
Chiesa .
Alla brevemente descritta maestosa facciata corrispondono le rivol-
te dei due fianchi del Tempio, ove l'ingegnoso architetto dovendo
rimanere tra i confini prescrittigli dalla fabbrica vecchia interna, con
invenzione invero singolare eresse in ciaschedun d' essi sul basamento
tanti grandi archi, sostenuti da grandiosi pilastri isolati. Questi sianchi
tutti di marmo , come tutto 1' esteriore del Tempio, sono in tutte le
loro parti degni della magnificenza degli antichi Romani, e possono
essi soli bastare a conciliare e sostenere la riputazione a qualunque
grande architetto.
La fiancata verso settentrione restando dalla parte ^ chiostro dei
Canonici, non è visibile, se non a chi si por*» a bella posta alla Sa-
grestia. L'altro fianco a mezzo giorno resta del tutto scoperto, e fa
superba pompa di se stesso. Anche questo ha sette nobili arcate, e
negli intervalli degli archi sonovi degli specchi rotondi di porfido, con-
tornati da festoni consimili a quelli della facciata, e che danno una
grazia particolare al fabbricato.
Sotto ognuna delle arcate vi è una grand'urna, lavorata come le
antiche r^ane a tutta di marmo d'Istria, coli' iscrizione in sronte, e
servir dovevano per collocarvi le ceneri di quei Letterati illustri, che
( a ) Vedesi in questa medaglia quale doveva essere la sacciata del Tempio, se
sosse stata terminata ; e vi si scorge V effigie del Principe Sigismondo personaggio noto
pel sovrano principato, per le imprese militari, pe' suoi amoreggiamene, e per que-
sto samoso Tempio.