SCOPERTA DI UN CANCELLO MAEMOREO
NEL CIMITERO DEI SANTI MARCO E MARCELLI ANO
A pag. 34 della sua opera: Osservazioni sui cimiteri sacri, il
Boldetti parla d’una transenna marmorea, da lui scoperta nel ci-
mitero che egli riteneva erroneamente per quello di Pretestato. Ne
dà una descrizione come al solito molto inesatta : « Sta questa
cancellata, cosi egli scrive, situata avanti una picciola cappella,
manzi la quale però v’è un largo spazioso di cappella mag-
giore, con una via che a questo luogo conduce due volte più
ampia del solito » ecc. Queste parole non permettono di farsi
una idea alquanto esatta dell’ambiente, malgrado il disegno che
accompagna il testo. Siccome anche l’indicazione del sito del
cimitero è un po’ vaga, essendo collocato « sotto le vigne tra
la Basilica di S. Sebastiano e la Chiesa intitolata Domine quo
vadis », era pressoché impossibile di indovinare il cimitero che
conservava il raro monumento. Ciò non ostante il nostro com-
pianto maestro de Rossi, fidandosi del suddetto disegno e della
descrizione del Boldetti, pervenne alla persuasione, che la cripta
del diacono Redento, da lui trovata in uno stato di grande
rovina, presentasse tutti i connotati dell'ambiente della transenna
in questione». «In siffatta cripta, scrive il de Rossi1, rico-
nosco appunto quella di che... si ragiona. Essa era nella grande
necropoli sotterranea tra l’Appia e PArdeatina in una via due
volte più ampia del solito... ; quivi il cubicolo a tre archi
con le vestigia della grande transenna che ne chiuse tutto
1 Roma sotterr., Ili, p. 234-36.
NEL CIMITERO DEI SANTI MARCO E MARCELLI ANO
A pag. 34 della sua opera: Osservazioni sui cimiteri sacri, il
Boldetti parla d’una transenna marmorea, da lui scoperta nel ci-
mitero che egli riteneva erroneamente per quello di Pretestato. Ne
dà una descrizione come al solito molto inesatta : « Sta questa
cancellata, cosi egli scrive, situata avanti una picciola cappella,
manzi la quale però v’è un largo spazioso di cappella mag-
giore, con una via che a questo luogo conduce due volte più
ampia del solito » ecc. Queste parole non permettono di farsi
una idea alquanto esatta dell’ambiente, malgrado il disegno che
accompagna il testo. Siccome anche l’indicazione del sito del
cimitero è un po’ vaga, essendo collocato « sotto le vigne tra
la Basilica di S. Sebastiano e la Chiesa intitolata Domine quo
vadis », era pressoché impossibile di indovinare il cimitero che
conservava il raro monumento. Ciò non ostante il nostro com-
pianto maestro de Rossi, fidandosi del suddetto disegno e della
descrizione del Boldetti, pervenne alla persuasione, che la cripta
del diacono Redento, da lui trovata in uno stato di grande
rovina, presentasse tutti i connotati dell'ambiente della transenna
in questione». «In siffatta cripta, scrive il de Rossi1, rico-
nosco appunto quella di che... si ragiona. Essa era nella grande
necropoli sotterranea tra l’Appia e PArdeatina in una via due
volte più ampia del solito... ; quivi il cubicolo a tre archi
con le vestigia della grande transenna che ne chiuse tutto
1 Roma sotterr., Ili, p. 234-36.