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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 14.1908

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https://doi.org/10.11588/diglit.19822#0150
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NOTIZIE

145

III.

Detti già notizia altra volta dello scavo eseguito dai PP. Trap-
pisti in vicinanza del loro monastero sopra il cimitero di Cai
listo, dove si rinvennero numerosi avanzi di un edificio romano
con pavimento a mosaico bianco e nero sopra il quale furono
poi costruite numerose tombe cristiane. Accennai ancora che lì
sotto si estende quella vasta regione cimiteriale, la quale il
De Eossi riconobbe come cimitero di Marco e Balbina; e dissi
che la cronologia dei monumenti sotterranei, atiche recentemente
scoperti, è in accordo con questa denominazione.

E si potrebbe sospettare che quei grandiosi avanzi di costru-
zioni romane ricoperti poi da edifici cristiani possano avere
appartenuto a quel fundus rosarius, che secondo il Lìher pon-
tificalis, l'imperatore Costantino donò al papa Marco per la sua
basilica eretta fra la via Appia e la via Ardeatina.

Ora la prosecuzione degli scavi in quel punto ha mostrato
che l'accennato antico edificio romano era vastissimo e conte-
neva serbatoi d'acqua e stanze da bagno, onde potè benissimo
aver fatto parte di un grandioso fundus rusticus. E tutto ciò
sembra confermare che lì vicina fosse la basilica del papa Marco
con l'annesso cimitero sopraterra, giacché questi monumenti fu-
rono costruiti appunto in un nobile fondo della campagna ro-
mana, quale era quello che oggi si è ritrovato.

Questi scavi i quali si fanno anche nelle sottoposte gallerie
sotterranee, sono anche diretti a risolvere la grave questione to-
pografica della posizione precisa del sepolcro dei martiri Marco
e Marcelliano e di quello del papa Damaso, che è restata an-
cora sospesa e su cui scrissi espressamente nel Nuovo Buìlettino
(1905, pag. 191-231). E ne dirò qui due sole parole, riserbandomi
poi a ritornarvi sopra, giacché so che probabilmente tale questione
sarà fra poco sollevata di nuovo fra gli archeologi. In quel mio

Nuovo Bull. d'Arch. crisi. — Anno XIV. 10
 
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