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Marucchi, Orazio: Di una pittura del cimitero di Pretestato (la così detta Incoronazione di Spine) in cui può riconoscersi «Il Testimonio di Giovanni Battista»: contributo allo studio del quatro Vangelo
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O. MARUCCHl
che sarebbe stato meglio se le spine fossero state più puntute.
Wir geben ferner auch su dass es nichts geschadet liatte wenn
an der Krone die Domen ehvas spitziger ausgefallen wàren
Ma qui non si tratta di forma più o meno puntuta, ma si tratta
invece del fatto che le supposte spine non sono spine ma
sono invece foglie e foglie assolutamente identiche a quelle che
stanno attaccate alla canna; e perciò se le foglie attaccate
alla canna non sono spine non lo saranno neppure le altre, ma
saranno anch'esse semplicemente foglie di canna palustre. E per
me e per altri che hanno esaminato con me la pittura origi-
nale, è chiaro che le foglie intorno alla testa appartengono sem
pre alla canna, quantunque alcune per il movimento della mano
del pittore sieno venute staccate dal tronco di canna. Insomma
è certo che il pittore dell'affresco di Pretestato ha voluto rap-
presentare un personaggio il quale avvicina una canna palustre
alla testa del "Salvatore: ed è certo altresì che egli ha dipinto
questa canna con foglie pioventi in giù le quali vengono in
parte a toccare la testa del Cristo.
Ed è chiaro che avendo l'artista dipinto delle foglie unite
alla canna ed avendo egli avvicinato quella canna alla testa
del Salvatore, era necessario che quelle foglie venissero a toc-
care la testa medesima. E del resto che i segni i cpiali stanno in-
torno alla testa sieno veramente foglie pioventi in giù, lo mo-
stra quella foglia che è dipinta a poca distanza dall'occhio de-
stro del Salvatore ; giacche chiunque può constatare che questa
non può in alcun modo essere una spina, poiché una spina si
sarebbe dovuta rappresentare in tutt'altra direzione, cioè o di-
ritta o inclinata ma non mai si sarebbe dipinta pendente e stac-
cata in quel modo. Né può dirsi che sieno spine gli altri segni
dipinti a destra verso la rottura dell'intonaco; giacché la pie
gatura della canna al disopra mostra chiaramente che se l'in-
Tióm. QuartalscUr., 1908, p. 169.
O. MARUCCHl
che sarebbe stato meglio se le spine fossero state più puntute.
Wir geben ferner auch su dass es nichts geschadet liatte wenn
an der Krone die Domen ehvas spitziger ausgefallen wàren
Ma qui non si tratta di forma più o meno puntuta, ma si tratta
invece del fatto che le supposte spine non sono spine ma
sono invece foglie e foglie assolutamente identiche a quelle che
stanno attaccate alla canna; e perciò se le foglie attaccate
alla canna non sono spine non lo saranno neppure le altre, ma
saranno anch'esse semplicemente foglie di canna palustre. E per
me e per altri che hanno esaminato con me la pittura origi-
nale, è chiaro che le foglie intorno alla testa appartengono sem
pre alla canna, quantunque alcune per il movimento della mano
del pittore sieno venute staccate dal tronco di canna. Insomma
è certo che il pittore dell'affresco di Pretestato ha voluto rap-
presentare un personaggio il quale avvicina una canna palustre
alla testa del "Salvatore: ed è certo altresì che egli ha dipinto
questa canna con foglie pioventi in giù le quali vengono in
parte a toccare la testa del Cristo.
Ed è chiaro che avendo l'artista dipinto delle foglie unite
alla canna ed avendo egli avvicinato quella canna alla testa
del Salvatore, era necessario che quelle foglie venissero a toc-
care la testa medesima. E del resto che i segni i cpiali stanno in-
torno alla testa sieno veramente foglie pioventi in giù, lo mo-
stra quella foglia che è dipinta a poca distanza dall'occhio de-
stro del Salvatore ; giacche chiunque può constatare che questa
non può in alcun modo essere una spina, poiché una spina si
sarebbe dovuta rappresentare in tutt'altra direzione, cioè o di-
ritta o inclinata ma non mai si sarebbe dipinta pendente e stac-
cata in quel modo. Né può dirsi che sieno spine gli altri segni
dipinti a destra verso la rottura dell'intonaco; giacché la pie
gatura della canna al disopra mostra chiaramente che se l'in-
Tióm. QuartalscUr., 1908, p. 169.