DOI Artikel:
Schuster, D. I.: L' oratorio del Salvatore nel monastero imperiale di Farfa
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.19825#0185
L'ORATORTO DEL SALVATORE
NEL MONASTERO IMPERIALE DI FARFA
La vita agitatissima dell'Urbe durante l'alto medioevo si
riflette così fedelmente su quella della celeberrima badia di
Farfa, tra i colli sabini sempre ricoperti dell'eterno verde degli
olivi, alle porte di Roma e del Laterano, che le due storie
s'integrano a vicenda. 1 Infatti, la posizione politica del cenobio,
lungi da qualsiasi ingerenza del Comune di Roma e della
Curia papale, e soggetto unicamente all'imperatore, l'ascendente
religioso esercitato dai monaci su quelle giovani razze pene-
trate dall'ideale cristiano nel più intimo dell'animo, e, infine,
il merito stesso personale di quella lunga serie di abbati franchi
die si successero sul trono badiale, « spiriti magni », nella cui
anima si armonizzavano insieme tutte le correnti ideali di quei
secoli, egualmente abili sia ad esporre eloquentemente le Scrit-
ture ai propri monaci, che a governare quelle molte migliaia
di sudditi sparsi nelle terre del Monastero, o meglio ancora a
sedere a fianco del sovrano nel suo consesso privato, e accom-
pagnarlo alla guerra; tutto questo complesso di circostanze
crearono a Farfa una posizione così eminente in tutto il ducato
di Romai che il Comune e la Curia ebbero successivamente a
suo riguardo sensi di ammirazione profonda, di gelosia e di
rivalità.
1 Appurilo in questi giorni vede La luce un mio volume su Ugo E, abbate
di Farfa, ctie riflette il periodo de] maggior splendore del .Monastero. Più
che la storia d'un cenobio o d'un personaggio particolare, è tutta la vita
romana, le lolle tra I" impero e il comune, l'opera dei Papi e degli abbati
di Farfa per La cacciata dei greei dall'Italia inferiore, le Lotte tra i conti
di Tuscolo, i Prefetti, i pontefici e gli antipapi, i precursori della riforma
d'Ildebrando e i loro avversari, die vogliono far rivivere quelle pagine
destinate a fornire agli studiosi un tenue contributo alla storia delia
grande badia.
NEL MONASTERO IMPERIALE DI FARFA
La vita agitatissima dell'Urbe durante l'alto medioevo si
riflette così fedelmente su quella della celeberrima badia di
Farfa, tra i colli sabini sempre ricoperti dell'eterno verde degli
olivi, alle porte di Roma e del Laterano, che le due storie
s'integrano a vicenda. 1 Infatti, la posizione politica del cenobio,
lungi da qualsiasi ingerenza del Comune di Roma e della
Curia papale, e soggetto unicamente all'imperatore, l'ascendente
religioso esercitato dai monaci su quelle giovani razze pene-
trate dall'ideale cristiano nel più intimo dell'animo, e, infine,
il merito stesso personale di quella lunga serie di abbati franchi
die si successero sul trono badiale, « spiriti magni », nella cui
anima si armonizzavano insieme tutte le correnti ideali di quei
secoli, egualmente abili sia ad esporre eloquentemente le Scrit-
ture ai propri monaci, che a governare quelle molte migliaia
di sudditi sparsi nelle terre del Monastero, o meglio ancora a
sedere a fianco del sovrano nel suo consesso privato, e accom-
pagnarlo alla guerra; tutto questo complesso di circostanze
crearono a Farfa una posizione così eminente in tutto il ducato
di Romai che il Comune e la Curia ebbero successivamente a
suo riguardo sensi di ammirazione profonda, di gelosia e di
rivalità.
1 Appurilo in questi giorni vede La luce un mio volume su Ugo E, abbate
di Farfa, ctie riflette il periodo de] maggior splendore del .Monastero. Più
che la storia d'un cenobio o d'un personaggio particolare, è tutta la vita
romana, le lolle tra I" impero e il comune, l'opera dei Papi e degli abbati
di Farfa per La cacciata dei greei dall'Italia inferiore, le Lotte tra i conti
di Tuscolo, i Prefetti, i pontefici e gli antipapi, i precursori della riforma
d'Ildebrando e i loro avversari, die vogliono far rivivere quelle pagine
destinate a fornire agli studiosi un tenue contributo alla storia delia
grande badia.