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MCCCCC, FEBBRAIO,
et, judicio di tutti, fin 8 zorni si converà partir, per-
chè il populo di Milana, visto la Signoria non è con
Lodovico, è rimasto mal contento.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca-
petanio, di 8. Come 8 fameie di caxa Triulzi erano
di Milan fuzite, e venute lì.
Noto, el signor di Rimano, partito de qui, è tor-
nato a Rimano.
Da poi disnar, fo conscio di X con gran zonta,
credo di danari; steteno fin hore tre di note. Fo dito
esser letere di Alvise Manenti, dii suo zonzer a la
Porta, assa’ honorato.
A dì 25 fevrer. Si have a visi da Milam, el signor
Lodovico era a Vegevene, andava trovar missier
Zuan Jacomo, qual è citrato con quelle zente versso
i monti, sì che Lodovico prospera.
Da Constantinopoli, si have avisi parlicular di
17 dezembrio. Li merchadanti nostri sier Andrea
Griti, quondam sier Francesco, sier Lunardo Bem-
bo, quondam sier Piero, sier Bernardo e sier Piero
Zustignan, de sier Francesco, sier Almorò Griti,
quondam sier Homobom, et altri popolari, al numero
tutti..., erano sta mandati a Castel Nuovo, a la bo-
cha di Mar Mazor. Item, era sta fato di bassà quel
Misit bassà, fo altre volte amico nostro.
Da poi disnar, fu gran conscio, et vene Paulo
da Como, da Padoa, stolto, et sento so li banchi, di-
cendo molte pazie.
A dì 26 fevrer. In questa malina, so le scale, fo
bandizà li soldi pesarmi piò non si dovesseno spen-
der, e cossi li bezi, et in la zecha si bateva soldi nuovi
c mezi soldi ; et questo fu per deliberatiom fata nel
conscio di X.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe. Fu
posto per li consieri dar una camera di donzeli dii
principe a sier Antonio Grimani, procurator, era in
la Forte ; cussi contentando li avogadori di comun.
Et sier Nicolò Michiel, l’avogador, contradixe, dicen-
do lo volea menar a gran conscio ; et alegò sier Do-
menego Morexini, proconlator, averli ditto, a Fiorenza
si dicea : Cosma non vole, ergo eie. Et volea andar
a gran conscio, eh’ è il signor di questa terra. E li
altri do avogadori soi collega, sier Marco Sanudo e
sier Polo Pixani, el cavalier, disseno : E no volerne.
Et perchè la terra sapeva non erano di tal opinion
di andar a gran conscio, le alquanto di remor el pre-
gadi, e cazati li parenti dii Grimani, ave 3 non sin-
cere, 70 di sì, 100 di no. E fo preso di no.
Item, fu posto per tutti di colegio una altra meza
tansa, a pagar per tutto marzo, con dom di 8 per
100, e siano fati creditori, a raxon di ducati X, al '
132
monte nuovo, il cento. El sier Beneto Zustignan,
savio a terra ferma, messe siano spexi per le cosse
di mar. Sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, con-
tradixe, dicendo el bisogno di le cosse, eliam da
terra. Li rispose el Zustignan. Poi si acordono, la
mila in cosse di mar, e l’altra da terra.
Di Hongaria, di Francesco da la Zuecha, secre- à.)
lario. Come quel re à saputo di Alvise Manenti, man-
dato al lurcho, manda uno suo al lurcho a saper di
questo. Et è da saper li fo scrito, ditto Manenti el
capetanio zeneral averlo mandato. Dem, aspeta il
zonzer di nostri oratori ; et li oratori di Maxiniiaii
e di Milan sono stati lì per do cause: la prima,
conira il papa voi far concili] eie., et 1’ altra voi dar
la fìa di esso re di romani, fo moglie dii principe di
Spagna, per moglie al re di Hongaria, et ajuti il
signor Lodovico.
Da mar e da terra, per ogni via di Levante, si
intende li gran preparamenti fa il turcho per l’anno
futuro.
Di la Zefaionia, dii capetanio zeneral, di 3. Co-
me nostri haveano preso uno riparo, per il qual tur-
chi se difendeva ; et di uno turcho, venuto fuora dii
castello, et il capetanio zeneral lo à vestito, et halo
ritorna dentro, acciò fazi cuor a li altri di rendersi.
Item, dii zonzer lì sier Antonio Diodo, capetanio di
le galie dii trafego, con le altre galie vien di Modon ;
à ricevuto il nostro bordine vadi sequendo li do viazi;
dice non voler, perchè le zurme non vuol, et ditte
galie è mal in bordine di homeni ; bisogna proveder.
Da Roma, di l’oralor. Come si aspetava 1’ ora-
tor dii turcho, vien di Napoli, el che il re Fedrico
dava ajuto al signor Lodovico, li pagava mille fanti ;
et par, in certa materia, el primocerio nostro da cha’
Dandolo con li cardinali aversi ben portato.
Da Fiorenza. Par Vitelozo Vitelli, per la inzuria
di la morte dii fradello, à corsso su quel de’fioren-
tini; et il re di Franza à scrito a Fiorenza, al presente
li cognoscerà, si sarano amici o inimici soi, si non
darano ajuto al signor Lodovico.
Noto, Bologna ni Ferara si move in aiuto dii pre-
fato ; et Mantoa, il marchexe, a Viadana à poche zen-
te, 0 fa eie.
Da Milam. È il Cardinal Ascanio, il Cardinal di
San Severim e il Cardinal di Ferara lì. In castello non
è monsignor di Ligni, ni el conte di Mixocho, fìol di
missier Zuan Jacomo, ma sono iti fuora. Vi è ben
500 francesi, e vituarie per uno anno, et Zuan Dolze,
secrctario nostro, qual non poi scriver qui nè man-
darne aviso alcun. Item, el signor Lodovico prese
Vegevene, e ave la rocha ; fece impichar el caslelan
MCCCCC, FEBBRAIO,
et, judicio di tutti, fin 8 zorni si converà partir, per-
chè il populo di Milana, visto la Signoria non è con
Lodovico, è rimasto mal contento.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca-
petanio, di 8. Come 8 fameie di caxa Triulzi erano
di Milan fuzite, e venute lì.
Noto, el signor di Rimano, partito de qui, è tor-
nato a Rimano.
Da poi disnar, fo conscio di X con gran zonta,
credo di danari; steteno fin hore tre di note. Fo dito
esser letere di Alvise Manenti, dii suo zonzer a la
Porta, assa’ honorato.
A dì 25 fevrer. Si have a visi da Milam, el signor
Lodovico era a Vegevene, andava trovar missier
Zuan Jacomo, qual è citrato con quelle zente versso
i monti, sì che Lodovico prospera.
Da Constantinopoli, si have avisi parlicular di
17 dezembrio. Li merchadanti nostri sier Andrea
Griti, quondam sier Francesco, sier Lunardo Bem-
bo, quondam sier Piero, sier Bernardo e sier Piero
Zustignan, de sier Francesco, sier Almorò Griti,
quondam sier Homobom, et altri popolari, al numero
tutti..., erano sta mandati a Castel Nuovo, a la bo-
cha di Mar Mazor. Item, era sta fato di bassà quel
Misit bassà, fo altre volte amico nostro.
Da poi disnar, fu gran conscio, et vene Paulo
da Como, da Padoa, stolto, et sento so li banchi, di-
cendo molte pazie.
A dì 26 fevrer. In questa malina, so le scale, fo
bandizà li soldi pesarmi piò non si dovesseno spen-
der, e cossi li bezi, et in la zecha si bateva soldi nuovi
c mezi soldi ; et questo fu per deliberatiom fata nel
conscio di X.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe. Fu
posto per li consieri dar una camera di donzeli dii
principe a sier Antonio Grimani, procurator, era in
la Forte ; cussi contentando li avogadori di comun.
Et sier Nicolò Michiel, l’avogador, contradixe, dicen-
do lo volea menar a gran conscio ; et alegò sier Do-
menego Morexini, proconlator, averli ditto, a Fiorenza
si dicea : Cosma non vole, ergo eie. Et volea andar
a gran conscio, eh’ è il signor di questa terra. E li
altri do avogadori soi collega, sier Marco Sanudo e
sier Polo Pixani, el cavalier, disseno : E no volerne.
Et perchè la terra sapeva non erano di tal opinion
di andar a gran conscio, le alquanto di remor el pre-
gadi, e cazati li parenti dii Grimani, ave 3 non sin-
cere, 70 di sì, 100 di no. E fo preso di no.
Item, fu posto per tutti di colegio una altra meza
tansa, a pagar per tutto marzo, con dom di 8 per
100, e siano fati creditori, a raxon di ducati X, al '
132
monte nuovo, il cento. El sier Beneto Zustignan,
savio a terra ferma, messe siano spexi per le cosse
di mar. Sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, con-
tradixe, dicendo el bisogno di le cosse, eliam da
terra. Li rispose el Zustignan. Poi si acordono, la
mila in cosse di mar, e l’altra da terra.
Di Hongaria, di Francesco da la Zuecha, secre- à.)
lario. Come quel re à saputo di Alvise Manenti, man-
dato al lurcho, manda uno suo al lurcho a saper di
questo. Et è da saper li fo scrito, ditto Manenti el
capetanio zeneral averlo mandato. Dem, aspeta il
zonzer di nostri oratori ; et li oratori di Maxiniiaii
e di Milan sono stati lì per do cause: la prima,
conira il papa voi far concili] eie., et 1’ altra voi dar
la fìa di esso re di romani, fo moglie dii principe di
Spagna, per moglie al re di Hongaria, et ajuti il
signor Lodovico.
Da mar e da terra, per ogni via di Levante, si
intende li gran preparamenti fa il turcho per l’anno
futuro.
Di la Zefaionia, dii capetanio zeneral, di 3. Co-
me nostri haveano preso uno riparo, per il qual tur-
chi se difendeva ; et di uno turcho, venuto fuora dii
castello, et il capetanio zeneral lo à vestito, et halo
ritorna dentro, acciò fazi cuor a li altri di rendersi.
Item, dii zonzer lì sier Antonio Diodo, capetanio di
le galie dii trafego, con le altre galie vien di Modon ;
à ricevuto il nostro bordine vadi sequendo li do viazi;
dice non voler, perchè le zurme non vuol, et ditte
galie è mal in bordine di homeni ; bisogna proveder.
Da Roma, di l’oralor. Come si aspetava 1’ ora-
tor dii turcho, vien di Napoli, el che il re Fedrico
dava ajuto al signor Lodovico, li pagava mille fanti ;
et par, in certa materia, el primocerio nostro da cha’
Dandolo con li cardinali aversi ben portato.
Da Fiorenza. Par Vitelozo Vitelli, per la inzuria
di la morte dii fradello, à corsso su quel de’fioren-
tini; et il re di Franza à scrito a Fiorenza, al presente
li cognoscerà, si sarano amici o inimici soi, si non
darano ajuto al signor Lodovico.
Noto, Bologna ni Ferara si move in aiuto dii pre-
fato ; et Mantoa, il marchexe, a Viadana à poche zen-
te, 0 fa eie.
Da Milam. È il Cardinal Ascanio, il Cardinal di
San Severim e il Cardinal di Ferara lì. In castello non
è monsignor di Ligni, ni el conte di Mixocho, fìol di
missier Zuan Jacomo, ma sono iti fuora. Vi è ben
500 francesi, e vituarie per uno anno, et Zuan Dolze,
secrctario nostro, qual non poi scriver qui nè man-
darne aviso alcun. Item, el signor Lodovico prese
Vegevene, e ave la rocha ; fece impichar el caslelan