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MCCCCC, GIUGNO.

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il principe ini pregadi, et stole quanto fo leto le teie-
re ; poi si redasse da basso con li consieri e cai di
X, e mandati tutti li altri Inora, e fo conira raxom.
Et fo aldilo sier Lucha Tram, fo synicho, qual referì
di la conditiom dii nostro capetanio zeneral, et cho-
me era amallato eie. Et, aldito, il principe andò a
caxa, eli savij rimasene a consultar. E, chiamati nui
ai ordeni dentro, fo proposto di conseiar di far cape-
tanio zeneral o no. Et è da saper, sier Marco Bolla-
ni, sier Domenego Morexini e sier Marco Zorzi, dis-
seno voler indusiar; alcuni voleva far zeneral, tra li
altri Jo ; ma 0 fo concluso. Et sier Beneto Zustignan,
consolo, e sier Piero Capello, cugnado, difendevano
molto sier Marchiò Trivisan. Dein, fo loto una' de-
positici! di sier Alvise Bondimier, venuto camer-
lengo di Napoli di Romania, chome il zeneral non si
poi aitar.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l’ ar-
mada, data ai Redoni, in galia, a di 30. Chome à
aviso, di la Vajussa dia ussir 15 galie, et altre cosse;
chome par in te teiere eie.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo e cape-
tanio. in consonanza, dia ussir dite galie, et à nove,
turchi va col campo a Napoli di Romania.
150* In questo pregadi fu posto per tutti i savij, scri-
ver al zeneral di te previsioni si fa, sì de homeni
come in.armar galie, e se li manda ducati 3000 per
far provisionati de lì. Etiam dagi di più a te zurme
dii consueto, trovando de li homeni da meter su te
galie. Dem, aduni te galie, che mandò a Napoli di
Romania, insieme; etiam, per altri bisogni se li
manda ducati 2000, sì che di brieve bara auto du-
cati 2000. Et sier Francesco Orio, è di pregadi, andò
in renga, e aricordò el bisogno di te nave, dove è
suo fratello capetanio, il manchamento di homeni
eh’ anno; il colegio doveria proveder a questo. Et sier
Piero Capello, savio di terra ferma, per esser in se-
timana volse risponderli. Et poi andò la teiera, e
have tutto il conseio.
Fu posto, per li savij dii conseio e di terra ferma,
di far el primo pregadi orator in Franza, in luogo
di sier Beneto Trivixam, el cavalier, qual è stato
assa’ tempo. Et have tutto il conseio.
Fu posto per tutti li savij, di scriver a P orator
nostro a Roma, zercha l’armata yspana, debbi esser
con domino Laurenzio Suares, orator dii re di Spa-
gna, et debbi persuaderlo voglij scriver a quel cape-
tanio, si conzonzi con la nostra armata ; e da mo sia
preso dar forma a la expeditiom di l’orator nostro,
designato in Spagna. Bave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, ut supra, exceplo Jo, Marin
I Diami di M. Sanuto. — Tom. III.

Sanudo, di scriver a sier Hironimo Pixani, prove-
dador di P armada, zercha te cosse di la Vojussa, e
che con la galia Barba, ha con lui, e te 4 altre sono al
Sasno, et do galie grosse se li manda, vedi che quella
armata di la galia (1) non ensa; tuta volta che il ze-
neral lo voy, debbi andar. Et Jo, Marin Sanudo, vul-
ssi la parte, con questa addition: che zuoba proxi-
ma, sier Domenego Dolfim, electo capetanio al colfo,
debbi meter banche, e sia subito armato e con te
fuste, justa la parte. Item, scrito sia a Veia e Sibi-
nicho, armino quelle fuste, qualle insieme con ditto
capetanio sia a custodia dii colffo, e altre clausule; ut
in ea. Et Jo fui el primo andai in renga, e dissi il
bisogno dii colffo eie. Mi rispose sier Jacobo Gabriel,
mio collega. Andò te parte: ninna non sincera,
ninna di no, 54 di Jo, Marin Sanudo, 103 di savij. E
fu presa, perchè li savii preditti messene in la soa
parte di armar prima te galie grosse, poi el capetanio
dii collo ; e questo la fè prender.
Fu posto per tutti, ut supra, di concieder a Di-
mitri Paleologo, da Napoli di Romania, il castello
dii Panari, qual lo debbi fabrichar a suo spexe, e
spendi in quello ducali 100, et sia ubligato dar lire X
di cera a la camera nostra di Napoli, risalvando pe-
rirò la decima a la Signoria nostra ; et ogni volta che .
la Signoria nostra lo voglij sia ubligato a dargelo,
dogandoli ducati 100 che P havesse speso. Dem, sia
contìnua una previsioni a lui, che li dete sier Anto-
nio Grimani, hessendo zeneral, di ducati 12 al mese,
atento li soi benemeriti, et sij pagato a la camera
nostra di Candia, a raxom di page 4 a P anno. Ave
8 non sincier, 11 di no, 80 di la parte. Et fo presa.
A dì 17 zugno. In colegio non fo alcuna teiera, 151
ma, venuto el principe, mandoe tutti fuora chi non
intrava nel conseio di X. Et in hoc interim, vene
P orator di Franza, introe; judicho fusse per quel
di Lampugnano, milanese, fo retenuto e lassato. Poi
vene lo episcopo di Chai, et secrele disse alcune par-
ticularità ; monstra bon voller, ma il papa è causa
d’ ogni mal per P ambition. Et cussi questa matina
il colegio non fo chiamato dentro; steteno a consul-
tar cosse importante, et da poi disnar, fo conseio
grande, e fato consier di Chanareio sier Piero Con-
tarmi, fo governador, et prova te voxe di procura-
tor, zoè di quel conseio restava a balotar. Poi fo
conseio di X con zonta di colegio ; vi fu el prin-
cipe eie.
È da saper, domino Hannibal Augusolo, fo caste-
(1) Non « di la galia » ma « de la Vojussa » dice la Parte, la
quale aggiunge : « dummodo dal capitane© nostro generale non ba-
lliate altro in contrario ». Sen., Secr., XXXVIII, c. 40. (R. Fulin.)
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