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MCCCCC, SETTEMBRE.

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dendoli, li crepa il cuor, non poi portarli, sì per le
malie nuove, come per la sua età ; ne le qual cosse
à spcxo di ducati XI milia, computa li arzenti, qual
non è soi. ma va atorno per tutta la terra. Quando
F intrò in dogado, li fo presta li ducati 1000 soliti ;
li rese subito ; non dia dar ninna cossa a ni un ; non
voi si compri in credenza, acciò da poi la sua mor-
te non se dimandi ; zurò per F anima soa, non à
danari ; disse non haver ducati 2000 di contadi, et,
volendo, impegnerà li arzenti ; tamen se tansasse, e
si facesse quello volesse, era presto a pagar ; à anni
80, dia viver puocho, si F avesse, che li faria a pre-
301 star? ma non ha; et che non si poteva dar, tan-
sar il dogado per parte presa in gran conscio ; et
cargo il Capello, suo parente, li mostrava mal l’amor,
et che suo padre non feva cussi; et che quando F an-
no passato dimandò imprestedo, sier Piero Capello
prestò con gran stete (sic) ducati cento. Quanto a
le parte, disse non voleva dir altro, tutte bisogneria
conira questo tureho, et che al tempo di le fazioni,
li soi à pagato più di homeni di questa terra, e suo
avo e suo padre, exceptuando missier Antonio Con-
tarmi, dal deo. Et sier Constantim di Prioli, disse :
E sier Constantim di Prioli, cl vechio, serenissimo
principe. Et soa serenità disse : L’ è vero ; et che
caxa soa pagò ducati 80 milia, a ducato per du-
cato, di fazioni a la camera d’imprestedi, che bora
vai ducati 5 el 100 di cavedal ; concludendo, si do-
vesse far quello pareva, era presto a pagar. Et si
levò, et ussì di pregadi con collera. Era 4 consieri
a la bancha : sier Baldiscra Trivixan, sier Zuan
Morexini, sier Piero Contarmi e sier Domenego Bol-
limi, manchava il Zen e Trun. Andò in renga sier
Marco da Molili, in favor di la soa opinion, et ve-
dendo il conseio non la sentiva, intrò in la opinioni
di la meza tansa con la soa zonta. Parlò sier Lo-
renzo di Prioli, e arecordò si scodesse ducati 20
milia di le decime pontificie, che niun è exeptuado
de’ monasteri] fati exenti a pagar, laudò F impre-
stedo et le decimò, aricordò pagar li debitori. Et
sier Piero Capello intrò in la meza tansa, con que-
sto, el serenissimo principe sia tanxato per la pri-
ma tanxa ducali 300 imprestedo et ducali 50 per
si, et cussi per portiom ducati 150 per la mità; et
sic in futurum, quando si penerà taxe, pagi. Et sier
Marco da Molili intrò in questa con la soa zonta.
Sier Francesco Zane, el cao di 40, vuol la parte
di sier Marco da Molili, con questo : si toglij etiam
ad imprestedo, e quelli presterano siano ledi a grani
conseio. Andò in renga sier Lunardo Loredam, pro-
curator, savio dii conseio; laudò la soa parte, et

biasemò le altre opinion, non dicendo nulla dii prin-
cipe. Andò le parte : 2 non sincere, 2 di no, dii cao
di 40 fo XI, dii Molim 22 ; e queste andò zoso. Dii
Capello, fo 34 ; di sier Constantin di Prioli e altri
nominadi, 34; dii resto di savij, 57. E queste tre
fo rebalotà : una non sincera, 34 dii Prioli, e que-
sta va zoso; di savij, 68, dii Capello, 69. Et ilerum
andò la parte: 2 non sincere, 71 di savij, 101 dii
Capello. E questa fu presa, videlicet la meza tansa,
e il doxe sia tanxado.
Fu comandado di questo strectissima credenza,
et dato sacramento per li cai di X a bancho a ban-
che ; tamen tutta la terra F intese.
Item, fo messo per li avogadori di comun, chia-
mar il conseio di pregadi per zuoba, venere e sa-
bado, non essendo cosse importante per la terra,
a requisitiom Ihoro, solo pena di X ducati, vengino
tutti. Ave 4 balote di no.
Zte/n, fu messo per tutti i savij la parte di con-
tcstabeli, fo dii signor Lodovico, siano electi 4, tra
li qual Badino. Et Jo, Marin Sanudo, missi che vo-
leva fusseno, per li executori, fati 200 homeni di le
arte e mestieri, e mandati su F armada. Andò in
renga sier Lorenzo di Prioli, dicendo non era da fi-
darsi ; disse F exempio di Thomaso Schiavo a Ne-
groponte eie. Li rispose sier Polo Pixani, el cavalier,
dii bisogno era di haver capi. Et poi andò in renga
sier Francesco Bolani. Fo ditto de indusiar.
Ancora fu messo, per tutti i savij, parte, che, 301 *
acadendo tuor molti navilij, di mandar robe in ar-
mada e nave, qualli li patroni veleno precij exces-
sivi, che il nollo sia limitado per sier Marin Zusti-
gnam e sier Domenego di Prioli. Ave tutto il con-
seio. Et, liccntiato el pregadi, era hore do e </2 di
note.
A di 9 setembrió. In colegio vene il principe, et
non disse alcuna cossa ; ma mandò lutti i danari,
questa reatina, di la tansa a li governadori ; et non
mostrò come nulla fusse.
Vene sier Francesco Barbaro, sier Nicolò Lip-
pomano e sier Nicolò Salamoili, auditori nuovi, quali
erano, per parte presa ire pregadi, in bordine per
partirsi e andar in synicha’ da terra. Et volendo te-
diar la man ai consieri, avanti venisse il principe, et
za tochata quasi a la mità dii colegio, sier Antonio
Trun si levò, dicendo voleva revocharli im pregadi.
E cussi sospese F andata.
Vene F orator di Pranza, al qual fo comunichato
la ] etera scrita al pontifico et reliqui, et al re di ro-
mani et electori de F imperio. Ilem, diteli era letcre
di Pranza, si miravegliò lui non havesse ; e diteli le
 
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