0C3 m cocce,
fornida. lo non so come stia Modo» fornito ; queste
«ente non stanno contente, vociano far qualcossa ;
et soprazonze lo inverno ; voria saper dove averò
porto e vituarie, per i mei danari, a precij conve- ■
nienti. Li rispose, non intendeva a che termine si
atrovava Modon, e di le zente di l’ armata era certo
desideravano di far fati, et era necessario soa signo-
ria si atrovasse una volta con el capetanio zeneral,
perchè da lui se intenderla el tuto; e che zercha a
porti e vituarie, quanto avesse F armata di la Signo-
ria nostra, aria la sua ; e quando le duo armate fos-
setto unite, non saria impresa che non poteseno tuor
e otegnir. Et il capetanio disse, non saria bene che
383 * le duo armade facesse porto in uno Iodio ; io voria
averlo seperato, e li dimandò si l’era stato o havcva
praticha di Negroponte. Li rispose, è stato in do
volte anni 6, e che, judicio suo, essendo F armada
turchescha lì, fazilmente, andando caute, se potria
tuor partilo di consumarla, e otegnir la terra. Et il
capetanio a questo aperse molto F orechie. e fé chia-
mar il patron di F altra nave mazor, nominato don
Diego Lopes, fìol naturai di el Cardinal yspano, et
uno missicr Alvise Pexio. E, intrati in camera, disse
el capetanio : Intendete quello dice el signor prove-
ditor ? che se F armada dii turco è a Negroponte, si
potria andarla a guastar, e forsi prender la terra. E
quel missier Alvise non consonò tal partito, o fen-
zese. Pur fo fato discorso. El capetanio disse : A Mo-
don, eh’ è desfato, nui non guadagneremo niente ;
ma a Negroponte, assai. E il provedador disse, era
vero, ma altramente a la christianità importava Mo-
don cha Negroponte ; ma ben era più fazile la im-
presa di Negroponte. E cussi discorendo di locho
in Iodio tuta la marina di turchi, Salonichij, Stati-
mene, Metelim, e questi lochi, la Zefalonia, Patras,
Lepanto, Santa Maura, la Prevesa e la Valona, con- _
eluse voler andar al Zante, per intender del zeneral,
e, non intendando, andar fino a Zerigo, per esser
col nostro capetanio, e, secondo troveria le cosse, e
il signor Dio lo inspirasse, deliberarla. E cussi par-
tino di la camera, e ritornò su la pope. E, stato al-
quanto, tolse licentia e si partì. E il capetanio li dis-
se : Questa note vi manderò una letera, scrivo a la
illustrissima Signoria. E cussi la note poi la mandò
per ditto domino Francesco Florian, qual lo man-
dava a la Signoria nostra ; et prega lo ricomandi etc.,
molto laudandolo. Or, questo capetanio honorò mol-
to esso provedador; è homo di gran inzegno e pra-
ticha, e non corer, anzi respetivamente terminar le
cosse soe ; et à disiderio di far qualche opera degna
di laude ; à grande obedientia e dispositiom di le
OTTOBRE. 064
zente. Item, eri ess > provedador per una fusta avisó
dii tutto el zeneral. Or ditta armada è, numerati per
lui, navilij con cheba numero 52, altri dice 55 ; nel
qual numero è nave tre grosse : la soa, ditta la Cha-
mila ; F altra, la Charachia o ver la Charcha ; la 3.a,
le Fornara ; barze numero 30, de diversa portada,
assa’grosse; el resto caravele, et 16 che vuoga re-
mi ; è fornita di bellissima zente, disposti, e per gua-
dagnar un duellato meteriano la vita ; fornita di ar-
tilaria grossa e menuta, e molti falconeti e passavo-
lauti, con le charete da meter in terra, molte bron-
zine grosse, gran numero di bombardieri e molti
homeni d’ arme ; et li cavali ha lassato in Sicilia.
Item, dii cavalier amalato etc., et di F acostar di le
7 galie e do ('uste, ut supra, per aver qualche pedo-
ta per F Arzipielago, e non ne à trovati. Eri li fo
fato uno presente : 4 bote di malvasia, alcuni animali
grossi, potami, pan e fruii etc., per esso rezimento,
et lui proveditor; e lo ave acetissimo molto. E
conclude lenir zertissimo, è per aferar qualche luogo
per si, e torà qualche impresa, e non guarderà me-
ter le sue zente a pericolo etc.
Dal Zante, di sier Nicolò Marcello, proveditor, 384
di 26 septembrio. Come a hore 7 de di è zonto de li
una barcha di Nepanto, con compagni 4, patron Ni-
colò Zalamida, homo di fede. Dice esser fuzito que-
sta note da Patras, et ozi 4.° zorno era zonto uno
ulacho al flambular di la Morea. per via di Saloni-
chij, referendo el signor turco era zonto ivi, za zor-
ni 12, e dovea partirsi immediate per andar a Con-
stantinopoli per la più curia, perchè el campo dii re
di Hongaria li dava molestia, et ha tolto di so’ luogi,
et esser restati certi (tamburi soto Napoli, afin che
stratioti non possine ussir e danizar la Morea, et
che F armata turchescha se ne andava tuta via in
streto, e za era passata F isola di Negroponte, e l’ar-
mata nostra andava a quella volta, sequendola ; et
che tuti i timarati, janizari e altri valenti homeni tur-
chi, che erano stà tolti sopra F armada, da poi ussi-
ta fuora dii streto, sono stati licentiati e andati via ;
e F armata ritorna solum con li asapi et christiani
tolti a Constantinopoli, adeo si la nostra armata F a-
zonze, fazilmente si potrà etc.
Da poi disnar fo conscio di X simplice, per di-
spazar alcuni zenthilomeni, quali eri non compino,
et fono dispazati.
Et colegio di savij si redusse, per consultar di
danari. Et sier Lucha Zen, el consier, aricordò certe
provision, fate dii 14..., a tempo di la guera di Za-
ra, non a preposito al presente. Rasonato poner 4
decime; et Fopinion di sier Cabrici Moro, zercha pa-
fornida. lo non so come stia Modo» fornito ; queste
«ente non stanno contente, vociano far qualcossa ;
et soprazonze lo inverno ; voria saper dove averò
porto e vituarie, per i mei danari, a precij conve- ■
nienti. Li rispose, non intendeva a che termine si
atrovava Modon, e di le zente di l’ armata era certo
desideravano di far fati, et era necessario soa signo-
ria si atrovasse una volta con el capetanio zeneral,
perchè da lui se intenderla el tuto; e che zercha a
porti e vituarie, quanto avesse F armata di la Signo-
ria nostra, aria la sua ; e quando le duo armate fos-
setto unite, non saria impresa che non poteseno tuor
e otegnir. Et il capetanio disse, non saria bene che
383 * le duo armade facesse porto in uno Iodio ; io voria
averlo seperato, e li dimandò si l’era stato o havcva
praticha di Negroponte. Li rispose, è stato in do
volte anni 6, e che, judicio suo, essendo F armada
turchescha lì, fazilmente, andando caute, se potria
tuor partilo di consumarla, e otegnir la terra. Et il
capetanio a questo aperse molto F orechie. e fé chia-
mar il patron di F altra nave mazor, nominato don
Diego Lopes, fìol naturai di el Cardinal yspano, et
uno missicr Alvise Pexio. E, intrati in camera, disse
el capetanio : Intendete quello dice el signor prove-
ditor ? che se F armada dii turco è a Negroponte, si
potria andarla a guastar, e forsi prender la terra. E
quel missier Alvise non consonò tal partito, o fen-
zese. Pur fo fato discorso. El capetanio disse : A Mo-
don, eh’ è desfato, nui non guadagneremo niente ;
ma a Negroponte, assai. E il provedador disse, era
vero, ma altramente a la christianità importava Mo-
don cha Negroponte ; ma ben era più fazile la im-
presa di Negroponte. E cussi discorendo di locho
in Iodio tuta la marina di turchi, Salonichij, Stati-
mene, Metelim, e questi lochi, la Zefalonia, Patras,
Lepanto, Santa Maura, la Prevesa e la Valona, con- _
eluse voler andar al Zante, per intender del zeneral,
e, non intendando, andar fino a Zerigo, per esser
col nostro capetanio, e, secondo troveria le cosse, e
il signor Dio lo inspirasse, deliberarla. E cussi par-
tino di la camera, e ritornò su la pope. E, stato al-
quanto, tolse licentia e si partì. E il capetanio li dis-
se : Questa note vi manderò una letera, scrivo a la
illustrissima Signoria. E cussi la note poi la mandò
per ditto domino Francesco Florian, qual lo man-
dava a la Signoria nostra ; et prega lo ricomandi etc.,
molto laudandolo. Or, questo capetanio honorò mol-
to esso provedador; è homo di gran inzegno e pra-
ticha, e non corer, anzi respetivamente terminar le
cosse soe ; et à disiderio di far qualche opera degna
di laude ; à grande obedientia e dispositiom di le
OTTOBRE. 064
zente. Item, eri ess > provedador per una fusta avisó
dii tutto el zeneral. Or ditta armada è, numerati per
lui, navilij con cheba numero 52, altri dice 55 ; nel
qual numero è nave tre grosse : la soa, ditta la Cha-
mila ; F altra, la Charachia o ver la Charcha ; la 3.a,
le Fornara ; barze numero 30, de diversa portada,
assa’grosse; el resto caravele, et 16 che vuoga re-
mi ; è fornita di bellissima zente, disposti, e per gua-
dagnar un duellato meteriano la vita ; fornita di ar-
tilaria grossa e menuta, e molti falconeti e passavo-
lauti, con le charete da meter in terra, molte bron-
zine grosse, gran numero di bombardieri e molti
homeni d’ arme ; et li cavali ha lassato in Sicilia.
Item, dii cavalier amalato etc., et di F acostar di le
7 galie e do ('uste, ut supra, per aver qualche pedo-
ta per F Arzipielago, e non ne à trovati. Eri li fo
fato uno presente : 4 bote di malvasia, alcuni animali
grossi, potami, pan e fruii etc., per esso rezimento,
et lui proveditor; e lo ave acetissimo molto. E
conclude lenir zertissimo, è per aferar qualche luogo
per si, e torà qualche impresa, e non guarderà me-
ter le sue zente a pericolo etc.
Dal Zante, di sier Nicolò Marcello, proveditor, 384
di 26 septembrio. Come a hore 7 de di è zonto de li
una barcha di Nepanto, con compagni 4, patron Ni-
colò Zalamida, homo di fede. Dice esser fuzito que-
sta note da Patras, et ozi 4.° zorno era zonto uno
ulacho al flambular di la Morea. per via di Saloni-
chij, referendo el signor turco era zonto ivi, za zor-
ni 12, e dovea partirsi immediate per andar a Con-
stantinopoli per la più curia, perchè el campo dii re
di Hongaria li dava molestia, et ha tolto di so’ luogi,
et esser restati certi (tamburi soto Napoli, afin che
stratioti non possine ussir e danizar la Morea, et
che F armata turchescha se ne andava tuta via in
streto, e za era passata F isola di Negroponte, e l’ar-
mata nostra andava a quella volta, sequendola ; et
che tuti i timarati, janizari e altri valenti homeni tur-
chi, che erano stà tolti sopra F armada, da poi ussi-
ta fuora dii streto, sono stati licentiati e andati via ;
e F armata ritorna solum con li asapi et christiani
tolti a Constantinopoli, adeo si la nostra armata F a-
zonze, fazilmente si potrà etc.
Da poi disnar fo conscio di X simplice, per di-
spazar alcuni zenthilomeni, quali eri non compino,
et fono dispazati.
Et colegio di savij si redusse, per consultar di
danari. Et sier Lucha Zen, el consier, aricordò certe
provision, fate dii 14..., a tempo di la guera di Za-
ra, non a preposito al presente. Rasonato poner 4
decime; et Fopinion di sier Cabrici Moro, zercha pa-