1033
MCCCCC, NOVEMBRE,
1034
Da Zara,, vene letere questa matina di sier Fran-
cesco Venier, conte, di ultimo octubrio. Come eri, a
bora di terza, ebbe noticia, certa hoste de’ turchi
descendeva in quel contado perla via di Xelengradi
sopra Obrovaz, dove con faticha i cavai puoi passar
a uno a uno; e poi se intese ditta hoste, recto tra-
mite, drizarsi a la volta di Lavrana, passando fra
Clizevaz e Nadino, via inconsueta, per poter a l’im-
provisa scorsizar quel contado, che più non era sta
dipredato ; e zonse a bore zercha 22. E benché per
via di Nove Gradi e Nadino con segni di bombarde
si svegliasse cadauno, pur era tanta pioza e venti, e
quelli contadini molto negligenti al fuzer, judicha
barano fato qualche preda. E questa note ha alozato,
a presso Nadino do mia, in Bicina, villa dii conta’ di
1’ hongaro, e dubita ditta hoste babbi intelligentia
con i vicebani, e da loro siano stati guidati, perchè
fano bona compagnia a quelli di l’hongaro. E, fra
l’altra preda che hano fatto, hanno preso sier Fran-
cesco da Ponte, castelan di Lavrana, qual, come si
dice, era venuto a una villa di quel contado, chiamata
Craschian, per vegnir lì a Zara ; e havea disnato lì
in casa del zudese, con domino Zorzi Gambiera, capo
di stratioti, e poi, per certo impedimento, era ri-
411 inasto de lì, dove è sta preso. E cussi inconsiderata-
mente, sentendo le bombarde, si habi perso etc. ;
unde, subito spazò sier Jacomo Manolesso per mar,
e uno contestabele con la compagnia, i qual, questa
notte, infallanter, per via dii Iago, intrerano ne la
forteza di Lavrana, e starà a governo etiam dii bor-
go, qual è mal conditionato per la peste, e perchè
sarà stà preso etc. de li villani, che solca fuzer li den-
tro. E à relation per turchi presi, ditta hoste esser
turchi 2000, i capetanij loro sono Hierebi, Hiecebi
et Sophismail, vayvoda ; sono zente di la Bossina,
exceplo uno d’ essi capi, novamente venuto de li
con qualche cavallo. Item, subito spazò una barcha
a la volta di Pago, per trovar li 300 provisionati,
destinati a quelli contadi, comandandoli la mità va-
dino in Nona ; e à scrito a quel conte mandi 100 ho-
meni con barche, a difension di quel luogo ; e cussi à
scrito a Chersso e Arbe. Spierà questa note intrerano
quelli di Pago, e le aque è molto grosse, non è pos-
sibel acostarsi a Nona; pur, hessendo partiti li spa-
gnoli, à voluto provederli, e bisogna eie., perchè si
’l viceban s’intende, qual per il suo patron, amato
molto dal ducha etc., spazerà un a Tenina al vice-
ban, con el qual hanno tenuto bona amicitia e vici-
nità, per saper. Et si scusa si scrive solo, el capeta-
nio non à voluto per esser stà alcuni'zorni infermo.
Aricorda si mandi le 4 passavolante ; atende il suc-
cessor suo, qual è a Luibo, mia 30 de lì. La terra è
risanata, è zorni zercha 20 non se à sentito alcuna no-
vità etc.
Dii ditto, di primo novembrio. Per la ditta bar-
cha non si à potuto partir per il tempo; avisa la
hoste esser questa note alozata a la villa medema di
eri di note ; aspeta il messo, à mandato a Lavrana,
e quella matina à spazà uno altro di quelli contesta-
beli, con la sua compagnia per mar, al ditto borgo
di Lavrana, per assecuration di quello.
Da poi disnar fo pregadi. Leto letere, et il prin-
cipe si redusse in cheba con li cai di X. E par siano
venuti qui, secrele, oratori di Faenza; e sier Ghristo-
fal Moro, è stà lì proveda.lor, à la praticha. Quello
vogliono, non so; unum est, che ’l colegio terminò
non aldirli et licentiarli ; l'ariano ogni patto con nui.
Et poi el principe andò a caxa, e fo leto le letere
dii re di romani, con sagramento dato a banche e
gran credenze ; e fo consultato inter patres, non li
risponder, e licentiar il corier.
Fu posto per li consieri una parte, di regular li
conseglij in le cosse criminal, videlicel poi leto le
scrii tire, habino tre conseglij, e si parli li avochati 3
per parte, a conto di mezaruole, et ogni conscio si
ballota suò pcena etc. Item, li avochati non parli, si
non porterano la fede, aver pagà le taxe; e ditta
parte non s’intendi presa, si la non sarà messa e
presa in gran conscio. Ave 6 non sincere, 38 di no,
98 di si. È presa.
Item, fu posto per sier Zuan Morexini, sier Piero
Contarmi, sier Antonio Trun, consieri, et .lo, Ma-
rin Sanudo, savio ai ordeni, di certi panni è in
doana, tolti alguni turchi za un anno, si imarzizeno,
debino dar lìdejussion, w patet, e siano dati. Ave
tutto il conscio.
Fu posto per li savi] dii conscio, sier Piero Duo-
do. da terra ferma, et Jò, Marin Sanudo, a li or-
deni, atento per le letere di sier Domenego Pixani
si ha, di li do fa tori di n- stri con spezie in Barzelo-
na etc., sia proclama si vengi a dar in nota, aliter
pene grandissime, come in la parte apar. Et sier 411 *
Antonio Trun, el consier, e sier Lunardo Grimani
e sier Francesco Foseari, savio a terra ferma, mes-
sene sia comesso etiam a li avogadori, debino in-
querir tutti chi à fato condur specie de qui etc., et si
debino dar in nota; Andò le parte, et li consieri in-
trò in la parte nostra : fo 16 di no, 39 la nostra, dii
Trun 91. È presa.
Fu posto per tutti, scriver una letera al càpeta-
nio zeneral, acciò omnino si navegi, che fazi conzar
le galie grosse deputate, a rata, e aspetF 8 in X
MCCCCC, NOVEMBRE,
1034
Da Zara,, vene letere questa matina di sier Fran-
cesco Venier, conte, di ultimo octubrio. Come eri, a
bora di terza, ebbe noticia, certa hoste de’ turchi
descendeva in quel contado perla via di Xelengradi
sopra Obrovaz, dove con faticha i cavai puoi passar
a uno a uno; e poi se intese ditta hoste, recto tra-
mite, drizarsi a la volta di Lavrana, passando fra
Clizevaz e Nadino, via inconsueta, per poter a l’im-
provisa scorsizar quel contado, che più non era sta
dipredato ; e zonse a bore zercha 22. E benché per
via di Nove Gradi e Nadino con segni di bombarde
si svegliasse cadauno, pur era tanta pioza e venti, e
quelli contadini molto negligenti al fuzer, judicha
barano fato qualche preda. E questa note ha alozato,
a presso Nadino do mia, in Bicina, villa dii conta’ di
1’ hongaro, e dubita ditta hoste babbi intelligentia
con i vicebani, e da loro siano stati guidati, perchè
fano bona compagnia a quelli di l’hongaro. E, fra
l’altra preda che hano fatto, hanno preso sier Fran-
cesco da Ponte, castelan di Lavrana, qual, come si
dice, era venuto a una villa di quel contado, chiamata
Craschian, per vegnir lì a Zara ; e havea disnato lì
in casa del zudese, con domino Zorzi Gambiera, capo
di stratioti, e poi, per certo impedimento, era ri-
411 inasto de lì, dove è sta preso. E cussi inconsiderata-
mente, sentendo le bombarde, si habi perso etc. ;
unde, subito spazò sier Jacomo Manolesso per mar,
e uno contestabele con la compagnia, i qual, questa
notte, infallanter, per via dii Iago, intrerano ne la
forteza di Lavrana, e starà a governo etiam dii bor-
go, qual è mal conditionato per la peste, e perchè
sarà stà preso etc. de li villani, che solca fuzer li den-
tro. E à relation per turchi presi, ditta hoste esser
turchi 2000, i capetanij loro sono Hierebi, Hiecebi
et Sophismail, vayvoda ; sono zente di la Bossina,
exceplo uno d’ essi capi, novamente venuto de li
con qualche cavallo. Item, subito spazò una barcha
a la volta di Pago, per trovar li 300 provisionati,
destinati a quelli contadi, comandandoli la mità va-
dino in Nona ; e à scrito a quel conte mandi 100 ho-
meni con barche, a difension di quel luogo ; e cussi à
scrito a Chersso e Arbe. Spierà questa note intrerano
quelli di Pago, e le aque è molto grosse, non è pos-
sibel acostarsi a Nona; pur, hessendo partiti li spa-
gnoli, à voluto provederli, e bisogna eie., perchè si
’l viceban s’intende, qual per il suo patron, amato
molto dal ducha etc., spazerà un a Tenina al vice-
ban, con el qual hanno tenuto bona amicitia e vici-
nità, per saper. Et si scusa si scrive solo, el capeta-
nio non à voluto per esser stà alcuni'zorni infermo.
Aricorda si mandi le 4 passavolante ; atende il suc-
cessor suo, qual è a Luibo, mia 30 de lì. La terra è
risanata, è zorni zercha 20 non se à sentito alcuna no-
vità etc.
Dii ditto, di primo novembrio. Per la ditta bar-
cha non si à potuto partir per il tempo; avisa la
hoste esser questa note alozata a la villa medema di
eri di note ; aspeta il messo, à mandato a Lavrana,
e quella matina à spazà uno altro di quelli contesta-
beli, con la sua compagnia per mar, al ditto borgo
di Lavrana, per assecuration di quello.
Da poi disnar fo pregadi. Leto letere, et il prin-
cipe si redusse in cheba con li cai di X. E par siano
venuti qui, secrele, oratori di Faenza; e sier Ghristo-
fal Moro, è stà lì proveda.lor, à la praticha. Quello
vogliono, non so; unum est, che ’l colegio terminò
non aldirli et licentiarli ; l'ariano ogni patto con nui.
Et poi el principe andò a caxa, e fo leto le letere
dii re di romani, con sagramento dato a banche e
gran credenze ; e fo consultato inter patres, non li
risponder, e licentiar il corier.
Fu posto per li consieri una parte, di regular li
conseglij in le cosse criminal, videlicel poi leto le
scrii tire, habino tre conseglij, e si parli li avochati 3
per parte, a conto di mezaruole, et ogni conscio si
ballota suò pcena etc. Item, li avochati non parli, si
non porterano la fede, aver pagà le taxe; e ditta
parte non s’intendi presa, si la non sarà messa e
presa in gran conscio. Ave 6 non sincere, 38 di no,
98 di si. È presa.
Item, fu posto per sier Zuan Morexini, sier Piero
Contarmi, sier Antonio Trun, consieri, et .lo, Ma-
rin Sanudo, savio ai ordeni, di certi panni è in
doana, tolti alguni turchi za un anno, si imarzizeno,
debino dar lìdejussion, w patet, e siano dati. Ave
tutto il conscio.
Fu posto per li savi] dii conscio, sier Piero Duo-
do. da terra ferma, et Jò, Marin Sanudo, a li or-
deni, atento per le letere di sier Domenego Pixani
si ha, di li do fa tori di n- stri con spezie in Barzelo-
na etc., sia proclama si vengi a dar in nota, aliter
pene grandissime, come in la parte apar. Et sier 411 *
Antonio Trun, el consier, e sier Lunardo Grimani
e sier Francesco Foseari, savio a terra ferma, mes-
sene sia comesso etiam a li avogadori, debino in-
querir tutti chi à fato condur specie de qui etc., et si
debino dar in nota; Andò le parte, et li consieri in-
trò in la parte nostra : fo 16 di no, 39 la nostra, dii
Trun 91. È presa.
Fu posto per tutti, scriver una letera al càpeta-
nio zeneral, acciò omnino si navegi, che fazi conzar
le galie grosse deputate, a rata, e aspetF 8 in X