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1255

MCCCCCI,

GENNAIO;

1256

Di Franza, di sier Francesco Foscari, el cava-
lier, da Bles, a dì 18. Come, quando fè la exposi-
tion al re di la comission sua, in la materia Christia-
na, si acorse, che a questo pocho li fo risposto ; solum
che la regia majestà non mancheria, insieme con li
altri principi christiani, di far. Ilem, eri parlò al Car-
dinal, solicitando l’armar. Rispose, havia gran fati-
cha in scuoder le decime, si duol aver tolto tal car-
go. E dimandato dii numero di le velie, e quando la
sarà, rispose: Noi so. Et disse: Vuj avete assa’ na-
vilij e danari; vi habiamo offerto li homeni. Poi
disse : La Signoria trata pace col turcho ; et fioren-
tini si duol, la Signoria tien praticha col papa con-
tea di Ihoro. Et l’orator rispose, di la pace dii tur-
cho 0 esser, perchè la christianissima majestà il tutto
saperia; di fiorentini, che non cessano meter mal
sempre, et Ihoro tieneno praticha col turcho a danno
di la christianità. De li homeni oferti, rispose la Si-
gnoria havia una grandissima spesa, et pregò la cele-
rità di dita armata. Et disse il Cardinal, atendeva a
la exation per expedir. Item, el gran prior di Pran-
za, fradello dii Cardinal, homo vechio e bonus vir,
dice, dubita con decime non si farà f armata in tem-
po, e tochar il re di danari non vede il modo eie.
Item, in zifra scrive, che quando il re intese la pra-
ticha di la pace, menava re Federigo, non li piaque,
et da questo procede le parole. Item, li oratori eie-
mani sono sta presentati dal roy de molti arzenti ; e
dimostra desiderar P acordo, e teme molto di tede-
schi, ni de altro si dubita eie.
Dii ditto orator, di 21, tenuta fin 22. Come à
inteso, el Cardinal à spazato letere per scuoder la de-
493 cima, et il gran prior di Franza è caldo, e solicita
F armata. Item, dii zonzer lì do oratori di F archidu-
cha di Borgogna, vano in Spagna a tuor il zura-
mento come principe ; et quella matina ebeno au-
dientia dal re ; si oferseno etc. Item, dii zonzer lì uno
orator di missier Zuan Bentivoy; il re li dete grata
audientia, e li rispose, non dubitasse. E ditto noncio
si dolse di le zente mandate in ajuto dii ducha, e
voleva una letera. Fo expedito, dicendo manderà la
letera per le poste. Item, el Cardinal di San Severino
ringracia la Signoria nostra, di averli lassate le Ihoro
intrate in cremonese; dice è bon servitor etc. Item,
il re à spazà uno suo a Fiorenza, per aver li danari.
Item, à ordinato iterum al Cardinal, si fazi pagar a li
preti di le decime, usando etc. ; et ozi è stà impre-
somi uno prete per questo. Et F orator dii papa li à
dito, il re à scrito a Roma per haver il jubileo et
cruciata. Et par li a Bles siano venuti li 4 generali,
per far li stadi, e veder le intrate.

Da Milam, dii secretarlo. Manda ditte letere, ni
altro di novo scrive.
Veneno in colegio li do sopracomiti, per meter
bancho ; ma sier Lorenzo Loredam, quondam sier
Piero, vene a dir, era rimasto per gran conseio, et
voleva armar. E cussi, in locho dii Prioli, fo ordinato
armasse.
Intrò li cai di X, e mandati tutti fuora, restono.
Et, da poi disnar, fo conseio di X con zonta di savij,
et feno quel castelam al Zonchio. Rimase Simon di
Greci, fo armiraio di sier Marchiò Trivisan.
A dì 6 zener. In questa matina, per esser il zor-
no di Pasqua, il principe, justa consueto, fo in chiesia
a messa con li oratori ; et poi colegio non si redusse,
per non esser alcuna letera. Et F orator di Franza fè
tochar la man al principe a Mathio Copola, qual di-
man si parte, et va in Franza da la majestà dii re.
Da poi disnar colegio si redusse. Et vene per via
di terra letere di mar, di 12. Il sumario di le qual
sarà di soto notado.
Da Roma, di l’ orator, di 30. Come, dovendo
esser domam con li cardinali, poi disnar, justa l’bor-
dine dii papa, fo a trovar li cardinali, maxime Na-
poli e Siena, che sono li capi, et Siena etiam è più
caldo. Etiam fo dal papa, dove era F orator fran-
cese ; et soa santità disse, haver auto una cavalchata
di 26, dii ducha, lo avisava il retor di Ravena non
restar di mandar vituarie a Faenza, et che missier
Zuane Bentivoy havia gran praticha a Venecia, et
pregò scrivesse a la Signoria, dovesse proveder, per-
chè fa per la Signoria, si ultimi questa impresa, qual
à forte a cuor, nè restarà mai, fin non la ultimi, et
convien spender al mexe ducati 25 milia ; et perhò
saria bon la Signoria scrivesse a missier Zuan Ben-
tivoy, non desse ajuto a Faenza. Et F orator li ri-
spose, justifichando la Signoria nostra, et soa santità
si levasse tal fantasie dii capo, perchè di Ravena non
va socorsso.
Dii ditto, di 31. Come el papa fo a vesporo in
espella. Et poi. ceduto in camera con li cardinali, et
questi oratori, Maximiano, Franza, Spagna, lui et
Savoia, e il papa fè chiamar el Regulano, secretano
dii re di Napoli, et cominciò a parlar. Haver letere
di 19, da Bles, di la bona disposition di quel re a la
expedition Christiana. Item, le risposte nostre al Car-
dinal legato fo qui, partito per Hongarà, et il voler
contribuir di 100 milia ducati, dicendo si avia oferto
andar im persona, andando o il re di Franza o quel
di Spagna in armada, e far holocausto a Dio di la sua
persona, per ben di la christianità. Item, di le trieve
tate tra il re di romani e di Franza, fino a chalende
 
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