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I 293 mccccci,
Et li savij, recluti insieme, consultono le parte
ozi si ha a meter.
Da Ferara, dii vicedomino, di XI. Come le zente
francese non erano passate Brixelle, et par il ducila
Valentino habi dimanda a missier Zuan Bentivoy
Castel Bolognese, per tre mexi, per haver il passo
di andar à Faenza. Et monsignor di Trans, orator dii
roy, è partito di Bologna, e venuto a Cento dal Car-
dinal Vincala, eh’è segno, 1’acordo di Faenza è
andà in fumo. Ilem, da Fiorenza, Lorenzo e Zulian
di Medici par siano per intrar, con l’ajuto dii ducha;
et li Strozi e Nerìi hanno fato prò Vision di arme in
caxa Ihoro. Ilem, il signor è a Bel Reguardo, e il Car-
dinal suo fìol è ito con tra la raina di Hongaria, qual
si dice dia venir de lì, et anelerà a Bel Reguardo dal
506 * signor, qual si sta al presente ivi a la solitudine. Et
in una poliza scrive, il Cardinal Vincula esser par-
lilo da Cento, e venuto al Final in modenese. Non
sa la causa ; vederà di saper.
Da poi disnar fo pregadi. Non fu il principe. Et
poi, leto le letere, vene:
Da Udene, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
luogo lenente. Come havia di domino Zorzi da Sover-
gnan, che quelli di Goricia havia comanda una scala
per fuogo; linde, dubitando di Gradischa, fece co-
mandamento a li balestrieri dii capetanio, e altri
alozati de lì via, vadino in Gradischa.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, di
26. Avisa di 5 de lì, tra li qual il vicario dii vesco-
vo, qualli, venuti turchi, si volseno render, et voleva
li altri facesse questo, come par per il processo; et
perhò dubita, questi non fazi eie. La qual letera fo
leta im pregadi, et per la Signoria, di mio aricordo,
fo scrito una letera a li rectori di Zara, debino man-
dar li ditti 5 in feri, subito, in questa terra.
Fu posto per tutti, una parte notada di mia man,
di expedir li modonei, videlicet, trazer a sorte 5 di
pregadi et 5 di la zonta, e balotarli, et elezer tre sa-
vij sora i modonei, qualli habino a udir e venir in
colegio, e possi etiam Ihoro poner parte sopra zio ;
et quelli rimagnerano non possi refudar, sub poena.
Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, di elezer el primo pregadi
per scurtinio, in nomine Dominii, uno provedador
a la Zefalonia, per anni do, con ducati 40 a 1’ anno,
neti; meni uno canzelier c uno cavalier, con il sa-
lario li sarà dato per il colegio. Ilem, sia mandà uno
contestabele,electo per colegio, con provisionati 100,
et quelle munitimi parerà. Ave 4 di no, 139 di la
parte.
Fu posto per tulli, di proveder a li contrabandi

GENNAIO. ' 1294
si fa eie., di elezer per scurtinio 3, per anni do, con
gran autorità de inquerir di contrabandi, prove-
der eie., et datoli la mità di l’utilità, e altre clausule,
ut in ea. Fo opinion di sier Antonio Valier; la qual
parte si habi a meter a gran conseio. Et ave 17 di
no, el resto di la parte. Et fu presa.
Fu posto la parte di sier Bernardo Barbarigo,
savio a terra ferma, di elezer per scurtinio X a tan-
sar tutti, da un ducato fin 200, capi di fameia, et
non possino passar, più di 100, ducati 200 1’ un per
l’altro eie. ; e far do zentilomeni e do popolari per
contra’, e altre assa’ particolarità, come in la parte
si contien ; di la qual ne ha gran fantasia, zoè fogo-
lari. El andò in renga ; fo longo, e con una candela
in man lexe il numero, chome sarà notado qui avanti ;
diceva di catar ducati 160 milia, et di 24 milia capi
di fameia in Venecia et nel dogado voi solum tansar
una parte eie. Disse, era debitori a le cazude, da nu-
mero 1 fin numero 53, per ducati 100 milia, che
son chaie ; dal 53 fin 65, per ducati 80 milia, di qual
n’è ducati 60 milia di quelli mancliò di ducati 10
per decima, et dii monte nuovo è debitori per du-
cati .milia ; ilem, a le 4 decime al monte nuovo
non dice, ni a le do al monte vechio, che à li gover-
nadori, et che solum 5992 capi paga decime, non
melando il clero; et la decima si scuode 42 milia du-
cati, zoè 37 per caxe e possession, et 5000 per la
merchadantia ; et 907 capi paga da ducati X in zoso,
et 550 da ducati 10 fin 20; el resto, eh’è nume-
ro..., paga eie. Ilem, fato la descrition, è caxe in
questa terra numero 17 milia 473. Et disse molte
cosse, qual, brevitatis causa, qui non noterò. Li ri-
spose sier Piero Balbi, savio dii conseio. Et ilerum
el Barbarigo andò in renga. E andò la parte : 4 non
sincere, 0 di no, 57 di la parte, 88 di no. Et fo preso
di no.
Fu posto per li savij ai ordeni, per far abondante
la terra di lane francesche, che possi venir libere eie.,
per luto il mexe di zugno, come alias fo fato ; et fo
opinion mia, consigliata per il principe; et molti mer-
chadanti. tra li qual li Pixani dal banche, veneno a
cridar, adeo terminassemo aldirli. Et fo rimessa a
uno altro conseio.
Fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
la letera al ducha e consieri di Candia, di la revo-
chation di do ordeni, fati de lì per sier Lucha Trun,
synicho : videlicet zercha il vender di beni eie., con-
tra il capitolo di la soa comission, et di la parte dii
gran conscio, 1489; et l’altra, zercha tutti di Can- 507
dia, e il canzelier grando, scrivino vulgari sermo-
ne eie. Et sier Cabrici Moro, sier Francesco Donado
 
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