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1295 mccccci,
e sier .Incoino Cabrici, savij ai ordeni, messeno de
indusiar fino vera li oratori di Candia. Et primo
andò in renga el Cabrici, et mi convene andar a ri-
sponder. Poi parlò esso sier Lucha Trun, et perchè
Fhora era tarda, dovendo Jo parlar sopra il primo
capitolo, termini balotar solum il capitolo di scriver
vulgar. Et cussi andò le parte. Et fo terminalo per
la Signoria, potesse meter, e visto la leze. Et lo
ninna non sincera, 9 di no, di l’indusia 66, di la
mia 66, et nihil caplum. E iterum balotà, ave ninna
non sinciera, una di no, 71 di tre savij, di F indusia,
74 la mia. Et fo presa.
Et fo in questo pregadi leto una letera dii Car-
dinal curzense, legato, data a Rovere, drizata al Car-
dinal Zen, di la liga fata tra il roy e re di romani.
A dì 15 zener. In colegio vene il capetanio di le
fruitane, e diteli vadi a Gradischa per il bisogno; li
danari da far li provisionali se li manderà driedo ;
et cussi in questa sera subito si parti.
Vene F orator dii papa, solicitando la risposta di
le cosse proposte. Et il principe li disse, si vederla ;
et li disse dii vescoa’ di Cividal.
Et è da saper, eri im pregadi fo posto per sier
Piero Balbi e sier Alvise da Molili, savij dii conscio,
sier Marco Zorzi, sier Francesco Foscari e sier Piero
Marcello, atento il brieve dii papa, dar il possesso
dii vescoa’ di Cividal di Beimi al reverendo domino
Bortolo Trivixan, per esser rimasto d’acordo col
fiol dii conte di Pitiano, et la Signoria habi libertà
di scriver a Roma, provedi di ditto fiol dii conte di
expetativa, per F amontar di tanta intrada. Et voi
ditta parte li do terzi. Ave 8 non sincere, 21 di
no, .... de sì. E fo presa.
Dii conte Marlin di Lodrom, cavalier, date a
Castel Nuovo, a dì do. Come mandava alcuni articuli,
tratati in la dieta di Bolzam per domino Christofal
Traversso, vicentino eie. Et ditti capitoli erano lon-
gi, zercha trovar danari. Ait, stenrà (sic) scuoder.
Da Ferara, dii vicedomino, di 13. Come el Car-
dinal Vincala era venuto al Final, in la rocha, con
salvo confiuto dii signor, per dubito dii ducha di
Valentinoys, qual par dimandò alozamento a missier
Zuanne Bentivoy, di alozar le zente, et veriano a
Cento et la Piove, lochi di esso Cardinal. Qual venuto
lì, monsignor di Trans fense andar a la caza, et du-
bitando dii ducha, mirò in Final. Dem, F acordo di
Faenza non siegue, et Faenza voi difendersi ; et il
ducha Valentino dimandò il passo a Bologna. Item,
el Cardinal Vincala si dice verà a Ferara. et il signor
li manda suo fiol, don Alfonso.
Da Brexa, di rectori, di 12. Di tre, venuti da

GENNAIO. 1296
Trento, uno di qual, nome Alvise Visconte, di bassa
perhò conditione, portavano certe letere, qual man-
da, non perhò da conto ; et uno d’essi han rete-
nuto eie. Et par, li milanesi siano mal contenti di la
trieva; vociano zerchar partito per poter viver. Dem,
una letera di uno, scrive di Brexeno, come si fa
zente per venir a Milan eie. Non da conto.
Da Treviso, di sier Hironimo Contar ini, podestà
el capetanio. Come uno pre’ Biasio, piovali di San
Zuan Digolado, come executor pontificio, li à baslà
l’animo di excomunicharlo, per haver fato certa
execution, come li pregò el vescovo de lì eie. Et il
colegio mormorò, voleva retenir il piovan.
Intrò il colegio di le biave. Et poi ti capi di X
fono lezer certe letere. Et in questa sera fo spazà in
Ilongaria, per li cai di X, nescio quid eie.
Da Milani, dii secreiario, di 12. Come monsi-
gnor de Chiaramonte, et quel di Obignì, erano ve-
nuti lì, et di bordine dii re haiio mandato 100 lanze
da monsignor di Aiegra, cussi exortato dal papa, sì
che harà 200 lanze et 4000 guasconi. Dem, de lì si
parla di l’armata voi far il re, benché si dicha,
a tempo nuovo voi tuor F impresa di Napoli, e con
ditta armata se ne servirà. Dem, come eri fo lassato
di castello el preosto de Vilboldan per haver dato
ducati 6600 a monsignor di Chiaramonte, et potrà 507 *
star dove el vorà; etiam farà de li altri questo mo-
derno ; e si crede li foraussiti tarano il simile, che
conzerà con danari, e ritornerano, come si judicha.
Di Pranza, dii Foscari, oralor, date in la villa
de..., a dì ultimo. Come il re partì a di 29 da Blcs,
e vene lì per andar a caze et piaceri soliti. Dem,
ricevete do letere di 16, con li sumarij da mar, e la
risposta fata al Cardinal legato, va in Ilongaria; el
F ubligation, non si farà pace col turcho etc. senza
voler di collegati. Il re li piaque, et F orator li disse
di la sincerità di la Signoria nostra. E il re disse : È
bon chiarir il luto, quando li vien ditto nulla. E,
quanto a dar soa majestà subsidio in Ilongaria, disse
il re, haver fato liga con il re di Ilongaria, con con-
dition se intendi conclusa, quando li oratori verano
in Pranza, qualli aspetta, dicendo sarà satisfato da
nui esso re di Ilongaria, zonto sarano li oratori, e
che di tute le decime non voi tediar nulla, ma po-
nerli conira il turcho; et à spazate ozi uno im Pro-
venza a veder le galie, e prima mandò per le nave ;
et che il Cardinal li à ditto, arà subito 25 milia fran-
chi dal clero di Bertagna, per Facordo fato; dicen-
do : Faremo, prima di danari, I’ armada. Poi, letoli
li sumarij da mar e di la Zefalonia, soa majestà dis-
se: È mal lenir F armada fuori l’inverno, la se ruina.
 
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