1393
MCCCCCl, FEBBRAIO.
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vìtualia c vini, et 1OOO porzi, schiavine e drapa-
menti assai, adeo haveva restaurado quella armada ;
mostrando quasi non era esso capetanio con l’ar-
mata di andar in Sicilia. Poi li disse, el suo capetanio
voleva esser judice di quelli erano stati li primi, fino
al numero di 13, a intrar nel castello, per darli le
previsioni, justa le proclamo; e fè formar certo pro-
cesso di alguni soi, per numero 13, senza soa saputa.
E lui zeneral li rispose, ancor dijure aspetasse a lui
tal cognition, tamen la donava a soa signoria ; ma
erano molti volevano provar esser stati Ihoro di
quelli fono li primi. E cussi asentì, e non fè altro. E
la barza di esso capetanio yspano, con le altre, erano
tirate fuora di la prima bocha dii porto, stando in
levata, e per fortuna non si à potuto con barche
andar lì, ni Ihoro venir da esso zeneral ; ma poi esso
capetanio yspano li mandò a dir, haver fato publice
proclamar, eri da poi disnar, lì in terra, si alcuni
pertendea esser di primi, si dovesse per tuto quel
zorno presentarsi, e, non venendo, habino tempo a
presentarsi e andar a Messina da soa signoria, zorni
20 poi el sarà zonto. Or esso zeneral, inteso quel
don Diego, mandò dal dito capetanio sier Hironimo
Contarmi, provedador di l’armada, a visitarlo e
pregarlo dovesse restar in quelle aque, per tuor
nova impresa, o in Levante o in colfo, zoè a Castel
Nuovo, con molle promesse ; e li dechiarì la cossa
di Coron. El qual provedador andò, et, exposto il
tutto, li rispose voleva omnino andar a Messina, per-
chè molte nave havea bisogno di conza, e per me-
tersi im ponto dii tuto a suficientia, et expeteria
mandato lì da li soi serenissimi reali. A la materia
di Coron, mostrò gran contento ; e li disse nove di
Spagna, di l’altra fiola di reali, maridà nel re di
Portogallo, per la dispensa fatta per il papa ; et era
stà fato gran festa, e madona Margarita, fo moier
dii principe di Castiglia, esser maridà nel ducha di
Savoia ; e li reali haveano mandà a chiamar l’archi-
ducha di Borgogna, per farlo zurar principe di Ca-
stiglia. Ztem, a esso capetanio li disse era contento
fusse soa signoria zudexe, a zudegar quelli merita-
vano el premio, dummodo li nostri fusseno exami-
nati. Et soa signoria rispose haver fato proclamo,
perchè da li soi l’era stà di continue stimulato ; e
mostrò haver grato tal visitation. Item, di Corom
nulla ha dal provedador Pixani ; ma è venuto uno
di la Purga, partì a dì 12, referisse esser zonto lì
uno zenero di uno prete, parte da Coron, non sa dir
il zorno. Disse aver inteso, come a Coron christiani
e turchi se hanno taiato a pezi, ni sapeva l’exito eie.
Item, li tempi di levante e ponente è fortunevelli,
Z Diarii di M. Sanuto — Tom. III.
sì che algun navilio si à potuto levar. Item, eri zonse
lì el maran, spazate di qui con biscoti e monition,
patron Antonio da la Riva ; et el maran di Sabastian
di Franceschi, con biscoti e monition, non è ancor
zonto. Item, el capetanio yspano li fè dir, zercha li
vini tolse al Zante, di raxon di sier Michiel Foscari
e sier Piero Contarmi, a li qual fece dii recever, li
sarà grato intender fusseno stà satisfati; et avisa,
nostri per necessità di vin hanno pagà la bota di la
malvasia, tonda e grossa, ducati 8 fin X la bota ; e
questo, perchè li gripi con vini non veniva per du-
bito di esser messi a sacho da’ spagnoli, adeo sono
stati tuti in gran neccessitade.
Da la Barga, di Andrea Lanza, capetanio, di
primo, al capetanio zeneral. Prima si aiegra di la
viteria di la Zefalonia, e quello à inteso, per via di
spia, dii tuto à dato noticia a Corfù; bora per la
testa li scrive, haver per una spia di la Prevesa,
partì domenega, referisse come el flambular d’An- 540*
gelo Castro, tuto el tempo sta a F Arta, e fa fabri-
char caxe, molini e zardini, e non curava di 0, pen-
sando Farmada nostra facesse la invernada a la Ze-
falonia, fin si stracherà, e poi l’anderà a ripossar; e
non pensava che la Zefalonia si perdesse, e si dava
bon tempo ; e tuto il paese steva senza paura. E ditto
flambular havea segni con quelli di la Zefalonia, e
stava a l’Arta ; e a dì 23 non fo visto li segni ; el
flambular judichò fusse persa, e cavalchò el dì se-
quente a la Prevesa, e il di di Nadal, con 300 turchi,
tra cavalo et a pe’, e mandò ulachi a la Porta, e per
tuto il paese, a dirli stagino in bordine, e a un moto
si asunino sì turchi come christiani. Item, non esser
gran fato turchi nel paese, e pochi altri più si arco-
jerà; tutti li turchi è andati col signor in Anderno-
poli; e a Constantinpoli è peste assai. Di l’ongaro
vien dito, che li dà impazo, et le galie erano a la
Prevesa, numero 12, è assa’ tempo le hanno mandate
a Vendiza, e li sono una testa, fata a Ragusi, di ban-
chi 16, et è venuta al Fanaro, e à date la caza a uno
zopolo con tre homeni poschava, quali urtò in terra,
e scampò li homeni ; et, ozi zorni do, la vene fin a la
ponta dii Fanaro, et lui F ha vista velizar de lì in-
torno.
Dii ditto capetanio zeneral, di 17 fin 18, ivi.
Come l’armata yspana era levata quella matina, a dì
17, per andar versso Sicilia, come il capetanio yspa-
no li à fato intender; e quella isola dii tutto bora è
asicurata, sì che è per levarsi doman di note, lassato
prima bon ordine a quel castello, e va versso Santa
Maura e la Prevesa, per far F efeto à scrito, poi
versso la Vajussa, per far il simile di quelle galie ; e
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vìtualia c vini, et 1OOO porzi, schiavine e drapa-
menti assai, adeo haveva restaurado quella armada ;
mostrando quasi non era esso capetanio con l’ar-
mata di andar in Sicilia. Poi li disse, el suo capetanio
voleva esser judice di quelli erano stati li primi, fino
al numero di 13, a intrar nel castello, per darli le
previsioni, justa le proclamo; e fè formar certo pro-
cesso di alguni soi, per numero 13, senza soa saputa.
E lui zeneral li rispose, ancor dijure aspetasse a lui
tal cognition, tamen la donava a soa signoria ; ma
erano molti volevano provar esser stati Ihoro di
quelli fono li primi. E cussi asentì, e non fè altro. E
la barza di esso capetanio yspano, con le altre, erano
tirate fuora di la prima bocha dii porto, stando in
levata, e per fortuna non si à potuto con barche
andar lì, ni Ihoro venir da esso zeneral ; ma poi esso
capetanio yspano li mandò a dir, haver fato publice
proclamar, eri da poi disnar, lì in terra, si alcuni
pertendea esser di primi, si dovesse per tuto quel
zorno presentarsi, e, non venendo, habino tempo a
presentarsi e andar a Messina da soa signoria, zorni
20 poi el sarà zonto. Or esso zeneral, inteso quel
don Diego, mandò dal dito capetanio sier Hironimo
Contarmi, provedador di l’armada, a visitarlo e
pregarlo dovesse restar in quelle aque, per tuor
nova impresa, o in Levante o in colfo, zoè a Castel
Nuovo, con molle promesse ; e li dechiarì la cossa
di Coron. El qual provedador andò, et, exposto il
tutto, li rispose voleva omnino andar a Messina, per-
chè molte nave havea bisogno di conza, e per me-
tersi im ponto dii tuto a suficientia, et expeteria
mandato lì da li soi serenissimi reali. A la materia
di Coron, mostrò gran contento ; e li disse nove di
Spagna, di l’altra fiola di reali, maridà nel re di
Portogallo, per la dispensa fatta per il papa ; et era
stà fato gran festa, e madona Margarita, fo moier
dii principe di Castiglia, esser maridà nel ducha di
Savoia ; e li reali haveano mandà a chiamar l’archi-
ducha di Borgogna, per farlo zurar principe di Ca-
stiglia. Ztem, a esso capetanio li disse era contento
fusse soa signoria zudexe, a zudegar quelli merita-
vano el premio, dummodo li nostri fusseno exami-
nati. Et soa signoria rispose haver fato proclamo,
perchè da li soi l’era stà di continue stimulato ; e
mostrò haver grato tal visitation. Item, di Corom
nulla ha dal provedador Pixani ; ma è venuto uno
di la Purga, partì a dì 12, referisse esser zonto lì
uno zenero di uno prete, parte da Coron, non sa dir
il zorno. Disse aver inteso, come a Coron christiani
e turchi se hanno taiato a pezi, ni sapeva l’exito eie.
Item, li tempi di levante e ponente è fortunevelli,
Z Diarii di M. Sanuto — Tom. III.
sì che algun navilio si à potuto levar. Item, eri zonse
lì el maran, spazate di qui con biscoti e monition,
patron Antonio da la Riva ; et el maran di Sabastian
di Franceschi, con biscoti e monition, non è ancor
zonto. Item, el capetanio yspano li fè dir, zercha li
vini tolse al Zante, di raxon di sier Michiel Foscari
e sier Piero Contarmi, a li qual fece dii recever, li
sarà grato intender fusseno stà satisfati; et avisa,
nostri per necessità di vin hanno pagà la bota di la
malvasia, tonda e grossa, ducati 8 fin X la bota ; e
questo, perchè li gripi con vini non veniva per du-
bito di esser messi a sacho da’ spagnoli, adeo sono
stati tuti in gran neccessitade.
Da la Barga, di Andrea Lanza, capetanio, di
primo, al capetanio zeneral. Prima si aiegra di la
viteria di la Zefalonia, e quello à inteso, per via di
spia, dii tuto à dato noticia a Corfù; bora per la
testa li scrive, haver per una spia di la Prevesa,
partì domenega, referisse come el flambular d’An- 540*
gelo Castro, tuto el tempo sta a F Arta, e fa fabri-
char caxe, molini e zardini, e non curava di 0, pen-
sando Farmada nostra facesse la invernada a la Ze-
falonia, fin si stracherà, e poi l’anderà a ripossar; e
non pensava che la Zefalonia si perdesse, e si dava
bon tempo ; e tuto il paese steva senza paura. E ditto
flambular havea segni con quelli di la Zefalonia, e
stava a l’Arta ; e a dì 23 non fo visto li segni ; el
flambular judichò fusse persa, e cavalchò el dì se-
quente a la Prevesa, e il di di Nadal, con 300 turchi,
tra cavalo et a pe’, e mandò ulachi a la Porta, e per
tuto il paese, a dirli stagino in bordine, e a un moto
si asunino sì turchi come christiani. Item, non esser
gran fato turchi nel paese, e pochi altri più si arco-
jerà; tutti li turchi è andati col signor in Anderno-
poli; e a Constantinpoli è peste assai. Di l’ongaro
vien dito, che li dà impazo, et le galie erano a la
Prevesa, numero 12, è assa’ tempo le hanno mandate
a Vendiza, e li sono una testa, fata a Ragusi, di ban-
chi 16, et è venuta al Fanaro, e à date la caza a uno
zopolo con tre homeni poschava, quali urtò in terra,
e scampò li homeni ; et, ozi zorni do, la vene fin a la
ponta dii Fanaro, et lui F ha vista velizar de lì in-
torno.
Dii ditto capetanio zeneral, di 17 fin 18, ivi.
Come l’armata yspana era levata quella matina, a dì
17, per andar versso Sicilia, come il capetanio yspa-
no li à fato intender; e quella isola dii tutto bora è
asicurata, sì che è per levarsi doman di note, lassato
prima bon ordine a quel castello, e va versso Santa
Maura e la Prevesa, per far F efeto à scrito, poi
versso la Vajussa, per far il simile di quelle galie ; e
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