191
MCCCCC, APRILE.
192
vadagnà Cypri e le terre di la Paia. Item, Char-
zego bassa è nimicho nostro, per caxom di certo
rubin, fo dii ducha Vlaticho, dice li aparteniva, qual
have in dotta sier Marche Loredam, quondam sier
Antonio, procurator. Item, questo Alexio, orator dii
turcho, è qui, è al presente zaus dii signor, eh’ è ofi-
cio assa’ bon in corte dii turcho. Item, per le letere
di Syo, venute eri, è uno capitolo, par sier Andrea
Griti avisa che nostri non mostra far stima di lui,
che sarà assa’ meglio.
In questa matina, li consieri andono a Rialto a
incantar le galie dii trafego, justa la parte presa, vi-
delicet: parte radino con le galie di Alexandria, e
1’ altra a Baruto, et ave le dite galie: la prima tolse
do galie sier Piero Marzello, quondam sier Antonio,
poste in nome di do soi fradelli, videlicet sier Al-
vise Marzello, per lire 54, ducati..., sier Andrea
Marcello, per lire 100, ducati...., et sier Bertuzi
Zivram, per lire 103.
Item, fo terminato per il colegio far conzar le
galie grosse venute di armada, dentro et di fuora
di F arsenal, per averle presto. Et li savij rimase a
consultar di danari, e la risposta a la letera dii
turcho.
73 Et fo ozi mandato alcuni patricij, chiamati eri im
pregadi, centra li oratori di Pranza vanno in Hon-
garia, et tamen non vi andò se non 4 di 16 fono
chiamati, et il resto fono posti debitori a palazo di
ducati X ; tamen si scusono, e fono depenati.
Da poi disnar, videlicet avanti nona, si redusse
el gran conseio, chiamato a petiziom di avogadori
di comun, per menar sier Antonio Grimani, fo zo-
llerai, et stete fino hore 22.
Non vene il principe, e fo sequito di lezer parte
dii processo, perhò che ’l primo dì fo leto carte 36
di ditto processo, qual in tutto è più di carte ...
Da poi fo pregadi, vene il principe ; et leto le
letere, fu posto per li consieri, atento la egritudine
di sier Fantin da cha’ da Pexaro, qual desidera veder
sier Hironimo, suo fìol, eh’ è castelam a Pizegaton,
che li sia dato licentia, ponendo in loco suo eie. Et
fu presa.
Item, fo leto la letera si risponde al signor tur-
cho, in opti ma forma negandoli di darli quelle terre,
dolersi di la pace rota, justifichar la causa nostra, e
sperar, mediante F ajuto di principi christiani, far eie.
Et fo ditto, tutti pensi e doman si baloterà.
Item, fo fato il scurtinio di tre provedadori sora
la exation, justa la parte, con pena. Rimase sier
Domenego Maria, fo capetanio a Padoa, sier Piero
Balbi, fo savio dii conseio, et sier Francesco Fo-
scharini, fo savio dii conseio ; fo solo sier Lunardo
Loredam, procurator, sier Marin Liom, procurator,
sier Lunardo Grimani, fo avogador di comuni, sier
Zuam Balista Foscarini, fo podestà a Vicenza, e sier
Nadal Nadal, è di pregadi.
Item, fo licenfiato el pregadi, e rimase suso con-
seio di X con la zonta di danari, procuratori et savij
dii collegio.
A di tre aprii. In colegio vene sier Domenego
Marin e sier Piero Balbi, et aceptono l’oficio a Ihoro
imposto ; senterano a Rialto per li officij, solicitando
el scuoder, et sier Francesco Foscarini era amalato.
Vene li do oratori francesi, quali erano alozali in
cha’ Barbaro a San Stephano sul canal grando, per
li qual fono mandati cavalieri et patricij de pregadi,
et il principe li andò contra, zoso dii mastabè ; et,
sentati, presentono do letere dii re, scrite, more so-
lilo, in carta bona, in francese, una di 26 zener, data
a Luchers, e la manssiom diceva : Ai nostri carissimi
et grandi amisi, alegadi et confederadi, el doxe et
Signoria de Veniexia. Et era, in questa prima le-
tera, zercha le cosse dii conte di Gaiazo suo cuxim,
consier, cambelam, pregando la Signoria li volesse
restituir il luogo di Cliavalchabò eie. Poi F altra
letera era di credenza, di questi soi oratori vanno
in Hongaria, et è data questa a dì primo fevrer, e
dice mandarli questi soi consieri a so’ cuxini re di
Hongaria e Polonia, et è chiamati el signor de Man-
gili, bali de Senlis, e maistro Mazo Tutel, procura-
tor zeneral in gran conseio. Or, mandati tutti fuora,
quel secondo, era vestito a la longa, fè una oratiom
latina dii bon amor e lianza era tra il suo re con la
Signoria nostra ; et scusandosi erano stà assa’ a ve-
gnir, per venir 'securi ; dicendo andar in Hongaria,
pregando la Signoria li expedissa presto, aricordan-
do quello habino a operar de lì per ben di la Signo-
ria nostra et di la christianità ; dimandando audi-
tori. Et ringratiò di le provision fate contra il si-
gnor Lodovico Sforza, dolendossi, nomine regis, di
li danni patiti dal turcho, e di Lepanto. El il prin-
cipe, compito, li rispose generatile? sapientissima-
mente a tutte parte in Ihoro oratione tochate, et li
daria auditori. E poi partiti, fono electi per il princi-
pe sier Domenego Bolani, consier, sier Polo Barbo,
savio dii conseio, et sier Zorzi Emo, savio a terra
ferma ; ai qualli fo comesso dovesseno andar ad
udir quello li prefati oratori volevano, venendo poi
a referir in colegio.
Vene il schiavo Alexio, zaus, non fio dii turcho, 73*
per il qual fossemo mandati con barella a levarlo nui
4 savij ai ordeni. Stava in caxa di Alvixe Manenti,
MCCCCC, APRILE.
192
vadagnà Cypri e le terre di la Paia. Item, Char-
zego bassa è nimicho nostro, per caxom di certo
rubin, fo dii ducha Vlaticho, dice li aparteniva, qual
have in dotta sier Marche Loredam, quondam sier
Antonio, procurator. Item, questo Alexio, orator dii
turcho, è qui, è al presente zaus dii signor, eh’ è ofi-
cio assa’ bon in corte dii turcho. Item, per le letere
di Syo, venute eri, è uno capitolo, par sier Andrea
Griti avisa che nostri non mostra far stima di lui,
che sarà assa’ meglio.
In questa matina, li consieri andono a Rialto a
incantar le galie dii trafego, justa la parte presa, vi-
delicet: parte radino con le galie di Alexandria, e
1’ altra a Baruto, et ave le dite galie: la prima tolse
do galie sier Piero Marzello, quondam sier Antonio,
poste in nome di do soi fradelli, videlicet sier Al-
vise Marzello, per lire 54, ducati..., sier Andrea
Marcello, per lire 100, ducati...., et sier Bertuzi
Zivram, per lire 103.
Item, fo terminato per il colegio far conzar le
galie grosse venute di armada, dentro et di fuora
di F arsenal, per averle presto. Et li savij rimase a
consultar di danari, e la risposta a la letera dii
turcho.
73 Et fo ozi mandato alcuni patricij, chiamati eri im
pregadi, centra li oratori di Pranza vanno in Hon-
garia, et tamen non vi andò se non 4 di 16 fono
chiamati, et il resto fono posti debitori a palazo di
ducati X ; tamen si scusono, e fono depenati.
Da poi disnar, videlicet avanti nona, si redusse
el gran conseio, chiamato a petiziom di avogadori
di comun, per menar sier Antonio Grimani, fo zo-
llerai, et stete fino hore 22.
Non vene il principe, e fo sequito di lezer parte
dii processo, perhò che ’l primo dì fo leto carte 36
di ditto processo, qual in tutto è più di carte ...
Da poi fo pregadi, vene il principe ; et leto le
letere, fu posto per li consieri, atento la egritudine
di sier Fantin da cha’ da Pexaro, qual desidera veder
sier Hironimo, suo fìol, eh’ è castelam a Pizegaton,
che li sia dato licentia, ponendo in loco suo eie. Et
fu presa.
Item, fo leto la letera si risponde al signor tur-
cho, in opti ma forma negandoli di darli quelle terre,
dolersi di la pace rota, justifichar la causa nostra, e
sperar, mediante F ajuto di principi christiani, far eie.
Et fo ditto, tutti pensi e doman si baloterà.
Item, fo fato il scurtinio di tre provedadori sora
la exation, justa la parte, con pena. Rimase sier
Domenego Maria, fo capetanio a Padoa, sier Piero
Balbi, fo savio dii conseio, et sier Francesco Fo-
scharini, fo savio dii conseio ; fo solo sier Lunardo
Loredam, procurator, sier Marin Liom, procurator,
sier Lunardo Grimani, fo avogador di comuni, sier
Zuam Balista Foscarini, fo podestà a Vicenza, e sier
Nadal Nadal, è di pregadi.
Item, fo licenfiato el pregadi, e rimase suso con-
seio di X con la zonta di danari, procuratori et savij
dii collegio.
A di tre aprii. In colegio vene sier Domenego
Marin e sier Piero Balbi, et aceptono l’oficio a Ihoro
imposto ; senterano a Rialto per li officij, solicitando
el scuoder, et sier Francesco Foscarini era amalato.
Vene li do oratori francesi, quali erano alozali in
cha’ Barbaro a San Stephano sul canal grando, per
li qual fono mandati cavalieri et patricij de pregadi,
et il principe li andò contra, zoso dii mastabè ; et,
sentati, presentono do letere dii re, scrite, more so-
lilo, in carta bona, in francese, una di 26 zener, data
a Luchers, e la manssiom diceva : Ai nostri carissimi
et grandi amisi, alegadi et confederadi, el doxe et
Signoria de Veniexia. Et era, in questa prima le-
tera, zercha le cosse dii conte di Gaiazo suo cuxim,
consier, cambelam, pregando la Signoria li volesse
restituir il luogo di Cliavalchabò eie. Poi F altra
letera era di credenza, di questi soi oratori vanno
in Hongaria, et è data questa a dì primo fevrer, e
dice mandarli questi soi consieri a so’ cuxini re di
Hongaria e Polonia, et è chiamati el signor de Man-
gili, bali de Senlis, e maistro Mazo Tutel, procura-
tor zeneral in gran conseio. Or, mandati tutti fuora,
quel secondo, era vestito a la longa, fè una oratiom
latina dii bon amor e lianza era tra il suo re con la
Signoria nostra ; et scusandosi erano stà assa’ a ve-
gnir, per venir 'securi ; dicendo andar in Hongaria,
pregando la Signoria li expedissa presto, aricordan-
do quello habino a operar de lì per ben di la Signo-
ria nostra et di la christianità ; dimandando audi-
tori. Et ringratiò di le provision fate contra il si-
gnor Lodovico Sforza, dolendossi, nomine regis, di
li danni patiti dal turcho, e di Lepanto. El il prin-
cipe, compito, li rispose generatile? sapientissima-
mente a tutte parte in Ihoro oratione tochate, et li
daria auditori. E poi partiti, fono electi per il princi-
pe sier Domenego Bolani, consier, sier Polo Barbo,
savio dii conseio, et sier Zorzi Emo, savio a terra
ferma ; ai qualli fo comesso dovesseno andar ad
udir quello li prefati oratori volevano, venendo poi
a referir in colegio.
Vene il schiavo Alexio, zaus, non fio dii turcho, 73*
per il qual fossemo mandati con barella a levarlo nui
4 savij ai ordeni. Stava in caxa di Alvixe Manenti,