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T ORIN O.

MONTE DE’ CAPPUCCINE


TORINO

iamo sulle sponde del Po. Dalla terrazza del Monte de’Cappuccini il nostro sguardo
si posa sulla vasta accolta di case, che si distende al nostro piede. L’ oscura massa
della città colle sue vie allineate e incrociantisi ad angolo retto , si apre qua e là
in ampie piazze, e delle eccelse cupole di quando in quando s’alzano di sopra ai tetti. Poi le
case si fanno meno frequenti, e 1’ occhio scopre ampj campi verdeggianti chiusi all’ ingiro da
una non interrotta catena di monti.

Al disopra di tutti emergono il Monviso colla sua guglia acuminata e il Monte Rosa, e
nelle spezzature , che s’ aprono tra un monte e 1’ altro, tu puoi indovinare le alpestri vallate
che guidano alla Savoja. L’aria, che il vento di tramontana ci sbatte sul viso, é fredda e ta-
gliente , non sentiamo in essa quel tepore e quel profumo , a cui ci avevano abituato i paesi
fin qui percorsi; il cielo come la città hanno un aspetto serio e concentrato, che colpisce
l’immaginazione. Qui è 1’ antica residenza de’ Re Sabaudi, la capitale del piccolo e battagliero
Piemonte, che rivela apertamente il carattere d’ una gente temprata a robustezza e a tenacità
di propositi.
Quantunque Torino fosse fino da’tempi romani una colonia validamente fortificata, come
 
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