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https://doi.org/10.11588/diglit.62368#0261
IL LAGO TRASIMENO.
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e quelle del monte Cetona, c producono un quadro mirabilmente grandioso. A settentrione
sorge il colle, che sostiene la etnisca Cortona colle sue antiche mura visibili di lontano ; più
giù, nella profonda gola di un ruscello selvaggio, nascosta tra i frutteti la Madonna del Calci-
naio , uno dei migliori esemplari di architettura toscana, visitata da pochissimi, e da dove lo
sguardo spazia sopra un ridente panorama del lago.
Le sponde del lago Trasimeno, che misurano circa dieci ore di circuito e qua e là si al-
largano per circa tre ore, formando una specie di cerchio, non sono battute da alcuna grande
strada e son poco popolate ; ne interrompono la monotonia appena un paio di piccole citta-
dette, delle quali una, Castiglione del Lago, sulla riva occidentale, sorge sopra una sottile lingua
di terra, che si protende lungamente nel lago. Ha le viuzze strette e le case addossate 1’ una
all’altra, come le isolette della laguna veneziana. E qui, dimenticato dal mondo, ridotto a can-
celleria del piccolo municipio, sorge il palazzo fatto erigere dal vincitore di Lepanto, dal do-
matore dei Turchi, don Giovanni d’Austria, e le sue sale sono ancora ornate degli affreschi
condotti da Giulio Romano ne’ migliori suoi giorni c raffiguranti le geste guerriere del figlio
di Carlo V.
Ma chi pensa ancora a codesto e si fa trasportare dall’ una all’ altra sponda per ammi-
rare questi ricordi di tre secoli fa? Un fascino singolare avvince l’animo in codesto paese:
quelle acque spianate e solitarie, quelle isolette, solitarie anch’esse, che sorgono nel loro mezzo
a interromperne la monotonia, quel cielo cosi limpido ed azzurro, quella corona di boschi an-
tichissimi, che ne circondano le sponde, quelle cittadette montane , che sorgono qua e là sulla
cima de’ colli circostanti, quel suono di campane, che solo rompe talvolta l’aria nelle ore mat-
tutine e viene a distorti dalle geniali meditazioni - tutto ciò dispone alla melanconia e fa parer
bella la solitudine.
Singolare regione codesta ! sulle rupi azzurre, che tagliano l’orizzonte, tu vedi e puoi se-
gnare le torri di dieci città erette su quelle vette : Perugia, Montepulciano, Pienza, Radicofani,
S. Quirico, Castiglione dell’Orcia e altre, e lontan lontano Siena; e sopra tutte codeste creste
s’alza sempre gigante la piramide perpetuamente cinta di nubi del monte Amiata, dalla cui
cima boscosa l’occhio discerne già in lontananza la cupola di S. Pietro.
In passato, quando la grande strada militare di Roma passava presso a codeste città, esse
restavano silenziose e ignorate frammezzo al movimento degli affari ; ma dacché la ferrovia
scorre fischiando sul piano e lambe le sponde del lago, esse divennero anche più sconosciute
e remote. Tutte sono ancora cinte di mura e di torri , e sembrano tutt’ uno colle rupi sulle
quali sorgono ; spesso s’apre nel loro mezzo un precipizio profondo, che un ponte pittoresca-
mente ricoperto di edera e di tralci di vite accavalca. I carri, pittorescamente trascinati da lun-
ghe file di grossi e bianchi buoi dalle corna lunghe c attorcigliate , impiegano ore ed ore a
compiere l’aspra salita; qua e là s’aprono lungo la strada cisterne scavate nella viva roccia,
e le belle fanciulle del paese vi scendono ad attinger acqua, recando in ispalla o sul capo orci
di forma antica e sulla nera capigliatura la pezzuola rossa artisticamente ripiegata.
Chi vanterà a sufficienza la bellezza delle fanciulle di Montepulciano e la nobile bontà del
suo vino, che su quelle balze calcari prospera tra le pure aure montane ! e come è bello uno
sguardo dalle mura della città sul paese, che si dispiega a scaglioni e risale fino alle cime
nevose delle Alpi, specchiandosi nelle placide acque del Trasimeno, del quale si posson ve-
dere e notare le isole e le penisole, ovvero nei più piccoli e più vicini laghetti di Monte-
pulciano o di Chiusi nella fertile Val di Chiana!
Presso al lago di Chiusi, città che fu residenza del re Porsenna, e dove oggi ancora vieti mostrato
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e quelle del monte Cetona, c producono un quadro mirabilmente grandioso. A settentrione
sorge il colle, che sostiene la etnisca Cortona colle sue antiche mura visibili di lontano ; più
giù, nella profonda gola di un ruscello selvaggio, nascosta tra i frutteti la Madonna del Calci-
naio , uno dei migliori esemplari di architettura toscana, visitata da pochissimi, e da dove lo
sguardo spazia sopra un ridente panorama del lago.
Le sponde del lago Trasimeno, che misurano circa dieci ore di circuito e qua e là si al-
largano per circa tre ore, formando una specie di cerchio, non sono battute da alcuna grande
strada e son poco popolate ; ne interrompono la monotonia appena un paio di piccole citta-
dette, delle quali una, Castiglione del Lago, sulla riva occidentale, sorge sopra una sottile lingua
di terra, che si protende lungamente nel lago. Ha le viuzze strette e le case addossate 1’ una
all’altra, come le isolette della laguna veneziana. E qui, dimenticato dal mondo, ridotto a can-
celleria del piccolo municipio, sorge il palazzo fatto erigere dal vincitore di Lepanto, dal do-
matore dei Turchi, don Giovanni d’Austria, e le sue sale sono ancora ornate degli affreschi
condotti da Giulio Romano ne’ migliori suoi giorni c raffiguranti le geste guerriere del figlio
di Carlo V.
Ma chi pensa ancora a codesto e si fa trasportare dall’ una all’ altra sponda per ammi-
rare questi ricordi di tre secoli fa? Un fascino singolare avvince l’animo in codesto paese:
quelle acque spianate e solitarie, quelle isolette, solitarie anch’esse, che sorgono nel loro mezzo
a interromperne la monotonia, quel cielo cosi limpido ed azzurro, quella corona di boschi an-
tichissimi, che ne circondano le sponde, quelle cittadette montane , che sorgono qua e là sulla
cima de’ colli circostanti, quel suono di campane, che solo rompe talvolta l’aria nelle ore mat-
tutine e viene a distorti dalle geniali meditazioni - tutto ciò dispone alla melanconia e fa parer
bella la solitudine.
Singolare regione codesta ! sulle rupi azzurre, che tagliano l’orizzonte, tu vedi e puoi se-
gnare le torri di dieci città erette su quelle vette : Perugia, Montepulciano, Pienza, Radicofani,
S. Quirico, Castiglione dell’Orcia e altre, e lontan lontano Siena; e sopra tutte codeste creste
s’alza sempre gigante la piramide perpetuamente cinta di nubi del monte Amiata, dalla cui
cima boscosa l’occhio discerne già in lontananza la cupola di S. Pietro.
In passato, quando la grande strada militare di Roma passava presso a codeste città, esse
restavano silenziose e ignorate frammezzo al movimento degli affari ; ma dacché la ferrovia
scorre fischiando sul piano e lambe le sponde del lago, esse divennero anche più sconosciute
e remote. Tutte sono ancora cinte di mura e di torri , e sembrano tutt’ uno colle rupi sulle
quali sorgono ; spesso s’apre nel loro mezzo un precipizio profondo, che un ponte pittoresca-
mente ricoperto di edera e di tralci di vite accavalca. I carri, pittorescamente trascinati da lun-
ghe file di grossi e bianchi buoi dalle corna lunghe c attorcigliate , impiegano ore ed ore a
compiere l’aspra salita; qua e là s’aprono lungo la strada cisterne scavate nella viva roccia,
e le belle fanciulle del paese vi scendono ad attinger acqua, recando in ispalla o sul capo orci
di forma antica e sulla nera capigliatura la pezzuola rossa artisticamente ripiegata.
Chi vanterà a sufficienza la bellezza delle fanciulle di Montepulciano e la nobile bontà del
suo vino, che su quelle balze calcari prospera tra le pure aure montane ! e come è bello uno
sguardo dalle mura della città sul paese, che si dispiega a scaglioni e risale fino alle cime
nevose delle Alpi, specchiandosi nelle placide acque del Trasimeno, del quale si posson ve-
dere e notare le isole e le penisole, ovvero nei più piccoli e più vicini laghetti di Monte-
pulciano o di Chiusi nella fertile Val di Chiana!
Presso al lago di Chiusi, città che fu residenza del re Porsenna, e dove oggi ancora vieti mostrato