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Vignola; Danti, Egnazio [Komm.]
Le Dve Regole Della Prospettiva Pratica Di M. Iacomo Barozzi Da Vignola — Rom, 1611 [Cicognara, 810B]

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https://doi.org/10.11588/diglit.8207#0011
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VITA
DI M- IACOMO BARROZZ1
DA VIGNOLA»
Architetto, Se Prospettiuo eccellentissimo.
Scritta dal R.P.M. EGNATIO DANTI
dell'Ordine de' Predicatori.
Cloro, che sono akcfì à quei gradi <TeccelIenza,chc la scala de gli hono-
ri di questo mondo s'ha in ogni maniera di virtù,& di seienza preseritti per
supremi,quasi sempre vi sono ssati guidati dalla Natura per asprisiime & sa-
ticosissune strade. Et questo sa ella per auuentura per moftrare à quelli,
che son nati ne gl'agi, & nutriti nelle delitie,che altri che la virtù, non ha-»
parte alcuna in sublimare altrui à così satti gradi, & che dissicilissìmo, &
quasi imponibile sia il poterci altramente arriuare. Di che se ne sono in-.
ogni tempo veduti infiniti esempi, tra^i quali al presente è rarisiìmo quefto
rradTdi e mmryssl^sr delBarrozzijimperciòchehauendosiellapropostodi sublimarlo a* primi
tefun !|CCCJ adelIa nobilissimaarte dell'Architettura, & della Prospettiua, ridusie Clemen-
uopadreàsìcstremanccessità,chegli conuenneperlediscordieciuili abbandonare Milano
ina patria.douc egli era nato d'assai nobile famiglia,& eleggere per sua ftanza Vignola, terra che
per eiier capo del Marchcsato,è peròconueneuolmente nobile, & di ciuili habitatori ripiena. Do-
nei x 507. ii dì primo d'Ottobre gli nacque Iacomo suo primo sigliuolo,di madre Tedesca siglia
a vn prinapal condottiere di santerie. Et perche in queli'esilio della patria non pareua che potes-
ic nauer luogo tanta selicirà.che Clemente lo vedesie indirizzato,come desideraua; à pena vidde
gì anni dell insantia di lui.chc passò di questa à miglior vita. Rimafto Iacomo senza padre,& suor
«iella patna.hauendo in quella tenera età l'animo ardentissimo alla virtù.si trasserì subito à Bolo-
g a per attendere alla Pittura. Ma accorgendoli poi di non sare in essa molto prosittecosì per no
auer quella buona institutione.che à così dissidi' arte sa di mestiere, come anco per hauer occu-
* - tutt° '1 tempo nel disegno delle linee,doue maggiormente si sentiua inclinato ; si voltò
*o r - ^Utrn ^' ^u<*'j dell'Arc"itettura,& della Profpettiua;nella quale senza veruno indiriz-
m fcf" r<r ^° di tanta eccellenza,che con la viuacità dell'ingegno suo ritrouò quelle belliflì-
e & tacililsiine regole.che hora vengono in luce . Con le quali fi può con molta sacilità, & con^
roajU1P°j !;!*ma»ò niente di Prat*ca>"durre in disegno qualsiuoglia dissicil cosa,inuétione nel ve»
egna dell ingegno suo,& alla quale nessìino arriuò mai col pensiero prima di lui. Hauendosi
«unque acquistato in quell'Arte nome di valent' huomo, hebbe in Bologna occafione di moftrare
valor luo,& di sarui molte cose di pregio, tra le quali furono grandemente ftimati i disegni, cho
A ^r,Ic■ ^rancc^co Guicciardini, il quale eflsendo all'hora Gouernatore di quella Città, H
mando a Firenze per farli lauorare di tarfia da eccellenti maeftri. Et'vsapendo il Barrozzi, che non
attaua il legger folamente quei precetti,che lasciò fcritti Vitruuio Pollione intorno all'Architet-
ciir"1* Cf e«^tre àciòbisognaua vederli osferuati in atto nelle viue reliquie de gl'antichi edisi-
samofrt" a ^oaia>comc in luogo particolarmente per qualità, & numero di elsi chiarissìmo Se
citauà slmo'Ivla perche bisognaua pure procurare in tanto il viuere per sc,& per la famigliajeser-
*}}°'ta !» Pittura,non lcuando mai però l'animo dall'olseruatione dell'anticaglie. In quel
entreeflendostata istituita da molti nobili fpiriti vn'Academia d'Architettura,della quale era-
zu {Jr!?C/Pah Si8* Marcello Ceruini,chepoi su Papa,Monfig. Massci,& il Signor Aleirandro Man
tìo .nuou°laPittura,& ogn'altracosa,& riuolgendosi in tutto à quella nobile esercita-
Ynnn* urò'* ritrasse per seruitio di quei Signori tutte l'antichità di Roma : d'onde fi partì poi
J°Rnef *d3- r* ess5ndo stato condotto in Francia dall'Abbate Primaticcio,eccelIentifiimo Pittor Bo
tale ecc n uiS'j del Rè Francesco Primo. Il quale volendo fare vn palazzo,& luogo di delitie di
brica tutt p a>C^e aSSuag,'an* la grandezza del gencrofo animo fuo,& di superare con quella fa-
volse che e r a^" cdl^c*i»che Per l'adietro fussero fiati fatti da qualfiuoglia Principe del mondo;
tione Der ca ^ facefle * disegni & modelli di ella , i quali poi non furono del tutto meni in efecu-
c P §l°ne delle guerre più che ciuili,che cor fero in quei tempi nella miferaChriftianità.
v.on tutto ciò sece à quel Rè molti altri disegni di sabriche.ehe surono mefiì in opera;e particolar-
mente 1 diiegni,& cartoni di Profpettiua,doue andauano hiftorie del Primaticcio.chc nel Palazzo
montana Bleo rurono dipinti,facendo nel medefimo tempo gettare di metallo molte ftatue anti-
che»
 
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