perviene a qaesta felicità senza molte interne difficoltà, e senza trovar
fra via molti esterni impedimenti, questi tutti ci sono dalla figura poe-
tica dinotati. La morte di Sveno, e dei Compagni , i quali non con-
giunti al Campo, ma lontani sono uoeiisi, può dimostrarci la perdita,
che l'uomo civile fa degli amici, e de' seguaci, e d'altri beni esterni,
che sono istrumenti della virtù, e ajuti a conseguir la felicità. Gli eser-
citi di Africa , e di Asia , e le pugne avverse, altro non sono, che i
nemici, e le seiagure, e gli accidenti di contraria fortuna. Ma venendo
agi'intrinseci impedimenti , l'amor, che fa vaneggiar Tancredi, e gli
altri Cavalieri, e gli allontana da Goffredo, e lo sdegno , che disvia
Rinaldo dall'impresa , lignificano il contratto , che con la ragionevole
fanno la concupiseibile, ed iraseibile virtù, e la ribellione loro. I De-
moni, che consultano per impedir l'acquisto di Gerulalemme , sono
insieme figura, e figurato, e ci rappresentano se medesmi, che si op-
pongono alla nostra civile felicità, acciocché ella non ci ila scala alla
Cristiana beatitudine. I due Maghi, Ismeno, e Armida, ministri del
Diavolo, che proccurano di rimovere i Cristiani dal guerreggiare, sono
due diaboliche tentazioni, che in ridiano a due potenze dell'anima no-
stra, dalle quali tutti i peccati procedono, lsmcno lignifica quella ten-
tazione, che cerca d'ingannare con falle credenze la virtù, per così
dire, opinatrice. Armida è la tentazione, che tende insidie alla poten-
za, che appetisee; e così da quello procedono gli errori dell'opinione,
da quella quelli dell'appetito. Gl'incanti d'Ismcno nella Selva, che
ingannano con delulìoni, altro non lignificano, che la fallita delle ra-
gioni , e delle persualìoni, la qual lì genera nella Selva , cioè nella
moltitudine, e varietà de' pareri, e de' diseorsi umani. E perchè l'uo-
mo segue il vizio, e fugge la virtù , o stimando , che le fatiche, e i
pericoli siano mali gravissìmi, e insopportattili , o giudicando (come
giudicò Epicuro, e i suoi seguaci; che ne' piaceri, e nell'ozio si ritrovi
la felicità, per questo doppio è l'incanto, e la delulìone. Il fuoco, il
turbine , le tenebre, i inoltri, e l'altre sì fatte apparenze, sono gì'
ingannevoli argomenti, che ci dimostrano le oneste fatiche, gli onorati
pericoli lotto immagine di male. I fiori, i fonti, i ruscelii, gl'isti'o-
menti musici, le Ninfe, sono i fallaci sillogismi, che lì mettono innanzi
gli agi, e i diletti del senso, sotto apparenza di bene. Ma tanto bastì
aver detto degl'impedimenti, che trova l'uomo, così in se stesso, come
fuori di se; perocché, se bene di alcune cose non si è esprelsa l'Alle-
goria con questi principi, ciaseuno per se stesso potrà invcstigarla. Ora
palliamo agli ajuti esterni. e interni, co' quali 1' uomo civile superando
ogni difficoltà , si conduce alia delìderata selicità. Lo seudo di cliaman-
fra via molti esterni impedimenti, questi tutti ci sono dalla figura poe-
tica dinotati. La morte di Sveno, e dei Compagni , i quali non con-
giunti al Campo, ma lontani sono uoeiisi, può dimostrarci la perdita,
che l'uomo civile fa degli amici, e de' seguaci, e d'altri beni esterni,
che sono istrumenti della virtù, e ajuti a conseguir la felicità. Gli eser-
citi di Africa , e di Asia , e le pugne avverse, altro non sono, che i
nemici, e le seiagure, e gli accidenti di contraria fortuna. Ma venendo
agi'intrinseci impedimenti , l'amor, che fa vaneggiar Tancredi, e gli
altri Cavalieri, e gli allontana da Goffredo, e lo sdegno , che disvia
Rinaldo dall'impresa , lignificano il contratto , che con la ragionevole
fanno la concupiseibile, ed iraseibile virtù, e la ribellione loro. I De-
moni, che consultano per impedir l'acquisto di Gerulalemme , sono
insieme figura, e figurato, e ci rappresentano se medesmi, che si op-
pongono alla nostra civile felicità, acciocché ella non ci ila scala alla
Cristiana beatitudine. I due Maghi, Ismeno, e Armida, ministri del
Diavolo, che proccurano di rimovere i Cristiani dal guerreggiare, sono
due diaboliche tentazioni, che in ridiano a due potenze dell'anima no-
stra, dalle quali tutti i peccati procedono, lsmcno lignifica quella ten-
tazione, che cerca d'ingannare con falle credenze la virtù, per così
dire, opinatrice. Armida è la tentazione, che tende insidie alla poten-
za, che appetisee; e così da quello procedono gli errori dell'opinione,
da quella quelli dell'appetito. Gl'incanti d'Ismcno nella Selva, che
ingannano con delulìoni, altro non lignificano, che la fallita delle ra-
gioni , e delle persualìoni, la qual lì genera nella Selva , cioè nella
moltitudine, e varietà de' pareri, e de' diseorsi umani. E perchè l'uo-
mo segue il vizio, e fugge la virtù , o stimando , che le fatiche, e i
pericoli siano mali gravissìmi, e insopportattili , o giudicando (come
giudicò Epicuro, e i suoi seguaci; che ne' piaceri, e nell'ozio si ritrovi
la felicità, per questo doppio è l'incanto, e la delulìone. Il fuoco, il
turbine , le tenebre, i inoltri, e l'altre sì fatte apparenze, sono gì'
ingannevoli argomenti, che ci dimostrano le oneste fatiche, gli onorati
pericoli lotto immagine di male. I fiori, i fonti, i ruscelii, gl'isti'o-
menti musici, le Ninfe, sono i fallaci sillogismi, che lì mettono innanzi
gli agi, e i diletti del senso, sotto apparenza di bene. Ma tanto bastì
aver detto degl'impedimenti, che trova l'uomo, così in se stesso, come
fuori di se; perocché, se bene di alcune cose non si è esprelsa l'Alle-
goria con questi principi, ciaseuno per se stesso potrà invcstigarla. Ora
palliamo agli ajuti esterni. e interni, co' quali 1' uomo civile superando
ogni difficoltà , si conduce alia delìderata selicità. Lo seudo di cliaman-