C ot N T O
XVIII.
Talché'1 maligno spirito d'Averno,
Ch' in lui strada sì larga aprir si vede >
Tacito in sen gli serpe , ed al governo
De' suoi penlìeri lusingando siede :
E qui più sempre Tira, e l'odio interno
Innacerbisce y e '1 cor stimola e fiede :
E fa , che in mezzo all'alma ogn'or risuoni
Una voce y eh' a lui così ragioni.
XIX.
Teco giostra Rinaldo : or tanto vale
Quel suo numero van d'antichi eroi ?
Narri costui, eh' a te vuol farsi eguale y
Le genti serve, e i tributarj suoi :
Mostri gli seettri ? e in dignità regale
Paragoni i suoi morti ai vivi tuoi.
Ah quanto osa un signor d'indegno slato $
Signor, che nella serva Italia è nato !
xx.
Vinca egli, o perda ornai, fu vincitore
Sin da quel dì, ch'emulo tuo divenne.
Che dirà il mondo ? ( e ciò fia sommo onore )
Questi già con Gernando in gara venne.
Poteva a te recar gloria e splendore
Il nobil grado, che Dudon pria tenne :
Ma già non meno elso da te n' attese,
Costui seemò suo pregio allor che 1 chiese.
xxi.
E se y poich' altri più non parla o spira,
De' nofiri affari alcuna cosa sente ;
Come credi y che in Ciel di nobil' ira
Il buon vecchio Dudon si mostri ardente?
Mentre in questo superbo i lumi gira,
Ed al suo temerario ardir pon mente ;
Che seco ancor 5 l'età sprezzando e '1 merto,
Fanciullo osa agguagliarli ed inesperto.
XVIII.
Talché'1 maligno spirito d'Averno,
Ch' in lui strada sì larga aprir si vede >
Tacito in sen gli serpe , ed al governo
De' suoi penlìeri lusingando siede :
E qui più sempre Tira, e l'odio interno
Innacerbisce y e '1 cor stimola e fiede :
E fa , che in mezzo all'alma ogn'or risuoni
Una voce y eh' a lui così ragioni.
XIX.
Teco giostra Rinaldo : or tanto vale
Quel suo numero van d'antichi eroi ?
Narri costui, eh' a te vuol farsi eguale y
Le genti serve, e i tributarj suoi :
Mostri gli seettri ? e in dignità regale
Paragoni i suoi morti ai vivi tuoi.
Ah quanto osa un signor d'indegno slato $
Signor, che nella serva Italia è nato !
xx.
Vinca egli, o perda ornai, fu vincitore
Sin da quel dì, ch'emulo tuo divenne.
Che dirà il mondo ? ( e ciò fia sommo onore )
Questi già con Gernando in gara venne.
Poteva a te recar gloria e splendore
Il nobil grado, che Dudon pria tenne :
Ma già non meno elso da te n' attese,
Costui seemò suo pregio allor che 1 chiese.
xxi.
E se y poich' altri più non parla o spira,
De' nofiri affari alcuna cosa sente ;
Come credi y che in Ciel di nobil' ira
Il buon vecchio Dudon si mostri ardente?
Mentre in questo superbo i lumi gira,
Ed al suo temerario ardir pon mente ;
Che seco ancor 5 l'età sprezzando e '1 merto,
Fanciullo osa agguagliarli ed inesperto.