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Q_ U IRTO.
XXX.
E con la man nell' ira anco maestra
Mille colpi ver lui drizza, e comparte.
Or al petto, or al capo, or alla delira
Tenta ferirlo, ora alla manca parte -y
E impetuosa, e rapida la destra
E^ in guisa tal, che gli occhi inganna e l'arte:
Talch' improvvisa , e inaspettata giunge,
Ove manco li teme j e fere e punge...
XXXI.
Nè cessò mai, finché nel seno immersa
Gli ebbe una volta, e due la fera spada.
Cade il mei eh in su la ferita, e versa
Gli spirti , e l'alma fuor per doppia strada.
L'arma ripone ancor di sangue aspersa
Il vincitor, nè sovra lui più bada ;
Ma si rivolge altrove , e insieme spoglia
L'animo crudo, e l'adirata voglia.
XXXII.
Tratto al tumulto il pio Goffredo intanto
Vede fero spettacolo improvviso :
Steso Gernando, il crin di sangue, e'1 manto
Sordido, e molle, e pien di morte il viso.
Ode i sospiri, e le querele, e '1 pianto,
Che molti fan sovra il guerriero ucciso.
Stupido chiede : or qui, dove men lece,
Chi fu ch'ardì cotanto, e tanto fece?
XXXIII.
Arnaldo un de' più cari al Prence e (tinto
Narra , e '1 caso in narrando aggrava molto :
Che Rinaldo Y uccise , e che fu spinto
Da leggiera cagion d'impeto (tolto:
E che quel ferro, che per Cristo è cinto,
Ne' campioni di Cristo avea rivolto $
E sprezzato il suo impero, e quel divieto,
Che fé pur dianzi, e che non è secreto.
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