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x.
Cessi Dio tanta infamia. Or quel, eh5ad arte
Nascondo altrui, vuò eh'a te sia palese.
Soliman di Nicea, che brama in parte
Di vendicar le ricevute offese,
Degli Arabi le schiere erranti e sparte
Raccolte ha fin dal Libico paese:
E i nemici assalendo all'aria nera,
Darne soccorso, e vettovaglia spera.
XI.
Tosto fia che qui giunga: or se frattanto
Son le nostre cartella oppresse e serve,
Non ce ne caglia, purché '1 regal manto ,
E la mia nobil reggia io mi conserve.
Tu l'ardimento, e questo ardore alquanto
Tempra, per Dio, che'n te socerchio ferve:
Ed opportuna la stagione aspetta
Alla tua gloria, ed alla mia vendetta.
XII.
Forte sdegnossi il Saracino audace,
Ch'era di Solimano emulo antico5
Sì amaramente ora d'udir gli spiace,
Che tanto sen prometta il Rege amico.
A tuo senno , risponde , e guerra, e pace
Farai, Signor , nulla di ciò più dico.
S'indugi pure, e Soliman s attenda ^
Ei, che perde il suo regno, il tuo difenda.
XIII.
Vengane a te, quasi celesle messo,
Liberator del popolo Pagano:
Ch'io, quanto a me, bastar credo a me stesso,
E sol vuò libertà da quesla mano.
Or nel riposo altrui siami concetto,
Ch'io ne diseenda a guerreggiar nel piano:
Privato cavalier, non tuo campione,
Verrò co' Franchi a singolar tenzone.
x.
Cessi Dio tanta infamia. Or quel, eh5ad arte
Nascondo altrui, vuò eh'a te sia palese.
Soliman di Nicea, che brama in parte
Di vendicar le ricevute offese,
Degli Arabi le schiere erranti e sparte
Raccolte ha fin dal Libico paese:
E i nemici assalendo all'aria nera,
Darne soccorso, e vettovaglia spera.
XI.
Tosto fia che qui giunga: or se frattanto
Son le nostre cartella oppresse e serve,
Non ce ne caglia, purché '1 regal manto ,
E la mia nobil reggia io mi conserve.
Tu l'ardimento, e questo ardore alquanto
Tempra, per Dio, che'n te socerchio ferve:
Ed opportuna la stagione aspetta
Alla tua gloria, ed alla mia vendetta.
XII.
Forte sdegnossi il Saracino audace,
Ch'era di Solimano emulo antico5
Sì amaramente ora d'udir gli spiace,
Che tanto sen prometta il Rege amico.
A tuo senno , risponde , e guerra, e pace
Farai, Signor , nulla di ciò più dico.
S'indugi pure, e Soliman s attenda ^
Ei, che perde il suo regno, il tuo difenda.
XIII.
Vengane a te, quasi celesle messo,
Liberator del popolo Pagano:
Ch'io, quanto a me, bastar credo a me stesso,
E sol vuò libertà da quesla mano.
Or nel riposo altrui siami concetto,
Ch'io ne diseenda a guerreggiar nel piano:
Privato cavalier, non tuo campione,
Verrò co' Franchi a singolar tenzone.