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C <A N T 0
II.
Mira , Aletto, venirne ( ed impedito
Esser . non può da noi ) quel cavaliero,
Che dalle fere mani è vivo uscito
Del sovran difensor del nostro impero.
Questi , narrando del suo Duce ardito,
E de' compagni ai Franchi il caso fero,
Paleserà gran cose : onde è periglio,
Che li richiami di Bertoldo il figlio.
in.
Sai quanto ciò rilievi, e se conviene
Ai gran principj oppor forza, ed inganno.
Scendi tra' Franchi dunque , e ciò eh' a bene
Colui dirà , tutto rivolgi in danno:
Spargi le fiamme, e 1 toseo entro le vene
Del Latin, dell' Elvezio, e del Britanno :
Movi l'ire, e i tumulti, e fa tal' opra,
Che tutto vada il Campo alfin sonopra.
IV.
L'opra è degna di te: tu nobil vanto
Ten desti già dinanzi al lignor nostro.
Così le parla: e basta ben sol tanto,
Perchè prenda l'impresa il fero mostro.
Giunto è sui vallo de' Cristiani intanto
Quel cavaliero, il cui venir fu mostro :
E disse lor: deh sia chi m'introduca
Per mercede, o guerrieri, al sommo Duca.
v.
Molti seorta gli furo al Capitano,
Vaghi d' udir dal peregrin novelle.
Quegli inchinollo, e l'onorata mano
Volea baciar, che fa tremar Babelle.
Signor, poi dice, che con l'Oceano
Termini la tua sama, e con le stelle,
Venirne a te vorrei più lieto melso:
Qui sospirava, e soggiungeva appresTo.
C <A N T 0
II.
Mira , Aletto, venirne ( ed impedito
Esser . non può da noi ) quel cavaliero,
Che dalle fere mani è vivo uscito
Del sovran difensor del nostro impero.
Questi , narrando del suo Duce ardito,
E de' compagni ai Franchi il caso fero,
Paleserà gran cose : onde è periglio,
Che li richiami di Bertoldo il figlio.
in.
Sai quanto ciò rilievi, e se conviene
Ai gran principj oppor forza, ed inganno.
Scendi tra' Franchi dunque , e ciò eh' a bene
Colui dirà , tutto rivolgi in danno:
Spargi le fiamme, e 1 toseo entro le vene
Del Latin, dell' Elvezio, e del Britanno :
Movi l'ire, e i tumulti, e fa tal' opra,
Che tutto vada il Campo alfin sonopra.
IV.
L'opra è degna di te: tu nobil vanto
Ten desti già dinanzi al lignor nostro.
Così le parla: e basta ben sol tanto,
Perchè prenda l'impresa il fero mostro.
Giunto è sui vallo de' Cristiani intanto
Quel cavaliero, il cui venir fu mostro :
E disse lor: deh sia chi m'introduca
Per mercede, o guerrieri, al sommo Duca.
v.
Molti seorta gli furo al Capitano,
Vaghi d' udir dal peregrin novelle.
Quegli inchinollo, e l'onorata mano
Volea baciar, che fa tremar Babelle.
Signor, poi dice, che con l'Oceano
Termini la tua sama, e con le stelle,
Venirne a te vorrei più lieto melso:
Qui sospirava, e soggiungeva appresTo.