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C <A N T O

: x.
Soggiunse alfine come già il popol Franco
Veniva a dar l'assalto a queste porte :
E invitò lui, ch'egli volesse almanco
Dell' ultima vittoria esser consorte .
Quello parlare al giovinetto fianco
Del fero Sveno è (limolo sì forte ,
Ch' ogn' ora un lustro pargli, infra' Pagani
Rotare il serro, e insanguinar le mani.
xi.
Par che la Fiia viltà rimproverarli
Senta nell' altrui gloria , e se ne rode :
E chi'1 conlìglia, e chi'1 prega a fermarli
0 che non esaudisee , o che non ode.
Rischio non teme , fuorché '1 non trovarli
De' tuoi gran risehi a parte, e di tua lode
Quello gli sembra sol periglio grave,
Degli altri o nulla intende, o nulla pavé.
XII.
Egli medesmo sua fortuna affretta -,
Fortuna, che noi tragge, e lui conduce:
Perocch' appena al suo partire aspetta
1 primi rai della novella luce.
Ev per miglior la via più breve eletta ;
Tale ei la (lima 5 eh' è Signore, e Duce :
Ne i palli più dissìcili, o i paesi
Schivar lì cerca de' nemici osfelì.
XIII.
Or difetto di cibo, or cani min duro
Trovammo, or violenza, ed or aguati;
Ma tutti fur vinti i disagi, e suro
Or uccisi i nemici, ed or fugati.
Fatto avean ne' perigli ogni uom sicuro
Le vittorie, e insoienti i fortunati:
Oliando un dì ci accampammo, ove i confili
Non lunge erano ornai de' Palestini.
 
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