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C U N T 0

XXVI.
E si mostra in quel lume a' riguardanti
Formidabil così Y empio Soldano,
Come veggion nell'ombra i naviganti
Fra mille lampi il torbido Oceano.
Altri danno alla fuga i pie tremanti:
Danno altri al ferro intrepida la mano:
E la notte i tumulti ogn' or più mesce,
Ed occultando i rischj , i rischj accresce.
XXVII.
Fra color, che mostraro il cor più franco,
Latin sui Tebro nato allor si molse :
A cui nè le fatiche il corpo sianco,
Ne gli anni dome aveano ancor le polse.
Cinque suoi figli quasi eguali al fianco
Gli erano sempre, ovunque in guerra ci fossc,
D'arme gravando anzi il lor tempo molto
Le membra ancor crescenti, e '1 molle volto.
XXVIII.
Ed eccitati dal paterno esempio
Aguzzavano al sangue il ferro, e Y ire.
Dice egli loro : andianne, ove quell' empio
Veggiam ne' fuggitivi insuperbire.
Nè già ritardi il sanguinoso scempio,
Ch'ei fa degli altri, in voi Y usato ardire:
Perocché quello, o figli, è vile onore,
Cui non adorni alcun paisato orrore.
XXIX.
Così feroce leonelsa i figli,
Cui dal collo la coma anco non pende :
Nè con gli anni lor sono i feri artigli
Cresciuti, e l'arme della bocca orrende :
Mena seco alla preda, ed ai perigli:
E con F esempio a incrudelir gli accende
Nel cacciator, che le natie lor selve
Turba, e fuggir fa le men forti belve.
 
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