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LXXXVI.
E in atto si gentil languir tremanti
Gli occhi, e cader sui tergo il collo mira:
Cosi vago è il pallore, e da' sembianti
Di morte una pietà sì dolce spira 3
Ch'ammollì il cor, che fu dur marmo avanti,
E '1 pianto scaturì di mezzo all' ira.
Tu piangi, Soliman*, tu che distrutto
Mirarti il regno tuo col ciglio asciutto?
LXXXVII.
Ma come ei vede il ferro ostil, che molle
Fuma del sangue ancor del giovinetto -,
La pietà cede, e V ira avvampa e bolle,
E le lagrime sue (lagna nel petto.
Corre sovra Argillano, e '1 ferro estolle,
Parte lo seudo opposto, indi l'elmetto,
Indi il capo , e la gola} e dello sdegno
Di Soliman ben quel gran colpo è degno,
LXXXVIII,
Nè di ciò ben contento, al corpo morto
Smontato dal destriero anco fa guerra;
Quali mastin, che 1 salso ond' a lui porto
Fu duro colpo, infellonito afferra.
O d'immenso dolor vano conforto,
Incrudelir nell'insensibil terra!
Ma frattanto de' Franchi il Capitano
Non spendea l'ire, e le percolse invano.
LXXXIX.
Mille Turchi avea qui, che di loriche,
E d'elmetti, e di seudi eran coperti,
Indomiti di corpo alle fatiche,
Di spirto audaci, e in tutti i casi esperti:
E furon già delle milizie antiche
Di Solimano, e seco ne' deserti
Seguir d' Arabia i suo' errori infelici,
Nelle fortune avverse ancora amici.
( "5 )
C
LXXXVI.
E in atto si gentil languir tremanti
Gli occhi, e cader sui tergo il collo mira:
Cosi vago è il pallore, e da' sembianti
Di morte una pietà sì dolce spira 3
Ch'ammollì il cor, che fu dur marmo avanti,
E '1 pianto scaturì di mezzo all' ira.
Tu piangi, Soliman*, tu che distrutto
Mirarti il regno tuo col ciglio asciutto?
LXXXVII.
Ma come ei vede il ferro ostil, che molle
Fuma del sangue ancor del giovinetto -,
La pietà cede, e V ira avvampa e bolle,
E le lagrime sue (lagna nel petto.
Corre sovra Argillano, e '1 ferro estolle,
Parte lo seudo opposto, indi l'elmetto,
Indi il capo , e la gola} e dello sdegno
Di Soliman ben quel gran colpo è degno,
LXXXVIII,
Nè di ciò ben contento, al corpo morto
Smontato dal destriero anco fa guerra;
Quali mastin, che 1 salso ond' a lui porto
Fu duro colpo, infellonito afferra.
O d'immenso dolor vano conforto,
Incrudelir nell'insensibil terra!
Ma frattanto de' Franchi il Capitano
Non spendea l'ire, e le percolse invano.
LXXXIX.
Mille Turchi avea qui, che di loriche,
E d'elmetti, e di seudi eran coperti,
Indomiti di corpo alle fatiche,
Di spirto audaci, e in tutti i casi esperti:
E furon già delle milizie antiche
Di Solimano, e seco ne' deserti
Seguir d' Arabia i suo' errori infelici,
Nelle fortune avverse ancora amici.
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