DECIMO.
VI.
E cibato di lor sui terren nudo
Cerca adagiare il travagliato fianco,
E la testa appoggiando al duro seudo
Quetar i moti del pensier suo sianco.
Ma d'ora in ora a lui si fa più crudo
Sentire il duol delle ferite , ed anco
Roso gli è il petto, e lacerato il core
Dagl'interni avoltoj sdegno, e dolore,
vii,
Alfin, quando già tutte intorno chete
Nella più alta notte eran le cose :
Vinto egli pur dalla slanchezza, in Lete
Sopì le cure sue gravi e nojose^
E in una breve, e languida quiete
L'asssitte membra, e gli occhi egri compose :
E mentre ancor dormia, voce severa
Gli intonò su le orecchie in tal maniera.
Vili.
Soliman Solimano, i tuoi sì lenti
Riposi a miglior tempo ornai riserva ;
Che sotto il giogo di straniere genti
La patria, ove regnarti, ancor è serva.
In quella terra dormi, e non rammenti
Ch' insepolte de' tuoi F ossa conserva ?
Ove sì gran veiìigio è del tùo seorno,
Tu neghittoso aspetti il novo giorno?
ix.
Dello il Soldano alza lo sguardo, e vede !
Uom che d'età gravisiìma ai sembianti,
Col ritorto ballon del vecchio piede
Ferma, e dirizza le vestigia erranti.
E chi sei tu ? ( sdegnoso a lui richiede )
Che fantasma importuno ai viandanti
Rompi i brevi lor sonni? e che s'aspetta
A te la mia vergogna, o la vendetta?
( n8 )
VI.
E cibato di lor sui terren nudo
Cerca adagiare il travagliato fianco,
E la testa appoggiando al duro seudo
Quetar i moti del pensier suo sianco.
Ma d'ora in ora a lui si fa più crudo
Sentire il duol delle ferite , ed anco
Roso gli è il petto, e lacerato il core
Dagl'interni avoltoj sdegno, e dolore,
vii,
Alfin, quando già tutte intorno chete
Nella più alta notte eran le cose :
Vinto egli pur dalla slanchezza, in Lete
Sopì le cure sue gravi e nojose^
E in una breve, e languida quiete
L'asssitte membra, e gli occhi egri compose :
E mentre ancor dormia, voce severa
Gli intonò su le orecchie in tal maniera.
Vili.
Soliman Solimano, i tuoi sì lenti
Riposi a miglior tempo ornai riserva ;
Che sotto il giogo di straniere genti
La patria, ove regnarti, ancor è serva.
In quella terra dormi, e non rammenti
Ch' insepolte de' tuoi F ossa conserva ?
Ove sì gran veiìigio è del tùo seorno,
Tu neghittoso aspetti il novo giorno?
ix.
Dello il Soldano alza lo sguardo, e vede !
Uom che d'età gravisiìma ai sembianti,
Col ritorto ballon del vecchio piede
Ferma, e dirizza le vestigia erranti.
E chi sei tu ? ( sdegnoso a lui richiede )
Che fantasma importuno ai viandanti
Rompi i brevi lor sonni? e che s'aspetta
A te la mia vergogna, o la vendetta?
( n8 )