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C N T 0

LXVI.
L'uno e s altro Pagati, come il trasporta
L'impeto suo, già più e più trascorre.
Già '1 foco chiede ai cittadini, e porta
Duo pini fiammeggianti in ver la torre.
Cotali uscir della tartarea porta
Sogliono, e sottolopra il mondo porre
Le ministre di Pluto empie sorelle,
Lor ceraste scuotendo, e lor facelle.
LXVII.
Ma l'invitto Tancredi , il quale altrove
Confortava all' assaito i suoi Latini,
Torto che vide le incredibil prove,
E la gemina fiamma , e i duo gran pini :
Tronca in mezzo le voci, e predo move
A frenar il furor de' Saracini.
E tal del suo valor dà segno orrendo,
Che chi vinse e fugò, fugge or perdendo.
LXVIII.
Così della battaglia or qui lo slato
Col variar della fortuna è volto 5
E in questo mezzo il Capitan piagato
Nella gran tenda sua già s'è raccolto,
Col buon Sigier , con Baldovino a lato,
Di mesti amici in gran concorso e folto.
Ei che s'affretta, e di tirar s'affanna
Della piaga lo stral, rompe la canna.
LXIX.
E la via più vicina, e più spedita
Alla cura di lui vuol che n prenda:
Scoprasi ogni latebra alla ferita,
E largamente si risechi e fenda.
Rimandatemi in guerra, onde fornita
Non sia col di, prima eh' a lei mi renda.
Così dice} e premendo il lungo cerro
D'una gran lancia , offre la gamba al ferro.
 
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