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X,
Argante qui (né sarà vano il vanto)
Quella macchina eccelsa arder promette.
10 sarò seco: ed aspettiam sol tanto,
Che franchezza maggiore il sormo allette.
Sollevò il Re le palme , e un lieto pianto
Giù per le crespe guancie a lui cadette:
E, lodato sia tu , diiTe , eh' ai servi
Tuoi volgi gli occhi ? e '1 regno anco mi servi
XI.
Ne già sì torto caderà, se tali
Animi forti in sua difesa or sono i
Ma qual poss'io, coppia onorata, eguali
Dar ai meriti vostri o laude o dono?
Laudi la fama voi con immortali
Voci di gloria , e '1 mondo empia del suono
Premio v' è l'opra rteiTa, e premio in parte
Vi fia del regno mio non poca parte.
XII.
Si parla il Re canuto j e si rirtringe
Or quella or quel teneramente al seno.
11 Soldan eh' è presente, e non infinge
La generosa invidia, onde egli è pieno,
DiiTe: ne questa spada invan si cinge,
Verràvvi a paro, o poco dietro almeno.
Ah, rispose Clorinda, andremo a questa
Impresa tutti ? e se tu vien chi re fia ?
XIII.
Così gli diiTe 3 e con rifiuto altero
Già s'apprestava a ricusarlo Argante :
Ma'l Re il prevenne, e ragionò primiero
A Soliman con placido sembiante:
Ben sempre tu, magnanimo guerriero,
Ne ti inoltrarti a te stesso sembiante :
Cui nulla faccia di periglio unquanco
Sgomentò, nè mai forti in guerra sianco.
 
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