DUODECIMO.
XIV.
E so che fuori andando opre faretti
Degne di te ; ma sconvenevol parmi
Che tutti usciate, e dentro alcun non resti •
Di voi, che sete i più famosi in armi.
Nemmen consentirei, eh' andasser questi j
Che degno è il sangue lor che si risparmi $
S'o men util tal opra, o mi pareise
Che fornita per altri esser potesse.
xv.
Ma poiché la gran torre in sua difesa
D'ogn' intorno le guardie ha cosi folte $
Che da poche mie genti esser offesa
Non puote, e inopportuno è useir con molte ^
La coppia che s'offerse all'alta impresa y
E' n simil risehio si trovò più volte,
Vada felice pur eh' ella è ben tale >
Che sola più che mille insieme vale.
xvi.
Tu, come al regio onor più si conviene,
Con gli altri, prego, in su le porte attendi.
E quando poi (che n'ho sicura spene)
Ritornino elsi , e desli abbian gì' incendj :
Se stuol nemico seguitando viene,
Lui risospingi, e lor salva e difendi.
Così l'un Re diceva j e F altro cheto
Rimaneva al suo dirj ma non già lieto.
XVII.
Soggiunse allora Ismeno: attender piaccia
A voi, eh' useir dovete, ora più tarda 3
Sinché di varie tempre un mirto 1 faccia,
Ch' alla macchina ostil s' appigli e 1' arda.
Forsè allora avverrà, che parte giaccia
Di quello stuol, che la circonda e guarda.
Ciò fu concluso j e in sua magion ciaseuno
Aspetta il tempo al gran fatto opportuno.
( 14° )
XIV.
E so che fuori andando opre faretti
Degne di te ; ma sconvenevol parmi
Che tutti usciate, e dentro alcun non resti •
Di voi, che sete i più famosi in armi.
Nemmen consentirei, eh' andasser questi j
Che degno è il sangue lor che si risparmi $
S'o men util tal opra, o mi pareise
Che fornita per altri esser potesse.
xv.
Ma poiché la gran torre in sua difesa
D'ogn' intorno le guardie ha cosi folte $
Che da poche mie genti esser offesa
Non puote, e inopportuno è useir con molte ^
La coppia che s'offerse all'alta impresa y
E' n simil risehio si trovò più volte,
Vada felice pur eh' ella è ben tale >
Che sola più che mille insieme vale.
xvi.
Tu, come al regio onor più si conviene,
Con gli altri, prego, in su le porte attendi.
E quando poi (che n'ho sicura spene)
Ritornino elsi , e desli abbian gì' incendj :
Se stuol nemico seguitando viene,
Lui risospingi, e lor salva e difendi.
Così l'un Re diceva j e F altro cheto
Rimaneva al suo dirj ma non già lieto.
XVII.
Soggiunse allora Ismeno: attender piaccia
A voi, eh' useir dovete, ora più tarda 3
Sinché di varie tempre un mirto 1 faccia,
Ch' alla macchina ostil s' appigli e 1' arda.
Forsè allora avverrà, che parte giaccia
Di quello stuol, che la circonda e guarda.
Ciò fu concluso j e in sua magion ciaseuno
Aspetta il tempo al gran fatto opportuno.
( 14° )