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D EC IMO QUARTO.
XIV.
A lui sol di troncar non fia disdetto
Il bosco, ch'ha gl'incanti in sua difesa:
E da lui il Campo tuo, che per difetto
Di gente inabil sembra a tanta impresa ,
E par che sia di ritirarsi assretto ;
Prenderà maggior forza a nova impresa.
E i rinforzati muri, e d'Oriente '
Supererà l'esercito possente.
xv.
Tacque -y e '1 Buglion rispose : o quanto grato
Fora a me che tornale il cavaliere.
Voi, che vedete ogni pensier celato,
Sapete s'amo lui, se dico il vero.
Ma dì, con quai proposte, od in qual lato
Si deve a lui mandarne il messaggie.ro ?
Vuoi ch'io preghi, o comandi? E come questo
Atto sarà legittimo ed onesto ?
XVI.
Allor ripigliò l'altro : il Rege eterno,
Che te di tante somme grazie onora,
Vuol che da quegli, onde ti diè il governo,
Tu sia onorato e riverito ancora.
Però non chieder tu ( ne senza lcherno
Forsè del sommo imperio il chieder fora)
Ma richiedo concedi, ed al perdono
Scendi degli altrui preghi al primo suono.
xvii.
Guelfo ti pregherà (Dio sì l'inspira)
Ch' assolva il fier garzon di quel!' errore,
In cui traseorse per soverchio d'ira j
Sicché al Campo egli torni, ed al suo onore:
E bench'or lunge il giovine delira,
E vaneggia nell'ozio e nell' amore -y
Non dubitar però, che 'n pochi giorni
Opportuno al grand'uopo ei non ritorni.
( 165 )
"9
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D EC IMO QUARTO.
XIV.
A lui sol di troncar non fia disdetto
Il bosco, ch'ha gl'incanti in sua difesa:
E da lui il Campo tuo, che per difetto
Di gente inabil sembra a tanta impresa ,
E par che sia di ritirarsi assretto ;
Prenderà maggior forza a nova impresa.
E i rinforzati muri, e d'Oriente '
Supererà l'esercito possente.
xv.
Tacque -y e '1 Buglion rispose : o quanto grato
Fora a me che tornale il cavaliere.
Voi, che vedete ogni pensier celato,
Sapete s'amo lui, se dico il vero.
Ma dì, con quai proposte, od in qual lato
Si deve a lui mandarne il messaggie.ro ?
Vuoi ch'io preghi, o comandi? E come questo
Atto sarà legittimo ed onesto ?
XVI.
Allor ripigliò l'altro : il Rege eterno,
Che te di tante somme grazie onora,
Vuol che da quegli, onde ti diè il governo,
Tu sia onorato e riverito ancora.
Però non chieder tu ( ne senza lcherno
Forsè del sommo imperio il chieder fora)
Ma richiedo concedi, ed al perdono
Scendi degli altrui preghi al primo suono.
xvii.
Guelfo ti pregherà (Dio sì l'inspira)
Ch' assolva il fier garzon di quel!' errore,
In cui traseorse per soverchio d'ira j
Sicché al Campo egli torni, ed al suo onore:
E bench'or lunge il giovine delira,
E vaneggia nell'ozio e nell' amore -y
Non dubitar però, che 'n pochi giorni
Opportuno al grand'uopo ei non ritorni.
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