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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

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https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0438
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c ìv r o

x.
Stimi (sì mi sio il culto è col negletto)
Sol naturali e gli ornamenti, e i siti.
Di natura arte par, che per diletto
L'imitatrice sua scherzando imiti.
L'aura, non ch'altro, è della Maga effetto
L'aura, che rende gli alberi fioriti:
Co' fiori eterni eterno il frutto dura,
E mentre spunta 1' un , V altro matura .
XI.
Nel tronco islesso, e tra F islessa foglia
Sovra il nascente fico invecchia il fico.
Pendono a un ramo, un con dorata spoglia
L'altro con verde, il novo, e'1 pomo antico
Lussureggiante serpe alto, e germoglia
La torta vite, ov'è più l'orto aprico:
Qui l'uva ha in fiori acerba, e qui d'or l'have
E di piropo, e già di nettar grave.
XII.
Vezzosi augelli infra le verdi fronde
Temprano a prova lascivette note.
Mormora l'aura, e fa le foglie, e l'onde
Garrir, che variamente ella percote :
Qtiando taccion gli augelli, alto risponde -y
Quando cantan gli augei, più lieve scote :
Sia caso, od arte, or accompagna, ed ora
Alterna i versi lor la musica ora.
XIII.
Vola fra gli altri un, che le piume ha sparte
Di color varj, ed ha purpureo il roslro;
E lingua snoda in guisa larga, e parte
La voce sì, eh' assembra il sermon noslro :
Quest'ivi allor continuò con arte
Tanta il parlar, che fu mirabil moslro.
Tacquero gli altri ad ascoltarlo intenti,
E fermaro i susurri in aria i venti.
 
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